Presentato al Locarno Film Festival e candidato al Nastro d’Argento
Una storia nera e crudele in un piccolo mondo composto da cose negative ma conosciute
Piano piano (Italia, 2022)
Regia: Nicola Prosatore. Soggetto: Nicola Prosatore. Sceneggiatura: Nicola Prosatore, Antonia Truppo, Francesco Agostini, Davide Serino. Fotografia: Edoardo Carlo Bolli. Montaggio: Marco Signoretti. Musiche: Francesco Cesari. Scenografia: Gaspare De Pascali, Brunella De Cola. Costumi: Giuseppe Ricciardi. Produttori: Nicola Prosatore, Antonia Truppo. Produttore Esecutivo: Ersilia Gagliardi. Case di Produzione: Briciolafilm, Eskimo, Rai Cinema. Distribuzione (Italia): I Wonder Pictures. Lingua Originale: Italiano, Napoletano (sottotitolato). Paese di Produzione: Italia, 2022. Durata: 84’. Genere: Drammatico. Interpreti: Dominique Donnarumma (Anna), Giuseppe Pirozzi (Peppino), Antonia Truppo (Susi), Giovanni Esposito (Totonno), Antonio De Matteo (il mariuolo), Massimiliano Caiazzo (Ciro), Lello Arena (Don Gennaro).
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Debutto cinematografico per il napoletano Nicola Prosatore (1981), da tempo buon regista televisivo (da Le chiavi del mistero - 2006 a Wanna - 2022), con un film che si propone di raccontare l’adolescenza e la camorra nel 1987, la vita quotidiana in una periferia malavitosa partenopea, con il sottofondo del primo scudetto vinto dal Napoli. Presentato al Locarno Film Festival e candidato al Nastro d’Argento per il miglior soggetto, il film esce insieme alla serie di successo sulla popolare conduttrice di televendite Wanna Marchi. Anna (Donnarumma) è una ragazzina di 14 anni che è appena diventata signorina e vive in un quartiere delinquenziale di Napoli dove tutti la chiamano principessa, perché sua madre cerca di evitarle contatti malavitosi e amicizie complicate. Nel cortile del suo palazzo accade di tutto e un singolare personaggio come Don Gennaro (Arena) detta legge e conduce affari illegali, dalle scommesse clandestine al contrabbando di sigarette. Proprio vicino al quartiere sta sorgendo una strada sopraelevata e molte famiglie vengono sfrattate, contemporaneamente in una catapecchia abbandonata Don Gennaro ha fatto nascondere un mariuolo (De Matteo), reo di aver ucciso un uomo politico partenopeo. Anna conosce Peppino (Pirozzi), un coetaneo di cui pare innamorata, ma al tempo stesso è suggestionata dal delinquente nascosto al quale ogni giorno porta generi alimentari. Il regista racconta la fine dell’infanzia per due ragazzi e un’innocenza che svanisce, ambientando molto bene una storia nera e crudele in un piccolo mondo composto da cose negative ma conosciute, che va abbandonato per affrontare la vita con tutte le sue incertezze. Il riscatto della ragazzina, la fuga del giovane, il cambiamento segnato da un evento imprevedibile, vanno di pari passo con i festeggiamenti per la vittoria del Napoli di Maradona nel campionato di Serie A che coincidono con la fine della storia. La sceneggiatura del film è del regista (produttore e autore del soggetto) che collabora con Truppo (interprete di un piccolo ruolo), Agostini e Serino, realizzando una storia ricca di colpi di scena e ravvivata da una sorpresa finale che giunge inaspettata, come una sorta di colpo di teatro. Marco Signoretti è autore di un montaggio snello (84’) che permette un racconto lineare senza tempi morti, segnato da una colonna sonora suggestiva composta da Francesco Cesari. Fotografia anticata, nitida per i numerosi esterni e cupa negli interni claustrofobici a cura di Edoardo Carlo Bolli. Abbiamo visto il film su Rai 5, senza inserti pubblicitari, ma la pellicola è reperibile su Rai Play. Il regista è bravo e ispirato, ottimo direttore di giovani attori, gira un film che merita la visione, dimenticando lo stile televisivo ma seguendo le buone regole del cinema d’autore.
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A cura di Gordiano Lupi
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