Morto Wes Craven, il papà di Freddy Krueger

Ci ha lasciati ieri, 30 agosto, nella sua casa di Los Angeles, il regista Wes Craven, autore della saga di culto Nightmare, dove lanciò proprio in quell'occasione un giovanissimo Johnny Depp, alla sua prima grande prova. Aveva 76 anni e da tempo era malato di cancro. Pioniere del cinema dell'orrore, esordì nel 1972 con l'agghiacciante L’ultima casa a sinistra e, negli anni Novanta, terrorizzò il vicinato con la serie Scream.
Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense, imparò i primi rudimenti del montaggio dal documentarista Harry Chapin. Nato a Cleveland, in Ohio, il 2 agosto 1939, Craven è cresciuto in una rigida famiglia battista, tenuto isolato dal resto del mondo. Dopo essere divenuto assistente al montaggio di documentari, dirige poco tempo dopo un film softcore insieme al regista Sean S. Cunningham. (il futuro autore di Venerdì 13).
Nel 1972 dirige il suo primo vero film L'ultima casa a sinistra ed è subito un grande film, una sorpresa per i cultori del genere horror, una pellicola exploitation ispirata al classico del regista svedese Ingmar Bergman, La fontana della vergine. Pur girato con un budget assai ridotto, il lungometraggio ebbe un certo impatto sul pubblico dell'epoca, specie per il suo stile realistico e sanguinario, estremo e cinico.
Ma il grande successo per Craven arriva nel 1984, quando girò il primo della fortunata serie horror che ha come protagonista l'ormai mitico Freddy Kruger: Nightmare - Dal profondo della notte (A Nightmare on Elm Street).
In seguito Craven girò numerosi film, tra cui Dovevi essere mortaIl serpente e l'arcobaleno, Sotto shock, La casa nera, Nightmare - Nuovo incubo e Vampiro a Brooklyn mentre negli ultimi anni si dedicò soprattutto alla produzione, patrocinando anche alcuni remake delle sue pellicole più famose.
    
       

Pensiero del giorno - Albert Camus 27/08/2015

Non essere amati è una semplice sfortuna; la vera disgrazia è non amare. (Albert Camus)
 
 

Paura nella città dei morti viventi di Lucio Fulci


Diciamo prima di tutto che il sanguinolento raggiunge qui vertici (artistici?) inimmaginabili. Il regista non ammorbidisce mai l’atmosfera cupa con l’ironia, accentuando anzi il lato morboso/macabro della vicenda (scritta insieme a un Sacchetti particolarmente ispirato). Il sovrannaturale e il gore vengono miscelati con terribile efficacia. La costruzione del plot, in cui le singole scene si susseguono senza una necessità forte, impediscono allo spettatore di godere dello spettacolo dell’orrido, che dunque finisce per non assolvere alla sua funzione catartica: l’occhio di chi vede sanguina come quello dei personaggi, perché non c’è alcun riparo consolatorio. Non vi è lieto fine, né vi sono eroi o interpretazioni di particolare bravura che possano in qualche modo mitigare l’effetto delle scene più scioccanti. Anzi, Fulci brutalizza proprio i due attori di maggior richiamo (in cui in teoria lo spettatore avrebbe potuto identificarsi), vale a dire l’americano Christopher George, il duro di tanti western, e la svedese Janet Agren, sex-symbol degli anni Settanta. Mentre la narrazione è elaborata in una maniera più complessa di quanto possa sembrare (e guarda al Carpenter di Fog), la vicenda è riassumibile in poche righe (il che non rappresenta necessariamente un difetto). In una cittadina americana un prete si uccide impiccandosi a un albero del cimitero. Nello stesso tempo a New York una giovane medium ha una visione del suicidio che la fa cadere in preda al deliquio. Creduta morta, viene quindi sepolta. Solo l'intervento di un giornalista le salva la vita. Intanto i morti viventi usciti dalle tombe cominciano a invadere la cittadina. Varie volte i personaggi pronunciano la parola “paura” nel corso del film, e la paura (della morte) è davvero il tema dominante dell’intera produzione orrorifica di Fulci. Agghiacciante, sadico (si veda ad esempio la scena estremamente dettagliata del ragazzo ucciso con il trapano), lento di una lentezza insostenibile perché squarciata da particolari atroci e nauseabondi (la ragazza che vomita le propria interiora), Paura nella città dei morti viventi è stato tempo fa beffeggiato da Tarantino (peraltro a suo dire grande estimatore di Fulci) per i living dead troppo impacciati nei movimenti. A parte che non è del tutto vero (in una scena notturna un morto vivente interpretato dal futuro regista Michele Soavi aggredisce il bambino compiendo un balzo atletico) ma proprio in questo sta l’intuizione di Fulci: è vero, gli zombi sono lenti (o meglio, la messinscena finisce quasi per cristallizzarne la presenza), e per questo fanno più paura dei vampiri acrobati di Dal tramonto all’alba o dei morti viventi da baraccone, esagitati di Raimi e Peter Jackson. Sono lenti, ma sai che prima o poi ti prenderanno. È questa attesa che agghiaccia il sangue nelle vene. L’attesa fa inorridire più del sangue. Il film di Fulci però non è solo sangue, orrori a non finire e paura. Bellissima, ipnotica la colonna sonora di Fabio Frizzi. La visione della bassa macelleria fulciana è dunque altamente consigliata come antidoto al piattume cine-italico contemporaneo.

    
a cura di Roberto Frini
    

Il vicino di Andrea Biscaro

A volte basta un niente per sconvolgere la nostra vita. Una decisione sbagliata, una parola di troppo o un evento incontrollabile. Nel caso del pittore protagonista de Il vicino, gli sconvolgimenti arrivano da un misterioso film fattogli recapitare per posta da un mittente anonimo. Nella pellicola il pittore, in una sorta di incubo visionario, rivede se stesso mentre violenta e uccide una donna, facendo in seguito scempio del suo corpo. Dal momento che non ricorda affatto di essersi reso protagonista di quel gesto efferato, perde l’orientamento e inizia a sospettare di tutti. Quando poi le incongruenze si moltiplicano anche nella vita reale trasformando tutto un incubo senza sosta, il pittore inizia la sua personale fuga dall’orrore e dai sospetti interessamenti nei suoi confronti da parte del suo vicino di casa, l‘avvocato Ranieri.
Con Il vicino, Andrea Biscaro riesce nel difficile intento di coinvolgere appieno il lettore nell’oscuro vortice psicologico su cui si fonda questo thriller mozzafiato. E lo fa utilizzando uno stile coinciso, pulito, dettagliato, a tratti anche chirurgico. Il flusso di coscienza del protagonista che parla in prima persona e al presente, i suoi pensieri e le sue convinzioni interiori, sono fondamentali per far risaltare appieno la distorsione con il reale che emerge dall’intera vicenda. Personaggi realistici e dialoghi ben strutturati rendono la lettura avvincente e gradevole, nonostante la presenza qua e là di alcune ridondanze fastidiose (come il continuo “Se qualcuno potesse vedere…” al termine della maggioranza dei capitoli). Molti i richiami della trama a storie analoghe (uno su tutti The Game, di David Fincher) e copiose strizzate d’occhio a svariati fumetti dell’orrore, con al centro, ovviamente Dylan Dog. Una vicenda da dejavu, insomma, ma pregna di talento stilistico che la rende gradevole e appassionante.
          
SCHEDA
Il vicino
Autore: Andrea Biscaro
Editore: Safarà Editore
Edizione: 2014, pagine 194
Collana: L'Uomo Nero
Codice ISBN: 978-88-97561-24-8
          
a cura di Giorgio Mazzola
          

La viaggiatrice incantata - Edizioni Il Ciliegio

La redazione GHoST segnala La viaggiatrice incantata, il nuovo romanzo dello scrittore marchigiano Giovanni Di Nicola edito da Il Ciliegio Edizioni. Tra le pagine di questo nuovo lavoro, troviamo l’originalità di una storia intrigante e ricca di spunti che potrebbero essere definiti quasi surreali. Di Nicola dà vita a un personaggio affascinante e malinconico che rapisce il lettore.
Scritto in forma diaristica, La viaggiatrice incantata è un frammento di vita di una trentenne, Paola, costretta da un lavoro misterioso a un doppio pendolarismo, in Italia tra Rimini e Bologna, e ovunque per i cieli del mondo. Il diario fotografa le vicende della protagonista da un afoso ferragosto giapponese, a una surreale vigilia di Natale riminese. Vicende fatte di solitudine ed indipendenza, descrizioni di angoli di mondo, assurdità e dismissione. La religione sembra far parte del suo lavoro misterioso; anima strambi incontri con astronomi, biologi e fisici. Guida scelte cinematografiche. E così Paola ascolta la voce del mondo da Isoradio e vede scorrere la vita attraverso il parabrezza lucido della sua macchina nuova; pranza disincantata su un’altalena e dorme aiutandosi con la valeriana. L’umanità rimane all’esterno, estranea. Poi ci sono anche bottiglie di vino stappate ai piedi del divano Ikea, confidenze ad un amico che è anche un po’ amante, un ex che non riesce ad andarsene del tutto dalla testa, ed un’amica iperattiva. Il velo che avvolge la vita solitaria di Paola, viene però improvvisamente squarciato dalla lettura di un diario che presenta inquietanti similitudini con la sua infanzia. Un improvviso impulso la spinge ad interrompere la monotonia della sua vita e la porta alla ricerca del proprio passato. Compagna di viaggi fuori dal tempo, un’anziana amica della madre.
La viaggiatrice incantata, Anno: 2015, pagine: 212, Codice ISBN: 978-88-6771-216-8,
Collana: Narrativa, Editore: Il Ciliegio Edizioni. 
      
      
L'AUTORE
Giovanni Di Nicola nasce nel 1969 ad Urbino. Laureato in fisica, da circa vent’anni ricerca e insegna presso l’Università Politecnica delle Marche. Nel 1998 pubblica il volumetto Clementina, un testo quasi auto-prodotto, edito da Sapere Nuovo. Nel 2002 Ladro di Farfalle, edito da Panozzo Editore, una quasi-pièce teatrale che si aggiudica nello stesso anno il secondo posto al Premio Garcia Lorca di Torino. Nel 2010 pubblica Nella prospettiva dei tempi (Graus Editore), la storia di due amici, tra avventure strampalate e incontri surreali. Il romanzo ha conseguito numerosi riconoscimenti a livello nazionale, tra cui il Premio Letterario Internazionale di Poesia e Narrativa “Città di Cava dei Tirreni” (2007); finalista al Premio Logos, (2007); segnalato per originalità e interesse al concorso letterario “Chiave di Svolta” (2007); secondo posto al Premio Internazionale “Città di La Spezia” (2011); premio del presidente al Premio “Roberto Micheloni - Val di Magra” (2011); finalista al concorso letterario “Alberoandronico” (2012).
      

Pensiero del giorno - Gene Simmons 21/08/2015

Sei stato bravo Ramsay ma non ti è servito a niente! ...Ti piace la vista? (Gene Simmons in Runaway)

Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci

In un paesino della Lucania un assassino ha ucciso tre bambini. Fin dall'inizio i sospetti cadono su una ricca signora di città da poco arrivata in paese e su una donna dalla fama di fattucchiera. Un giornalista, casualmente sul posto, riuscirà a risolvere il caso e a riportare l'ordine. (Fonte: Ibs)
Dagli stilemi del genere thriller/horror anni Settanta si discosta abbastanza nettamente Non si sevizia un paperino, il film più duro e provocatorio di Fulci, e anche quello che forse più di ogni altro dimostra quanto il regista usasse il genere per raccontare vicende particolarmente forti. Fu lo stesso regista a definirlo un giallo «atipico», poiché ambientato in un paesino del Sud dove il progresso si scontra con l’ignoranza e la superstizione. Il terrore è, in questo caso, tutto nella descrizione di personaggi trasfigurati dalla vena polemica del regista. Di suspense ce n’è poca, in compenso l’efferatezza del massacro della donna considerata una strega (Florinda Bolkan) è ancora oggi insostenibile, e la figura del prete (Marc Porel) che uccide i bambini per preservarne la purezza realmente inquietante. Diversamente da Argento, Fulci pone quasi in secondo piano la figura del giornalista che indaga (Tomas Milian), per seguire le varie figure del paese, finendo per girare un film corale. Il regista è anche autore del copione insieme ai suoi sceneggiatori di fiducia Roberto Gianviti e Gianfranco Clerici, mentre tra gli altri interpreti troviamo Barbara Bouchet, che interpreta la figlia di un paesano arricchito.
   
a cura di Roberto Frini
    

Ilmioesordio 2015: trasforma il tuo libro in un bestseller

La redazione GHoST segnala l'edizione 2015 de Ilmiolibro, concorso letterario italiano, organizzato dal sito di self-publishing  ilmiolibro per scoprire talenti e, in collaborazione con Newton Compton, trasformarli in bestseller. Lo scouting viene fatto sul web con migliaia di libri da leggere gratis e recensire sul sito.
Il concorso rappresenta un’ottima opportunità per tutti coloro che desiderano sottoporre le loro opere a professionisti del mondo editoriale: sarà infatti la casa editrice Newton Compton, partner editoriale d’eccellenza, che premierà i vincitori con la pubblicazione della loro opera, trasformando il loro libro in un best seller. La selezione delle opere in gara è invece a cura della Scuola Holden, la scuola di storytelling fondata da Alessandro Baricco, garanzia di qualità e rigore, che premierà l'opera più creativa con un premio del valore di 1.000 euro.
E' possibile partecipare all’edizione 2015 con romanzi e raccolte di racconti inediti di ogni genere letterario che saranno pubblicati sul sito ilmiolibro.it, entro il 31 agosto 2015. Inoltre si può anche partecipare a ilmioesordio poesia e a Fiction&Comics, i due concorsi di ilmiolibro dedicati al mondo della poesia, del fantasy, della fantascienza, delle fiabe e dei fumetti.
Per maggiori informazioni e iscrizioni al concorso collegarsi al sito di riferimento da qui: VAI...
      

Spettri di Marcello Avallone

Nel corso degli scavi per la metropolitana di Roma, crolla una parete, aprendo una breccia verso misteriose gallerie catacombali. Quattro archeologi Lasky, Barbara, Marcus e Andrea, alla ricerca di una non meglio identificata "tomba di Domiziana"", fanno l'ipotesi che si tratti di una zona inesplorata nella quale dovrebbe trovarsi appunto la suddetta tomba. Al termine di avventurose ricerche, una tomba viene finalmente rinvenuta. Mentre si svolgono gli accertamenti, avvengono strani fenomeni premonitori, che culminano con le morti inspiegabili dei quattro archeologi e di Matteo, un giovane cieco guida nelle catacombe. Sembra avere una sorte migliore una coppia di giovani, che vi si sono incautamente avventurati, staccandosi dal loro gruppo, durante una visita guidata alle catacombe. Ma alla fine anch'essi soccomberanno alle forze malefiche presenti nel sepolcreto violato... (Fonte: Comingsoon)
Nel 1987 esce Spettri, il primo approccio all’horror di Marcello Avallone (già autore però nel 1971 del thriller Un gioco per Eveline). Scritto insieme a Maurizio Tedesco e Andrea Purgatori (il quarto sceneggiatore accreditato, Dardano Sacchetti, non ha partecipato attivamente alla stesura dello script) con il proposito evidente di replicare il successo di Dèmoni, riesce invece soltanto a ricevere le stesse tiepide accoglienze riservate a Dèmoni 2... l’incubo ritorna!. Nonostante la buona cultura di genere e la passione con cui Avallone costruisce il film, Spettri risulta in effetti un horror appena discreto. Anche la vicenda non offre sostanziali novità, elaborata su un soggetto più volte sfruttato: un gruppo di studiosi porta alla luce la tomba di alcune antiche e crudelissime deità pagane. Risvegliati dalla profanazione, gli dei cominciano a seminare morte e terrore. Rispetto a Lamberto Bava, Avallone sceglie uno stile di regia più classico, non esagerando né con il ritmo né con gli effetti gore. E qui probabilmente sta l’errore. Un film del genere avrebbe avuto bisogno di scelte espressive più dinamiche e fuori dagli schemi, alla Sam Raimi, o ossessive e agghiaccianti alla Lucio Fulci. Non essendo né l’uno né l’altro, Avallone si limita a svolgere una vicenda un po’ scontata, dilungandosi con un'inutile storia sentimentale e citando classici del fantasy come Nosferatu e Il mostro della laguna nera. Riesce comunque a creare una certa suspense nel finale. Tra gli interpreti vanno citati Donald Pleasence, icona del genere, la bionda danese Katrine Michelsen e l’attore teatrale Massimo De Rossi.
   
a cura di Roberto Frini
   

Come una bestia feroce di Edward Bunker

Edward Bunker: un uomo che ha trascorso gran parte della sua vita in prigione.
Condannato per spaccio, per rapina a mano armata, per sfruttamento della prostituzione. In galera ha accoltellato un secondino.
Un uomo che nella scrittura ha trovato la redenzione, quella possibilità che nessuna istituzione gli ha mai dato.
Quella di Bunker è una figura inquietante, soprattutto se guardata attraverso la sua biografia, fatta di scuole per il recupero di giovani violenti e con problemi di famiglia. Fatta di prigioni e di criminalità.
Dal punto di vista letterario è una vita eccezionale: il Bunker scrittore è nato in una cella di San Quintino, in quello che lui stesso ha definito il carcere più duro di tutti gli Stati Uniti d’America.
Tutto è iniziato con una macchina da scrivere, regalo di una facoltosa attrice conosciuta durate uno dei suoi rari periodi di libertà.
Edward Bunker è lo scrittore che meglio di chiunque altro ha dipinto la vita dei bassi fondi di Los Angeles e Come una bestia feroce è un capolavoro del genere noir, apprezzato e lodato dallo stesso James Ellroy.
Il romanzo racconta la storia di Max Dembo che, dopo una detenzione di otto anni, torna alla vita di uomo libero, determinato a mettere finalmente la testa a posto e a “rigare diritto”.
Max scoprirà che per il mondo civile lui, ex detenuto, è un reietto, una persona da evitare, da biasimare. E in una convulsa e implacabile presa di coscienza, arriverà a capire e accettare la natura della sua vita: il crimine. Max affonderà di nuovo nel tunnel della violenza, del furto, della menzogna, dell’inganno e della corruzione, accompagnato dalla consapevolezza di quell'ultima possibilità ormai sprecata.
Insieme ad alcuni amici, o presunti tale, darà il via a una serie di rapine che lo faranno diventare ricco, ma sempre più lontano da quel riscatto che aveva tanto desiderato in prigione.
L’ultimo colpo si trasforma in tragedia e Max si ritrova braccato dalla polizia, costretto a nascondersi e fuggire, spalleggiato da Allison, brillante avvocatessa di successo che, attratta dal fascino del “male”, rinuncerà alla carriera per seguire l’uomo di cui è innamorata.
È questo un romanzo perfetto, terrificante, che tratteggia le nere spirali che portano un uomo a diventare un cosiddetto “rifiuto della società”. Una bestia feroce insomma, temuta da chi desidera una vita serena fatta di routine e certezze quotidiane.
Apparso in alcuni film, tra i quali Le Iene di Quentin Tarantino, Edward Bunker ha dimostrato come sia possibile riscattare la propria vita, anche quando questa sembra compromessa per sempre. Ha dimostrato che con la giusta determinazione e senza tener conto di quei cliché sociali tanto cari agli americani, chiunque può giocarsi l’occasione di una vita intera.
Basta soltanto che qualcuno sia disposto a concedere una seconda, preziosa possibilità.
Da leggere subito.
        
SCHEDA
Come una bestia feroce
Autore: Edward Bunker
Editore: Einaudi
Edizione: 2004, pagine 362
Collana: Stile libero Noir
Introduzione: Niccolò Ammaniti
Prefazione: James Ellroy
Traduzione: Stefano Bortolussi
Codice ISBN: 978-88-061-7267-1
        
a cura di Stefano Milighetti
       

Lo squartatore di New York di Lucio Fulci

Uno degli elementi cardini della cinematografia di Lucio Fulci è 'l'occhio' che si incarna totalmente nello sguardo violato dello spettatore. La tortura dello sguardo inizia con Beatrice Cenci, suo film storico del '69 dove per tutta la durata della pellicola si assiste a violenze fisiche provocate dall'inquisizione. Punto determinante è che per la prima volta Fulci dilania l'occhio di uno dei protagonisti e lo fa con un chiodo. Il chiodo preso a martellate sfonda il bulbo.  Da lì in poi l'occhio sarà elemento principe in Zombi 2, del 1980, il primo film horror del  regista romano, in cui il legno buca la retina di una poveretta, sino a diventare un marchio di fabbrica che caratterizzerà quasi tutti i suoi movie.
L'occhio è focale anche ne Lo squartatore di New York, del 1982, dove lo spettatore assiste impotente a una delle scene più violente della storia del cinema. L'assassino immobilizza una prostituta nuda, la mano 'guantata' afferra la lametta di un rasoio. Sappiamo benissimo che la userà contro di lei ma invece di far partire la lametta dal ventre, come si vedrebbe in un qualsiasi film horror/thriller, il rasoio parte dall'occhio. Bucandolo, entrandoci dentro, sezionandolo, deorbitandolo, il tutto in presa diretta senza alcun ausilio di digitale ma tutto artigianalmente perfetto. La scena scaraventa lo sguardo dello spettatore a terra, disarmandolo. I nostri occhi subiscono un'aggressione truce, violenta, difficile da digerire.
Questo è The New York Ripper, una recisione netta delle nostre pupille, e non è solo quello. Rappresenta anche lo 'sventramento' allo stato puro. Dall'inizio alla fine l'assassino sorprende le proprie vittime squartandole con atrocità e non è solo 'un vedo non vedo' come succede nei film gialli in cui devi scoprire l'assassino. Qui la crudeltà è tanta ed è troppa. In più oltre alla violenza ci si somma la morbosità, la perversione sessuale, giochi erotici quasi infernali in cui si respira un quadro di decadenza fisica e viscerale proprio come spesso accade nei quadri fiamminghi di Bosch. 
E' vero, la trama è presente, sin dall'inizio non sappiamo chi sia lo squartatore, ma poco ci importa, l'interesse è vedere la violenza fulciana espressa su tela, pittoricamente, come succede nel quadro di ...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà in cui i protagonisti sono intrappolati in eventi ineluttabili, infernali, in cui è il destino ad avere la meglio, in cui gli ingranaggi stritolano senza pietà i malcapitati. 
C'è mattanza in The New York Ripper, c'è smembramento, c'è afflizione, inutile meravigliarsi se Fulci è uno dei registi preferiti di Clive Barker.
In ultima analisi la pellicola è definita da molti come un prodotto thriller/giallo, a mio parere no. O meglio, non solo quello. Il film può essere classificato maggiormente come horror, anzi si potrebbe anche dire che è horror allo stato puro. La violenza è così grande, così protagonista che non siamo più di fronte al 'terrorista dei generi' che aveva così tanto sconvolto in Non si sevizia un paperino piuttosto che ne I quattro dell'apocalisse dove i generi del giallo e del western vengono totalmente fatti saltare in aria ricostruendoli in un qualcos'altro che diventa genere a sé (ovvero il genere Fulci). Qui invece siamo proprio dinnanzi all'horror più puro. Prendiamo un regista che nel passato era il nemico più prossimo di Fulci, Dario Argento. Sono in molti a considerare, per esempio, Nonhosonno di Argento una pellicola thriller/giallo e basta. Se andiamo invece ad analizzare il prodotto, vediamo tagli di dita, nasi fracassati a muri, tenaglie che strappano unghie, pifferi che spappolano bocche, decapitazioni, il tutto ben visibile e sembra quindi un po' limitante parlare di giallo/thriller solo perché non si sa chi sia l'assassino o perché l'intreccio è ben curato.
Lo stesso caso si può dire per Lo squartatore di New York: l'horror è sovrano.
Assolutamente da vedere, perla horror di Fulci in cui tutta la sua violenza espressiva imprime un segno indelebile nello sguardo dello spettatore.
      
a cura di Francesco Basso
     

La Regina dell'Inferno di Dominique Othenin Girard


Notevole horror visionario di Dominique Othenin Girard, che nonostante una sceneggiatura sfilacciata ad opera di Joe Augustine e Walter Jostens, riesce a confezionare una pellicola di sicuro interesse che compensa le mancanze di una trama che sa troppo di deeja-vù con un pregevole senso onirico che non mi aspettavo.
Questa volta è il modo in cui la vicenda è raccontata ad incuriosire e quindi La Regina dell'Inferno (titolo italiano che nasconde almeno per chi scrive quello originale e più azzeccato di Night Angel,1989) rimane ben curato soprattutto scenograficamente e dotato di una fotografia monocromatica e umbratile che conferisce al prodotto un'atmosfera continuamente sospesa tra sogno e realtà, e dove i personaggi intrecciano i loro destini con quelli della conturbante strega Lilith che dal mondo degli Inferi giunge sul nostro per sedurre in un delirio di lussuria e morte coloro che prende di mira e in questo caso, l'intero staff di una nota rivista periodica di moda, la Siren.
Vi sono nel film diverse situazioni di erotismo bizzarro che mescolano depravazioni fetish con la magia sanguinaria della terribile strega e in più di un'occasione queste rappresentazioni oniriche possono ricordare la poetica sado-orrorifica di quel geniaccio inglese che risponde al nome di Clive Barker, e che molti appassionati lo ricorderanno per aver dato vita ad Hellraiser (1987) di cui è stata realizzata una vera e propria saga con risultati commerciali non del tutto disprezzabili.
Anche Jean Rollin molto attivo tra la fine degli anni '60 e i primi anni '70 con i suoi lisergici films di lesbo-vampire sembra aver condizionato l'operato di Dominique Othenin Girard per la costruzione onirico visiva che è valorizzata dal solido impianto effettistico di Steve Johnsson e coadiuvato dal trio Kurtzman, Nicotero
& Berger per gli effetti di protesica.
Memorabile il finale che non rivelo per non rovinare la visione a quanti non hanno ancora avuto modo di vedere questo Night Angel che rimane un film assolutamente da riscoprire nonostante l'edizione italiana non sia eccelsa e con qualche neo a suo svantaggio come il pessimo doppiaggio.
   
a cura di Andy Effendi
 

Pensiero del giorno - Susanna Tamaro 04/08/2015

La vita non è una corsa ma un tiro al bersaglio: non è il risparmio del tempo che conta, bensì la capacità di trovare un centro. (Susanna Tamaro)
 
   

Bad Magic: tornano i Motorhead

Lemmy Kilmister & co hanno annunciato l'uscita prossima del loro nuovo lavoro musicale: il ventiduesimo album dei Motorhead su UDR Music/Motörhead Records con distribuzione italiana Warner, sarà infatti disponibile a partire dal 28 agosto col titolo ufficiale "Bad Magic". Nonostante i suoi inevitabili acciacchi, la vena creativa del mitico Lemmy, non si è dunque affievolita per cui attendiamo con ansia l'uscita di questo nuovo lavoro.
Il disco, che come special guest ha anche un folgorante assolo di Brian May dei Queen ed una cover di Sympathy for The Devil dei Rolling Stones., è stato registrato in presa diretta.
Quest’anno inoltre ricorre il 40esimo anniversario della band e per l’occasione è stato organizzato un lungo tour che inizierà a metà Agosto in Nord America e terminerà a fine Settembre con la Motörboat cruise tra la Florida e Nassau.
Il tour Europeo invece partirà a metà Novembre dalla Francia e terminerà il 6 Dicembre alla Hartwell Arena di Helsinki.
 
Di seguito la tracklist di Bad Magic:
   
01. Victory Or Die – 3.09
02. Thunder & Lightning – 3.06
03. Fire Storm Hotel – 3.35
04. Shoot Out all of Your Lights – 3.15
05. The Devil – 2.54
06. Electricity – 2.17
07. Evil Eye – 2.20
08. Teach Them How To Bleed -3.13
09. Till The End – 4.05
10. Tell Me Who To Kill – 2.57
11. Choking On Your Screams – 3.33
12. When The Sky Comes Looking For You – 2.58
13. Sympathy For The Devil – 5.35 (Rolling Stones cover)
     

Pensiero del giorno - Charles Bukowski 02/08/2015

Ho sempre detto che quando arrivi a farti odiare, sai che stai facendo bene il tuo lavoro. (Charles Bukowski)
 
   

Delirium - Edizioni Dunwich

La redazione GHoST segnala Delirium, l'horror psicologico di Ivo Gazzarrini, edito da Dunwich Edizioni.
La storia racconta di Luce, una giovane pittrice, perseguitata da un passato offuscato e doloroso, e dal ricordo sbiadito della madre.
Decisa a porre fine ai suoi tormenti, aiutata da due amiche, Rita e Mary, intraprenderà un lungo viaggio attraverso il deserto, in cerca della madre.
Ma il tragitto non sarà privo di pericoli e fra motel e stazioni di servizio apparentemente silenziosi aleggia una creatura metà donna e metà falena che segue e terrorizza le ragazze in un vortice di violenza, sangue e orrore.
L'edizione cartacea è disponibile nel volume Grindhouse insieme a Devil Inside di Pietro Gandolfi.
Delirium, anno: 2015, pagine: 89
Codice ISBN: 978-88-9836-150-2, Editore: Dunwich Edizioni. 
           
Un assaggio del libro
Josè osserva divertito la prostituta che arranca in silenzio sul pavimento. Fa una smorfia di disgusto. Volge la testa a osservare suo fratello che mastica concentrato il suo pezzo di carne e poi allarga le braccia, sorpreso. Torna a guardare la donna. «Cazzo, vuoi sapere una cosa? Mi piacevi di più quando gridavi.»
L’uomo punta la pistola e spara.
Sulla coscia della gamba destra della prostituta appare un foro e subito sgorga il sangue.
Josè sposta il braccio, mira e spara anche alla gamba sinistra.
La ragazza urla in preda al dolore e agita le mani, annaspando sul pavimento.
«Questa sì che è musica», afferma soddisfatto.
La porta si spalanca e fa il suo ingresso nella camera Davide, sulla carrozzella, spinto da Alice.
Josè si abbassa e parla all'orecchio della prostituta. «Ti presento mamma e papà.»
     
         
L'AUTORE
Ivo Gazzarrini vive a Ponte a Egola (Pisa). Ha pubblicato i libri Non sono morto (Prospettiva Editrice 2002), una raccolta di racconti horror e noir, Il Male Intorno (FM edizioni 2005), il saggio Bruno Mattei – l'ultimo artigiano scritto insieme a Gordiano Lupi (Il Foglio edizioni, 2013) e l'ebook Esistenze (autoprodotto, Bloodword, 2014).
Vari racconti in diverse antologie fra cui il racconto "Punti su cui riflettere" nell’antologia Occidente Sole (Serarcangeli editrice 2001), "L'opera di Farinetti" nell'antologia Tributo a Lovecraft (Magnetica edizioni 2006), "Day Z" nell'ebook Racconti da paura (Libro Aperto edizioni 2013), "Halloween rosso sangue" in  Halloween all'italiana (CIESSE edizioni 2013), "Colpo di genio" in La Serra Trema (Dunwich edizioni, 2014). I racconti brevi "Anomalie", "L'albero di Natale" e "Babbo Natale bugiardo" nell'antologia Schegge per un Natale Horror 2014 (Letteratura Horror, 2014)
Per il cinema ha scritto le sceneggiature dei film BAD BRAINS, NYMPHA, e COLOUR FROM THE DARK tutti per la regia di Ivan Zuccon.