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Gotem e il diabolico viaggio di Nicola Lancia
Un viaggio esemplare, che porterà il protagonista ad una evoluzione spirituale sorprendente. Un viaggio davvero particolare, perché protagonista di questo cammino dantesco che passa in rassegna i principali gironi infernali è proprio il principe del male, Gotem, il figlio di Lucifero, già leggenda prima ancora di nascere perché destinato a liberare il suo popolo e a dannare per sempre la specie umana.
Ma se di Dante in questo libro se ne trovano infiniti rimandi e suggestioni, non si tratta di una ripresa pedissequa degli schemi della commedia. Gli inferi descritti da Nicola Lancia appaiono del tutto originali e pensati per l'educazione del principe del male, accompagnato dai due grandi diabolici Satanna e mefisto.
E' nel percorso del piccolo Gotem che filtra l'eterna lotta tra bene e male, da questo secondo punto di vista c'è spazio per la rabbia e l'odio, ma anche per la tristezza e la gioia, la nostalgia e la pietà e in questo mondo la ferocia è anche degli arcangeli.
Insomma i sentimenti sono gli stessi, e forse il bene e il male sono concetti molto più relativi di quanto non si creda. Forse un grande principe è colui che sa padroneggiarli tutti, superandoli alla scoperta di un destino superiore, rispettando in questo il ruolo che Dio ha voluto assegnargli, nel bene o nel male.
L'autore.Nicola Lancia è nato a Roma il 5 settembre del 1974, Studente in scienze infermieristiche, attualmente vive ad Avezzano (AQ), dove lavora come operatore socio-sanitario presso l'unità operativa di Pronto Soccorso dell'ospedale. Gotem e il diabolico viaggio e la sua prima pubblicazione.
Io sono una donna fedele di Alberto Carbone
Esiste davvero l’amore eterno? E se il principe
azzurro si rivelasse essere in realtà rosa, o addirittura fucsia? Come
ci si sente dopo il fatidico “sì”? Un po’ thriller, un po’ rosa e molto
comico...
E’ sconsigliata la lettura: prima, durante e dopo il matrimonio.
La storia brillante e ironica di una donna sposata che vive il conflitto interiore tra monogamia e opportunità extraconiugali in un intreccio fatto di colpi di scena, gag e situazioni umoristiche.
Ambientato in un contesto geografico che oscilla tra il centro storico di Genova e la dinamica Barcellona, Io sono una donna fedele è una lettura divertente che al tempo stesso offre interessanti spunti di riflessione.
Una mattina, il marito di Sara Pedretti ha un incidente che mette in serio pericolo le sue capacità copulatorie. Questo evento catapulterà la donna in una realtà a lei estranea, costringendola a districarsi tra omosessuali non convinti, fotoreporter vendicativi, avvocati rampanti e donne gelose. Il tutto condito dai consigli di uno psicoterapeuta amante degli scacchi.
La storia brillante e ironica di una donna sposata che vive il conflitto interiore tra monogamia e opportunità extraconiugali in un intreccio fatto di colpi di scena, gag e situazioni umoristiche.
Ambientato in un contesto geografico che oscilla tra il centro storico di Genova e la dinamica Barcellona, Io sono una donna fedele è una lettura divertente che al tempo stesso offre interessanti spunti di riflessione.
Una mattina, il marito di Sara Pedretti ha un incidente che mette in serio pericolo le sue capacità copulatorie. Questo evento catapulterà la donna in una realtà a lei estranea, costringendola a districarsi tra omosessuali non convinti, fotoreporter vendicativi, avvocati rampanti e donne gelose. Il tutto condito dai consigli di uno psicoterapeuta amante degli scacchi.
Per maggiori informazioni, riferimenti e recensioni: www.narrativa.info
SCHEDA LIBRO
Titolo: Io sono una donna fedele
Autore: Alberto Carbone
Codice ISBN: 88-95071-04-02
Titolo: Io sono una donna fedele
Autore: Alberto Carbone
Codice ISBN: 88-95071-04-02
Formato: 13X21 - 172 pagine
Collana: Tamburi
Anno di pubblicazione: 2007
Editore: Alcyone
Prezzo di copertina: 12,00 Euro
Il Destinatario di Paolo Virone
E’ una sera come tante altre: la giovane Laura
pulisce la cucina, Steven litiga con il suo amico per l’utilizzo dello
stereo e fuori non si sente volare una mosca. Ad un certo punto però si
sente suonare il campanello della porta d’ingresso: un uomo misterioso
ha lasciato sullo zerbino una busta e Laura la apre prontamente per
vedere cosa contiene. E’ un DVD, anonimo, senza copertina: la ragazza lo
inserisce prontamente nel lettore e parte un filmato allucinante e
psichedelico. La giovane viene investita dalla sua potenza e rimane come
ipnotizzata. Una volta finito il tremendo spettacolo, si alza in piedi e
afferra un coltello...
Il regista Paolo Virone dirige un film tratto da un suo racconto, con la sceneggiatura di Alessio Biagioni. Un lavoro ben strutturato, con un montaggio intelligente e puntuale e una storia che, sebbene non sia un esempio di originalità estrema, ha un ritmo accattivante e piacevole ed esprime sensazioni forti specialmente nella sequenza del simil-esorcismo della protagonista femminile di fronte al video.
Solo alcune note negative:
- la scadente recitazione degli interpreti
maschili (Alessia Lombardo è invece talentuosa); l’eccesso di monologhi
interiori che rendono banali le situazioni eliminando così la suspance;
- l’interminabile scena iniziale, con una serie
infinita di campi/controcampi e reaction shock a supporto di un dialogo
assolutamente superfluo e marginale.
Giudizio: Sufficiente.
a cura di Giorgio Mazzola
Percezione dei mondi sottili
Spesso chi ha la capacità di percepire la presenza di altri livelli
vibrazionali non si accorge seduta stante della sua particolarità. La
maggior parte delle volte, queste percezioni nascono e si sviluppano con
le altre, fin dalla nascita dell’individuo sensibile. Il tutto seguendo
leggi naturali, semplicemente. La presenza di queste facoltà viene
accentuata nell’età adolescenziale, ma rimane una costante nell’intera
vita del suddetto. In questi casi non si hanno alcun tipo di disturbi
psichici o comportamentali, vivendo l’integrazione con le diverse realtà
come unico esempio di vita vissuta, nella normalità che questo
comporta. Lo scontro con la realtà differente di altri individui è forte
nella tarda infanzia e nel primo stadio dell’adolescenza. Viene risolta
non parlandone, più questo avviene, più i contatti assumono sfumature
tenui ed il tutto viene spostato di un piano nella scala emotiva. Questo
da la possibilità di mantenere un equilibrio stabile e la
socializzazione con altri individui. La mente ha la capacità di dare
maggiore o minore importanza ad un fatto a seconda del contesto e della
convenienza, ma il nostro inconscio continua la registrazione dei fatti
vissuti nella nostra memoria storica, instancabilmente. Per spiegare
questo concetto basti pensare ai sottofondi musicali. La sinfonia c’è,
se si vuole fare caso ad essa abbiamo la possibilità di apprenderla e
riprodurla. Se la nostra attenzione è spostata su altro, non viene
nemmeno recepita al momento, ma ci si ritrova a fischiettarla giorni
dopo senza ricordarsi in che occasione è stata ascoltata. In entrambi i
casi il volume e la sinfonia erano i medesimi. Saper gestire i propri
livelli di coscienza è fondamentale per un corretto sviluppo animico,
senza forzature. Il naturale equilibrio, fa in modo che più sensi si
sviluppino all’unanime, dando vita a personalità ipersensibili, appunto.
Persone dotate di grande fermezza, pronte a lottare per i propri
ideali, che soffrono terribilmente per le ingiustizie vissute anche non
necessariamente in prima persona. Essi conoscono la grande gioia così
come la disperazione, ma la maggior parte delle volte le incredibili
energie che si muovono con loro non vengono alla luce nella loro
interezza, e difficilmente chi gli sta attorno comprende ciò che
realmente stanno provando. Un intero universo può svilupparsi in un
piccolo corpo. Esempi di persone sensibili si trovano tra i grandi
maestri, apparentemente sempre quieti, in alcuni eroi e in alcuni
martiri, così come nelle persone all’apparenza più banali. Diversi modi
di vivere le stesse emozioni, ma cosa importante, sempre modi corretti.
Non esiste un prontuario della sensibilità, e bisogna diffidare da chi
spaccia l’abc della crescita animica come fosse una regola matematica.
Non esistono regole fisse, ma l’intuito ed il nostro cuore sanno ogni
volta ciò che è giusto, ascoltano la nostra anima e la servono
amorevolmente. Non esistono situazioni contrarie, sarebbero innaturali.
Gli individui sensibili sanno che la vita è la vera maestra, ed essa non
chiede nulla. Poniamo l’esempio di mettere nella stessa stanza tre
persone ed un’anima non incarnata. Una delle persone non è “sensibile” e
non prova alcuna emozione. Le altre due hanno sviluppato delle
particolari doti per cui sentono la presenza, ma in modo diverso. Una di
loro ha freddo, la pelle d’oca e vede un nastro di luce rossa
discendere fino a scomparire sotto il pavimento. L’altra si sente
toccare e subito dopo vede una sagoma di luce giallo/verde che lo scruta
immobile dall’angolo della parete. Subito si penserebbe a dei
ciarlatani. Ma non è così. Nessuno ancora può con certezza spiegare
perché questo avvenga. Si possono solo fare delle supposizioni. In base
ad alcune personali esperienze ho formulato un’ipotesi basata sui mezzi
di comunicazione. Innanzitutto dividiamo in tre grandi gruppi i metodi
di comunicazione:
- comunicazione materiale;
- comunicazione emotiva;
- comunicazione animica.
Il nostro fisico ha sviluppato degli apparati specifici perché la
comunicazione immediata avvenga. Per comunicazione immediata intendo ad
esempio la parola o la scrittura. Con simboli e vibrazioni diamo una
determinata informazione che verrà recepita esattamente come noi abbiamo
voluto. Per poter emettere determinate vibrazioni sonore ci affidiamo
alle corde vocali e per interpretarle ci affidiamo all’apparato uditivo
ed al nostro cervello. La scrittura e la simbologia vengono prodotte
usando gli arti ed interpretate dal cervello grazie alla vista.Questi
modi di comunicare possono rientrare in un primo grande gruppo, possiamo
posizionarlo in basso e chiamarlo “comunicazione materiale”, propria
del corpo fisico. Ci permette di comunicare con altri esseri simili a
noi. Nel mezzo si trovano i gesti, le espressioni ma anche l’arte. Una
comunicazione leggermente più astratta, più interpretabile che è basata
sulle emozioni. Per poterla comprendere bisogna aver sviluppato un certo
grado di sensibilità, più la nostra capacità di recepire gli sguardi,
gli stati d’animo delle persone e degli ambienti circostanti è forte,
più il nostro grado di coscienza è centrato. Con essa, non solo si
comprendono meglio le persone e ciò che realmente intendono, anche
quando usano parole sbagliate, ma si può comunicare ad esempio con gli
animali, con i neonati e con le piante. Perché questa comunicazione
avvenga bisogna che ai sensi del tatto, dell’udito e della vista si
aggiunga anche il corretto utilizzo del corpo emotivo. Uno stesso gesto
cambia di significato e di intensità a seconda di quello che il
comunicante sta provando e dal grado di sensibilità del ricevente.
Questo grande gruppo posizionato nel centro della nostra piramide può
essere chiamato “comunicazione emotiva”, propria del corpo emotivo. Nel
vertice c’è una comunicazione che si potrebbe definire concettuale,
telepatica. Non necessitano parole o gesti. Dentro noi sboccia
l’intenzione e il concetto della comunicazione del comunicante, senza
necessità di interagire con i propri corpi. Si possono prendere
d’esempio le nostre comunicazioni interne. Se vediamo una penna sul
tavolo, dentro di noi non abbiamo bisogno di formulare le parole che
spieghino cos’è, a cosa serve, come si usa, che sensazione proviamo
toccandola, se ci piace oppure no. La nostra memoria comunica tutte
queste informazioni alla nostra mente che le comunica al corpo emotivo, e
noi abbiamo la conoscenza dell’utilità e della funzionalità
dell’oggetto, e possiamo formulare delle proprie impressioni. Tutto
questo senza nemmeno una parola ed in modo immediato. Se questa
comunicazione viene trasportata su un piano più elevato ecco nascere una
comunicazione nuova, concettuale. È una “comunicazione animica” perché è
quella che due anime usano per comunicare, non avendo altri mezzi a
disposizione. La mente ci aiuta a decifrare ciò che l’anima ha recepito,
attraverso suoni, immagini e sensazioni da noi prodotte seguendo
determinati stimoli, perché purtroppo non siamo ancora in grado di usare
al meglio questo tipo di comunicazione. Riportato alle persone,
potrebbe essere la spiegazione del fatto di conoscere profondamente
qualcuno che prima non si era mai incontrato o addirittura la magia
dell’innamoramento. Questa è il tipo di comunicazione usata dai due
sensitivi nell’esempio sopra esposto, ed in questo modo è spiegato il
loro diverso metodo di interpretazione. L’anima di entrambi ha captato
il messaggio “ciao sono qui, non ho nulla di importante da dirti volevo
solo che tu ti accorgessi di me”. Effettivamente entrambi hanno ben
interpretato gli impulsi dell’anima, ma usando simboli diversi.
Con questa suddivisione si può notare che più ci dirigiamo al vertice
della nostra piramide delle comunicazioni, più la vibrazione usata è
leggera e più la capacità di interpretare è difficile. La difficoltà è
dovuta ai nostri preconcetti, al materialismo imposto dalla società ed
al nostro legame alle basse vibrazioni, proprie dell’uomo moderno. I
vari simboli usati dalla nostra mente per farci captare il messaggio
sono quelli che ha registrato la nostra memoria storica, questo supporta
il fatto che la visione è differente per ogni individuo sensibile. Per
chiarire meglio questo concetto prendiamo ora d’esempio la figura a
sinistra:
i soggetti adulti vedranno due corpi e nient’altro,
i bambini di 9 anni delfini e nient’altro,
a seconda delle immagini registrate nella nostra memoria.
Eppure l’immagine che stiamo guardando è la medesima.
a cura di Barbara
Speciale Goblin
Nel periodo d’oro degli anni 70/80, quando l’horror
e il thriller veniva sostenuto con dignitose e coraggiose produzioni
filmiche, compositori italiani come Ennio Morricone, Pino Donaggio, Riz
Ortolani e Fabio Frizzi realizzavano colonne sonore destinate a
lasciare il segno. Tra loro circolavano anche gruppi musicali che si
sarebbero poi accostati al mondo del cinema attraverso la loro musica.
In Italia, una delle band che meglio ha saputo avvicinare il suo stile
musicale con l’ambiente cinematografico è sicuramente quella composta
da: Claudio Simonetti, Fabio Pignatelli, Massimo Morante e Agostino
Marangolo ovvero i mitici Goblin.
Specializzati in colonne sonore di film perlopiù horror/thriller, i Goblin da quello storico 1975 (Profondo Rosso)
in poi grazie alla loro sorprendente maestria e alla fiducia del
regista romano Dario Argento realizzarono memorabili colonne sonore che
vennero poi ristampate in tutti i paesi del globo.
I Goblin
dunque, hanno rappresentato e rappresentano ancora oggi, un pezzo di
storia italiana nel mondo del cinema horror e non: a loro va quindi
l’omaggio di questo doveroso speciale.
LA STORIA DEI GOBLIN
In quegli anni Claudio Simonetti (tastiere, figlio del celebre maestro
Enrico), Walter Martino (batteria) e Massimo Giorgi (basso e voce) sono i
componenti principali della band Il Ritratto di Dorian Gray.
Il trio romano inizialmente è anche affiancato da Luciano Regoli
(cantante), Fernando Fera e Roberto Gardin alle chitarre. Il gruppo,
nella capitale, ottiene quasi subito una certa popolarità (la formazione
è tra le prime a suonare rock sinfonico in Italia), la loro tecnica è
assai efficace, ricca di sperimentazioni sonore, e i brani composti sono
delle vere e proprie “suitese” di parecchi minuti. Nonostante la loro
validità però, il gruppo non riesce a incidere nulla e, dopo alcuni
concerti e l’esibizione al Festival di Caracalla (1971), la band si
scioglie.
1973: OLIVER
Claudio Simonetti, Massimo Morante e Giancarlo Sorbello, partono per
Londra dove riescono a fissare un appuntamento con il famoso fonico
produttore Eddie Odford per fargli ascoltare alcuni loro pezzi. Odford,
impressionato positivamente dai loro demo, decide di produrre l’album
non appena terminata la tourneè americana con gli Yes.
Nel frattempo Claudio e Massimo ingaggiano il cantante inglese Clive
Haynes, conosciuto nella metropolitana di Londra e, quando rientrano a
Roma, includono nel gruppo il bassista Fabio Pignatelli e il batterista
Carlo Bordini: gli Oliver sono così definitivamente formati.
La band, dopo alcuni mesi di prove, riparte per Londra in attesa di
registrare il fatidico album ma Odford prolunga la tournee degli Yes e
così gli Oliver rimangono da soli a Londra facendo alcuni concerti e registrando delle sessions.
Il tempo passa inesorabilmente e il successo sperato per gli Oliver non arriva. Così il gruppo, profondamente deluso, ritorna in Italia lasciando però il cantante Clive in Inghilterra.
1973/74: CHERRY FIVE
In quel periodo gli Oliver
riescono a far ascoltare i loro brani alla Cinevox (la casa
discografica specializzata in colonne sonore) e per buona sorte
ottengono così un contratto.
Il cantante Clive Haynes viene sostituito da Tony Tartarini e il nome della band viene cambiato in Cherry Five che riesce finalmente a incidere il primo album (Cherry Five, album omonimo prodotto nel 1974 dalla Cinevox in vinile e dalla Vinyl magic in cd nel 1993, cantato in inglese).
1974: GOBLIN
Nei primi anni con la Cinevox Record i Cherry Five hanno dei cambiamenti di formazione. Tony Tartarini e Carlo Bordini escono di scena mentre il nome Goblin viene adottato per questioni commerciali dato che era già uscito il primo album dei Cherry Five e si volle fare una distinzione per non disorientare il pubblico. Nel 1974 la prima formazione dei Goblin
è così composta: Claudio Simonetti (tastiere), Walter Martino
(batteria), Fabio Pignatelli (basso) e Massimo Morante (chitarra).
1975: GOBILN E DARIO ARGENTO
In quegli anni il regista romano Dario Argento sta lavorando al suo nuovo film Profondo Rosso e per la colonna sonora è in cerca di una partitura rock. Il regista incontra i Goblin presso gli uffici della Cinevox e, nell’arco di una sola notte, nasce il tema principale del film che porterà i Goblin al successo mondiale. La colonna sonora di Profondo Rosso,
infatti, grazie anche ai memorabili pezzi di Giorgio Gaslini (famoso
jazzista e compositore orchestrale) e alla potenzialità della pellicola,
ottiene un grandissimo successo vendendo nel mondo più di un milione di
copie e viene ristampata praticamente in tutti i paesi del globo.
1976/77: ROLLER E SUSPIRIA
Maurizio Guarini (tastiere) e Agostino Marangolo (batteria) entrano nei Goblin nel 1976. Walter Martino, in procinto di entrare nei Libra viene così sostituito da Agostino e il gruppo, con questa nuova formazione, incide Roller, l’album più progressive e secondo molti il capolavoro della band. I bellissimi brani Roller, Snip Snap, Goblin e Dr. Frankenstein vengono utilizzati per il film di George Romero Martin - Wampyr.
Nello stesso anno i Goblin compongono un altro album progressive ovvero la colonna sonora di Perché si uccidono ma per quell’occasione il gruppo si fa chiamare Reale Impero Britannico.
La perfetta sintonia tra i Goblin e il regista Dario Argento nel 1977 ottiene nuovamente brillanti risultati e così in quell’anno esce Suspiria, l’album più sperimentale della band.
Sempre nel ’77 esce anche La via della droga, splendida colonna sonora (poco conosciuta) ristampata dalla Cinevox nel 1999.
1978: IL BAGAROZZO MARK
La defezione di Guarini è ormai prossima e il gruppo incide il primo album cantato (in italiano) Il fantastico viaggio del bagarozzo Mark
dove Morante, oltre a esordire come voce, è anche autore dei testi.
L’album, pur non essendo legato a nessun film (come del resto anche Roller) verrà comunque utilizzato in parte (giusto un paio di brani - La danza e Notte) per le pellicole Wampyr (George Romero) e L’altro inferno (Bruno Mattei).
Nonostante l’album sia una pietra miliare nella discografia dei Goblin
(ormai praticamente introvabile) questo lavoro rimane il loro più
grande fallimento commerciale che li porterà inevitabilmente allo
scioglimento.
1978/80: DA ZOMBI A CONTAMINATION
È il periodo più intenso per il gruppo: dopo il flop con Il fantastico viaggio del bagarozzo Mark la band si riprende tornando a comporre musica per film. Vengono così prodotte le colonne sonore per Zombi, Amo non amo, Patrick, Squadra Antimafia, Squadra Antigangsters e Contamination. Tra tutte spicca sicuramente Zombi (capolavoro ineguagliabile!) dove i Goblin dimostrano di passare da un genere musicale ad un altro con grande spigliatezza: dal rock elettrico con effetti elettronici di Zombi all'hard rock di Zaratozom, dal charleston di Torte in faccia a brani con venature jazzate come Zombi (supermarket).
Da Amo non amo in poi il chitarrista è Carlo Pennisi, al posto di Morante che tenta la carriera solista realizzando l’album Abbasso.
Il 1978 segna dunque lo scioglimento dei Goblin
anche se il gruppo non ha mai avuto una vera e propria rottura. Verso
la fine del ’78, infatti, ognuno dei componenti si occupa di altre
attività musicali oltre a quella dei Goblin. Il rock comincia a
cedere il passo alla dance e molti altri gruppi come il loro si
dividono. Dopo la morte del padre, Claudio sente la necessità di avere
altri sbocchi, avvicinandosi alla disco music mentre Massimo vuole
continuare la carriera di cantante. Marangolo, Pignatelli e Guarini non
hanno più nulla da dire e così le loro strade si separarono. Il marchio
“Goblin” non viene reclamato da nessuno e se ne appropria Pignatelli in
virtù di una clausola legale presente nel vecchio contratto. I Goblin, dunque, non si sono mai ufficialmente sciolti.
1982: TENEBRE
È il primo album dopo lo scioglimento (non ufficiale) del gruppo dove
Agostino Marangolo viene sostituito dalle batterie elettroniche di
Simonetti. Tenebre segna dunque la presa di potere della musica
elettronica e, infatti, con questo album si ha una vera e propria
svolta del loro sound.
Grandiose e memorabili le tracks Tenebre, Gemini, Flashing e Lesbo
che confermano l’assoluta sintonia tra i musicisti e il regista romano
Dario Argento: la musica è trascinante e zeppa di particolari sonorità.
Il brano Tenebre è stato realizzato con una batteria elettronica mentre per le parole “Paura, paura…” Claudio si è servito di un “Vocoder”.
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1984: PHENOMENA
Nonostante Simonetti continui a intraprendere la carriera solista e Pignatelli insista ad usare il marchio Goblin
(ottenuto in virtù di una clausola legale presente nel vecchio
contratto), i due musicisti collaborano insieme nella realizzazione
della colonna sonora di Phenomena, il nuovo film di Dario Argento.
L’eccezionale brano Phenomena, arricchito dalla voce del soprano italo-americano Pina Magri è composto da Simonetti mentre il ritmato Sleepwalking, il delicato Jennifer’s friends e l’elettronico The wind vengono scritti da Claudio in collaborazione con Fabio Pignatelli.
Malgrado il lodevole sforzo compiuto dai due compositori, Argento
purtroppo non lascia sufficiente spazio alla loro musica (infarcendo la
pellicola con pezzi di Motorhead, Iron Maiden, Bill Wyman & Terry Taylor, Simon Boswell) e così il dolcissimo brano Jennifer di Pignatelli viene usato in pochissime scene e, incredibile ma vero, il grandioso Jennifer’s Friends, non viene neanche utilizzato nel film!!
Come per Tenebre
anche in questo nuovo lavoro i musicisti si servono di sintetizzatori e
computers che rivelano chiaramente il loro salto concreto nella musica
elettronica.
1985: DÈMONI
Lamberto Bava insieme al regista/produttore Dario Argento sono alle prese con la realizzazione di Dèmoni,
pellicola altamente splatter, di grande successo, che segna in Italia
l’avvento dei demoni: creature infere particolarmente mostruose e
violente, partorite dalla mente visionaria di Argento e realizzate
dall’effettista Sergio Stivaletti.
Per le musiche viene chiamato Claudio Simonetti che realizza egregiamente gran parte dei brani presenti nella pellicola.
Capolavoro sorprendente, ricco di sonorità, e decisamente originale è Demon, primo brano che apre un album infarcito di brani perlopiù heavy metal (Motley Crue, Scorpions, Saxon, Accept) estremamente efficaci e di qualità. La presenza musicale di Simonetti nel film è fermamente essenziale: brani come Killing, ritmato e graffiante quanto basta, Threat, cupo e spettrale, Out of time, trascinante e malinconico, The evil one, tetro e fasciante, affermano senza ombra di dubbio l’eccezionale maestria di questo straordinario musicista.
1988: OPERA
Claudio Simonetti viene nuovamente incaricato per comporre le musiche di Opera, nuova fatica del regista romano Dario Argento.
Come per Phenomena e Demoni Argento utilizza anche brani di altri autori quali Bill Wyman & Terry Taylor, Roger Eno e Brian Eno lasciando fuori alcuni pezzi che Simonetti ha egregiamente composto.
Dolcissimo e poetico Opera, brano d’apertura dell’album che rievoca in parte lo stile di Phenomena e altrettanto eccellenti i pezzi Crows, Confusion e Cosmo.
1989: LA CHIESA
E’ il periodo in cui Argento e Michele Soavi stanno lavorando a un nuovo film. Il progetto è La chiesa,
pellicola diretta dal giovane Michele Soavi e prodotta da Dario Argento
dove per le musiche vengono incaricati principalmente Fabio Pignatelli e
Keith Emerson.
Le nuove sonorità di Pignatelli sono pressoché essenziali per la
pellicola, ricche di atmosfera trascinante, e inverosimilmente lugubri
nella loro stupenda enfasi. La chiesa, secondo brando
dell’album, è un capolavoro mistico innovativo che ha il potere di
evocare i meravigliosi affreschi alchimistici che il film, tra l’altro,
riproduce sapientemente. Altri brani di rilievo sono Possessione, inquietante, surreale, straordinariamente demoniaco e Lotte, miracoloso, profondo, evocativo.
Con La chiesa,
Pignatelli mette in netta evidenza il suo eccezionale talento musicale
dimostrandosi ancora una volta un compositore di estrema classe.
2000: NONHOSONNO
E’ l’anno che segna il ritorno dei Goblin al completo, dopo ben 22 anni di tormentata attesa. L’occasione, naturalmente, arriva con il nuovo film di Dario Argento Nonhosonno.
Con l’originale formazione (Agostino Marangolo: batteria, Massimo
Morante: chitarra, Fabio Pignatelli: basso e Claudio Simonetti:
tastiere), i Goblin tentano, nonostante l’avvento delle nuove
tecnologie, di mantenere il loro “sound” e contemporaneamente creare
sonorità diverse. E ci riescono alla grande senza perdere minimamente il
loro pregevole smalto.
Un ritorno memorabile che segna composizioni magistrali quali Non Ho Sonno, brano d’apertura dell’album, capolavoro assoluto di estrema forza trascinante e suprema originalità, Killer On The Train, vigoroso e ricco di stupende sonorità, Endless Love, divinamente passionale e intenso, Arpeggio-End Title, sperimentale e coinvolgente, Ulisse, malinconico e struggente, Death Farm, potente e superlativo.
Dario Argento lascia nuovamente spazio alle musiche e ancora una volta,
la perfetta sintonia tra il gruppo e il regista da i suoi stupendi
risultati.
2005/2006: BACK TO THE GOBLIN 2005
Dopo gli ennesimi contrasti tra i membri della band, Claudio Simonetti lascia nuovamente il gruppo.
Back To The Goblin 2005 è l’album che segna la prima produzione indipendente dei Goblin che
li ritroviamo in questa occasione così (ri)composti: FabioPignatelli
(Bass/Keyboards), Massimo Morante (Guitars), MaurizioGuarini (Keyboards)
e Agostino Marangolo (Drums).
Un progetto completamente
indipendente e coraggioso con una distribuzione autonoma (senza la
Cinevox quindi) principalmente on-line: il cd infatti è possibile
acquistarlo soltanto dal sito ufficiale www.goblinhome.com.
L’album è uno splendido esempio di tecnica e qualità, in bilico tra
rock/progressive purissimo e pop: otto tracce strumentali, intarsiati di
buio e splendore, eseguite con lo stesso talento e spessore che li
contraddistingue da sempre: un potente muro di suono propulso dagli
arditi castelli ritmici di Marangolo e Pignatelli, speziato dai riff
turbinanti e dagli assoli ruggenti sfoderati dalla chitarra di Morante, e
pittato dalle tastiere magniloquenti di Guarini.
Back To The Goblin 2005 probabilmente rimane il miglior album rock/progressive uscito in Italia da tempo immemore.
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DISCOGRAFIA ESSENZIALE
- PROFONDO ROSSO (1975) Goblin e Giorgio Gaslini
- ROLLER (1976)
- SUSPIRIA (1977)
- IL FANTASTICO VIAGGIO DEL "BAGAROZZO" MARK (1978)
- ZOMBI (1978) / DAWN OF THE DEAD (1979)
- AMO NON AMO (1979)
- SQUADRA ANTIGANGSTERS (1979)
- PATRICK (1979)
- GREATEST HITS (1979)
- CONTAMINATION (1980)
- GOBLIN (French compilation) (1982)
- VOLO (1982)
- TENEBRE (1982) Simonetti-Pignatelli-Morante
- NOTTURNO (1983)
- PHENOMENA (1984) / CREEPERS (1985)
- DÈMONI (1985)
- ZOMBI / TENEBRE
- GREATEST HITS (CD) (1987) 15-track version
- OPERA (1988)
- LA CHIESA (1989)
- THE GOBLIN COLLECTION 1975-1989 (1995)
- SOLAMENTE NERO (1996)
- PROFONDO ROSSO - The Complete Edition (1996)
- TENEBRE - The Complete Original Motion Picture Soundtrack (1997)
- PHENOMENA - The Complete Original Motion Picture Soundtrack (1997)
- BUIO OMEGA - The Complete Original Motion Picture Soundtrack (1997)
- SUSPIRIA - The Complete Original Motion Picture Soundtrack (1997)
- ECCITANTE! GOBLIN (1997)
- ZOMBI - The Complete Original Motion Picture Soundtrack (1998)
- SOUNDTRACKS VOLUME II (1998)
- SOUNDTRACKS VOLUME III (1998)
- ITALIAN HORROR SHOWCASE (1998)
- THE ORIGINAL REMIXES COLLECTION VOLUME 1 (1998)
- LA VIA DELLA DROGA (1999)
- NOTTURNO - The Original Motion Picture Soundtrack (1999)
- SQUADRA ANTIGANGSTERS - Original Motion Picture Soundtrack (1999)
- NONHOSONNO (2000)
- BACK TO THE GOBLIN 2005 (2005-2006)
BIOGRAFIE
Claudio Simonetti
Compositore,
arrangiatore, tastierista e produttore discografico, Claudio Simonetti
nasce a San Paolo (Brasile) il 19 Febbraio 1952 sotto il segno
dell'Acquario e studia composizione e pianoforte al conservatorio di
Santa Cecilia in Roma.
1972: con una grande predilezione verso il
"rock", Claudio inizia asuonare con il gruppo IL RITRATTO DI DORIAN GRAY
con il quale partecipa al festival pop di Caracalla a Roma.
1974: forma il gruppo Oliver con il quale si trasferisce a Londra per una serie di concerti.
1975: al ritorno in Italia il gruppo cambia nome in GOBLIN e Simonetti
entra ufficialmente nel mondo discografico componendo ed incidendo la
colonna sonora, ormai leggendaria, del film "PROFONDO ROSSO" di
Darioargento che vende oltre 3 milioni di copie.
1976: incide il secondo album dei GOBLIN: "ROLLER".
1977: compone le musiche di "SUSPIRIA" di Argento con i GOBLIN.
1978: con i GOBLIN realizza "ZOMBI" (DAWN OF THE DEAD) diretta da
George Romero, record di incassi in USA e con l'album "IL
FANTASTICOVIAGGIO DEL BAGAROZZO MARK" il gruppo si scioglie
definitivamente. Così, Simonetti inizia la sua attività discografica
come solista e produttore. Sempre nel 1978 compone le musiche per il
gruppo EASY GOING che con il brano "BABY I LOVE YOU", tratto dal loro
primo album prodotto con Giancarlo Meo, apre con successo la strada
della DANCE ITALIANA all'estero.
1979: sempre con la "Dance"
Simonetti raggiunge i vertici delle classifiche americane con il brano
"GIVE ME A BREAK" e il primo album di VIVIEN VEE.
1980: compone il
fortunatissimo brano "GIOCA JOUER" di CLAUDIO CECCHETTO sigla del
Festival di Sanremo del 1980 che produce con Giancarlo Meo.
1981:
Claudio entra nel mercato francese con i brani "WALKMAN" e "KASSO"
(Disco d'Oro 1981) ed è sceso primo album come solista che contiene
tutti brani presenti nella trasmissione di Gianno Boncompagni "SOTTO LE
STELLE" e che si intitola semplicemente: "CLAUDIO SIMONETTI".
1982:
Simonetti, con Morante e Pignatelli, due ex componenti dei GOBLIN
compone la colonna sonora del film "TENEBRE" di Dario Argento.
1984:
la sua carriera di musicista ha uno dei momenti più prestigiosi quando,
a Gennaio, viene chiamato per comporre le musiche e dirigere una grande
orchestra formata da 50 giovani musicisti nella trasmissione "BUON
COMPLEANNO TV", presentata da Pippo Baudo, dove la Rai festeggiai suoi
trent'anni di attività con la partecipazione dei più grandi nomi dello
spettacolo. Da questo programma il disco "I LOVE THE PIANO" e "JAMAICAN
STYLE" che escono anche in USA con la Salsoul Records. Nello stesso anno
continua la collaborazione con Argento con "PHENOMENA" e con il regista
Ruggero Deodato con il film "INFERNO IN DIRETTA".
1985: compone le
musiche per il film prodotto da Argento "DEMONI" diretto da Lamberto
Bava e sempre con Ruggero Deodato compone le musiche per il film
"CAMPING DEL TERRORE".
1986/87: Simonetti partecipa al programma
"PRONTO, E' LA RAI?" come musicista e animatore con Giancarlo Magalli e
Simona Marchini.
1988: compone le musiche per il film "OPERA" di Dario Argento.
1989: partecipa al programma con Giancarlo Magalli "DOMANI SPOSI" in onda tutti i giorni su Rai Uno.
1991: dopo vari concerti dal vivo, Simonetti, col suo gruppo realizza
un album dal titolo: "SIMONETTI HORROR PROJECT" contenente le nuove
versioni dei brani di film di Argento tra i quali: "PROFONDO ROSSO" -
"SUSPIRIA" - TENEBRE e "PHENOMENA". L'album, dopo aver venduto 100.000
copie a soli due mesi dalla sua uscita, raggiunge i primi posti delle
classifiche italiane ed esce anche in Usa e in Europa. Inoltre
"SIMONETTI HORROR PROJECT" è anche disponibile in un HOME VIDEO della
durata di 67 minuti che contiene tutti i 10 brani dell'album girati in
un teatro dove Simonetti e il suo gruppo si esibiscono con vari effetti e
immagini tratte dai film horror.
1992: esce l'album "HORROR PROJECT II-DAYS OF CONFUSION" con nuovi brani horror.
1995: esce l'album dal titolo: "X-TERROR FILES" dove Simonetti
ripropone una nuova raccolta di successi "Horror & Thriller" del
cinema e della televisione. L'album contiene, oltre ai successi dei film
di Argento, anche brani quali: "X-FILES" - "HALLOWEEN" - "BLADE RUNNER"
- "1997: FUGA DA NE YORK" - "GAMMA", tutti riarrangiati con una veste
completamente nuova. "X-TERROR FILES" raggiunge le 350.000 copie vendute
nei primi tre mesi di uscita entrando nei primi posti delle classifiche
dei dischi più venduti.
1997: ispirato al rock progressive degli
anni settanta esce il CD "CLASSICS IN ROCK" contenente 14 brani scelti
tra i più belli dellamusica classica e completamente riarrangiati. "PER
ELISA" - "CHIARO DILUNA" - "TOCCATA E FUGA" - "BOLERO" - "AREA SULLA 4a
CORDA" - "IL VOLODEL CALABRONE" sono alcuni fra i titoli dei brani
dell'album. Nello stesso anno compone le musiche per i film Usa "THE
VERSACE MURDER" del regista e produttore Menahem Golan ed esce con il CD
"THE END OF MILLENIUM", un "Greatest Hits" con l'aggiunta di sei brani
nuovi.
1998: esce in Italia il CD di "THE VERSACE MURDER" contenente 26 brani tratti dal film.
1999: in veste di tastierista e produttore Simonetti forma il gruppo
dei DAEMONIA con Nicola Di Staso: chitarra, Federico Amorosi: basso,
Titta Tani: batteria, con il quale registra il CD "DARIO ARGENTO
TRIBUTE".
2000: esce il CD "DARIO ARGENTO TRIBUTE" distribuito dalla
S4/Sony. Il CD contiene gli ultimissimi arrangiamenti in chiave rock,
con l'aggiunta di una grande orchestra sinfonica, dei brani più
significativi tratti dalle colonne sonore di Dario Argento. Con i
DAEMONIA Simonetti registra un album live con una grande orchestra e a
novembre suona al CULT-CON 2000 a New York in un concerto organizzato
dai fans americani.
2001: Claudio dopo aver partecipato a vari
festivals internazionali del cinema del Fantastico, come giurato
(Barcellona, Bruxelles, Roma, Seul, Skopje), incontra a Barcellona Dario
Argento il quale gli propone di ricostituire il leggendario gruppo dei
GOBLIN per il suo nuovo film: "NON HO SONNO". Con la band al completo:
Massimo Morante alla chitarra, Fabio Pignatelli al basso, Agostino
Marangolo alla batteria e Claudio Simonetti alle tastiere, i GOBLIN
compongono e suonano la colonna sonora del film mantenendo inalterate le
vecchie sonorità abbinate alle nuove tecnologie.
Sito ufficiale: www.claudiosimonetti.com
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Agostino Marangolo
Capelli
lunghi+metropoli=droga+violenza. Quando il padre capisce che la Sicilia
non è l’ambiente ideale perchè una rock band possa emergere, riesce a
metterli in contatto con un produttore della RCA nel ‘69, che dà loro
l’opportunità di formare il gruppo Flea on the honey (Antonio,
Agostino e il cugino Carlo Pennisi, produttore di Paola Turci e Fabio
Pignatelli), incidendo l’album omonimo nel ‘70 e Topi o uomini del ‘73. Nel ‘75, dopo aver inciso l’album omonimo con gli Etna,
in un locale romano frequentato assiduamente dai “nostri”, Ago conosce
Walter Martino, Claudio Simonetti e Massimo Morante. Egli si unisce al
gruppo durante la registrazione di Profondo Rosso,
in sostituzione di Martino. È accolto con molto entusiasmo, diviene
subito amico di Pignatelli, anch’egli appassionato di jazz-rock; gli
altri Goblin sono invece orientati verso il rock progressivo dei Genesis e degli Yes. Agostino suona e inserisce qualche idea nel brano Death dies. Dopo aver inciso pietre miliari, una dietro l’altra, nel campo delle colonne sonore (Suspiria, Zombi), i Goblin fanno un grosso fiasco con l’album Il fantastico viaggio del bagarozzo Mark.
Si comincia a litigare sulla direzione da prendere, Marangolo e
Pignatelli vogliono continuare a comporre musica da film, mentre
Simonetti ha preferito andarsene per conto suo. A questo punto Ago, suo
fratello, Pennisi e Guarini incidono Patrick, Buio Omega e Contamination. Il fratello Tony, poi incide Notturno e St. Helene, ma ormai i Goblin non ci sono più. Ago si unisce nel 1980 ai Perigeo,
gruppo jazz rock, assieme a Pennisi (chitarra), al leader Giovanni
Tommaso, e Danilo Rea (piano); partecipa all’incisione della colonna
sonora di L’aldilà di Lucio Fulci per Fabio Frizzi e va in
tournée con Alberto Fortis. Successivamente intraprende una
soddisfacente carriera di session man.
Maurizio Guarini
Maurizio
Guarini nasce a Roma il 25/1/1955, sotto il segno dell’acquario.
Comincia a strimpellare la chitarra a dieci-undici anni, quindi si
unisce ad altri suoi coetanei suonando musica rock negli spettacoli
organizzati dalla scuola e infine, passato alle tastiere e al piano
elettrico, si è addentrato poco alla volta nell’ambiente jazz. Quando
nel 1975 incontra i Goblin ci sono dei diverbi tra Simonetti, Martino e il resto dei componenti e, siccome Profondo rosso
riscuote un certo successo, cercano con urgenza dei musicisti che
possano rimpiazzare i defezionari per portare avanti la tournée di due
mesi dal Nord al Sud dell'Italia. Musicalmente Guarini è influenzato dal
rock romantico dei Genesis, e dal rock canterburyano dei
Gentle Giant, mentre non ama il cosiddetto rock “duro”. Tutti sanno che
ha partecipato alle registrazioni di Roller, ma non tutti sanno che ha partecipato anche a quelle di Suspiria,
ma il suo nome non compare, perché dopo aver inciso i brani Guarini ha
dei diverbi con l’editore Carlo Bixio riguardo al compenso che gli
spetta e per un attimo pensa seriamente di lasciare i Goblin. Collabora in Patrick e Contamination più come amico che come professionista: per questo non compare nei titoli. Dopo la collaborazione con i Goblin “argentiani” incide Volo sulla base di alcuni testi scritti da sua moglie, conosciuta proprio in quest’occasione. Tutti i brani, eccetto Est (che poi ritroveremo in versione leggermente differente in Notturno)
sono cantati da Mauro Lusini. Per quel disco si ricostituiscono i
Goblin schierati con, oltre Lusini: Fabio Pignatelli al basso, Marco
Rinalduzzi alla chitarra, Guarini alle tastiere e Derek Wilson alla
batteria. Il brano che dà il titolo all’album, dopo aver fallito la
partecipazione al Festival di Sanremo, sarà utilizzato per quattro mesi
come sigla finale della trasmissione DiscoRing. Dopo una serie
di tournées con i più famosi cantautori italiani, Guarini è chiamato da
Pino Donaggio per programmare il suo sequencer nella colonna sonora di Sotto il vestito niente.
È l’inizio di un sodalizio artistico che dura tuttora. Come musicista
cinematografico ha preso parte anche alle colonne sonore di Shock (1977 dei Libra), Zombi 2 (1979 di Fabio Frizzi) e L’Aldilà (1981 ancora di Frizzi).
Massimo Morante
Massimo
Morante è nato a Roma il 6/10/1952, sotto il segno della bilancia.
Inizia a studiare la chitarra elettrica a quattordici anni. È
appassionato di rock-blues, nonché fan del grande Jimi Hendrix. A
diciotto anni conosce, tramite amici in comune, Claudio Simonetti e
Walter Martino. Nei Goblin ha suonato una chitarra acustica
Martin e le chitarre elettriche Fender Stratocoaster, Gibson Les Paul e
Custom. È il bello del gruppo. Nell’album Il fantastico viaggio del bagarozzo Mark ha esordito sia come cantante che come autore delle liriche. La sua presenza in Zombi è determinante: tutto il disco, infatti, si basa sulla chitarra elettrica e su quell’acustica. Chitarrista dei Goblin fino al 1978 (ultima collaborazione Zombi e, indirettamente, Wampyr), ha lasciato il gruppo (tornandovi solo nel ‘82 in occasione di Tenebre) per intraprendere una carriera solista durata lo spazio di tre soli album: Abbasso (Cinevox 1979), Corpo a corpo (Zerolandia 1982), ed Esclusivo (Zerolandia 1984). Successivamente ha lavorato come session man per i migliori artisti italiani.
Fabio Pignatelli
Fabio
Pignatelli è nato a Roma il 30/10/1953 sotto il segno dello scorpione. A
undici anni ebbe il primo approccio con la musica suonando la chitarra,
ma durò pochi mesi. Poi, a tredici anni, cambiò scuola e iniziò a
frequentare un ragazzo che suonava molto bene la chitarra. Erano gli
anni ‘66/‘67 e le canzoni che si suonavano erano quelle dei Beatles e dei Rolling Stones e di tutti gli altri gruppi inglesi che in quel periodo andavano per la maggiore, più di altri complessi italiani, (Equipe ‘84, I Corvi
ecc.). Alla fine del ‘67 Pignatelli passò alle scuole superiori, e,
sempre suonando la chitarra, nelle cantine, ebbe modo di entrare in
contatto con i primi gruppi. Si suonavano brani dei Procol Harum e Spencer Davis Group.
Verso la metà del ‘68 il bassista del gruppo se ne andò e fu sostituito
da Fabio, per il quale, il basso elettrico divenne il suo strumento,
pur non abbandonando la chitarra. Alla fine del ‘68 si passò dal beat al
pop. Si ascoltavano e si emulavano gli Iron Butterfly, Jimi Hendrix, Cream, ecc. Alla fine del ‘69 Pignatelli fu chiamato nel gruppo Le Rivelazioni
(che aveva già inciso un disco!!!) per sostituire il bassista e, da
quel momento, Fabio iniziò a lavorare professionalmente con la musica.
Il bassista modello era in quel periodo Jack Bruce dei Cream e con il suo gruppo partecipò ai festival di Caracalla, Villa Pamphili, Villa Borghese ecc. suonando le cover dei Cream, Black Sabbath, Uriah Heep e Led Zeppelin, cominciando però a comporre e ad arrangiare brani propri. Nel ‘72 entrò a far parte dei siciliani Flea on the Honey. Con loro fece alcune tournée e concerti finché nel ‘74 entrò a far parte dei Cherry Five. Fu la sua prima esperienza con le tastiere e i gruppi cui si faceva riferimento erano quelli prog-rock (Yes, King Krimson, Genesis) e i bassisti erano Chris Squire, John Wetton ecc. Nel ‘75 si unì ai Goblin dopo la registrazione dell’album Cherry Five.
Ora è specializzato in chitarra, basso, arrangiamenti, composizione e
programmazione di tastiere e computers. La sua discografia con i Goblin è identica a quella di Simonetti fino a Martin (Wampyr)
(versione per il mercato italiano del 1979) di George A. Romero,
dopodiché ha registrato per suo conto sulla scia del genere “gobliniano”
una serie di brani inediti ai quali si sente molto legato e, sempre con
il marchio Goblin, ha composto le colonne sonore di Patrick (1979), Amo non amo (1979), Contamination (1980), St. Helene (1981), Notturno (1981), Tenebre (1982) assieme a Morante e a Simonetti, Phenomena (1984) e La chiesa.
Alla sua attività di compositore di colonne sonore alterna una serie di
partecipazioni alle tournée dei maggiori cantautori italiani.
Walter Martino
Walter
Martino è nato a Milano il 18/4/1953, sotto il segno dell’ariete. Si
avvicina prestissimo alla musica studiando pianoforte classico, ma, ben
presto, si dedica anche alla batteria, lo strumento che più lo emoziona.
A diciassette anni conosce Simonetti. In questo periodo Martino suona
in un gruppo di rockettari scatenati i quali tentano di emulare le
musiche di Jimi Hendrix, dei Cream e di altri gruppi inglesi. Claudio gli propone di suonare insieme e così formano il Ritratto di Dorian Gray un gruppo che cerca di anticipare un discorso musicale tipo rock barocco, portato avanti poi dai Goblin. All’epoca vanno di moda nomi altisonanti per i complessi (allora si chiamavano così) musicali come Il Banco del Mutuo Soccorso, La Premiata Forneria Marconi.
Questi giovani musicisti, per non essere da meno pensano di chiamare il
loro gruppo con questo nome. Il gruppo si scioglie quando Simonetti
parte per il servizio militare, allora Martino continua a suonare con
altri gruppi come Raccomandata con Ricevuta di Ritorno e Reale Accademia di Musica. Poi entra a far parte dei Goblin, con i quali compone ed esegue la colonna sonora di Profondo rosso (1975). Durante la fase di missaggio di Profondo rosso è contattato dai Libra, gruppo composto dal chitarrista Nicola di Staso (Daemonia),
dal tastierista Sandro Centofanti, dal cantante Federico d’Andrea e dal
bassista Dino Kappa. Egli accetta senza pensarci due volte anche perché
si sente più portato per il funky-rock-jazz (oggi chiamato “fusion”)
che per la “Goblin music”, come la definisce Simonetti. Dopo aver inciso
due LP e aver partecipato ad una lunga tournée in America come “spalla”
a nomi internazionali come Frank Zappa, nel ‘76 i Libra tornano in Italia, e nel ‘77 vivono un’esperienza analoga a quella dei Goblin, incidendo la colonna sonora del film Shock (Transfert-Suspence-Hypnos)
dove per quell’occasione viene chiamato il regista Mario Bava in
persona, disco che in Italia non riscuote un grande successo; al
contrario, all’estero, le cose vanno diversamente, e ancora oggi il
batterista riceve dal Giappone i diritti SIAE di quel disco. Abbandonati
i Libra, Martino incide album solisti, diventando nel contempo
uno dei batteristi più richiesti dai migliori artisti italiani
(Baglioni, Mina, ecc.). Partecipa anche alla composizione delle musiche
di Amo non amo (Goblin, 1979), Tenebre (Simonetti, Morante e Pignatelli, 1982) e Phenomena (Simonetti e Pignatelli, 1984). Dopo aver inciso alcuni album con i Program Two (World to Stone, 1985) e a nome suo (Nervi a pezzi, 1988), nel ‘90 forma i Percussion System, proponendo brani di sua composizione.
Speciale realizzato in collaborazione con Demetrio Cutrupi.