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The day after di Nicholas Meyer


Uscito nelle sale cinematografiche nel 1983, The day after è un film che ha fatto epoca, ponendo l’accento con brutale realismo sull’orrore “dell’olocausto nucleare”. Il giorno dopo a cui si riferisce il titolo è infatti quello successivo allo scontro atomico tra USA e URSS.
Il regista Nicholas Meyer (L’uomo venuto dall’impossibile, Un ponte di guai, Spie contro) ha intelligentemente suddiviso la narrazione in due parti, la prima della quale presenta la vita di una tipica città americana, Kansas City. Meyer insiste accuratamente sulla serenità delle persone comuni, che vivono credendo nella pace e riponendo le proprie speranze nel futuro. Il regista mostra infatti una famiglia alle prese con i preparativi di un matrimonio, l’ansia degli studenti per i test d’ammissione all’università. Un padre che discute con la figlia di arte cinese, oppure che si reca agli allenamenti di football del figlio. Si sofferma sulla preoccupazione di un agricoltore per la pioggia che non arriva.
È il suono stridulo che annuncia un’edizione straordinaria del telegiornale a far presagire la tragedia, l’imminenza dello scontro tra le due super potenze a seguito di tensioni militari tra Germania ovest ed est. E il lancio dei missili fa piombare il mondo nell’abisso, un abisso che spazza via tutto ciò che l’uomo è riuscito a costruire durante i lunghi e difficili secoli della sua storia.
  
Un film angosciante, concepito quando ormai la Guerra Fredda era al tramonto, ma che ancora incombeva minacciosa sui paesi del blocco sovietico e di quello occidentale.
The day after è un film che impone un’attenta riflessione sull’uomo e sulla strada che ha deciso d’imboccare in fatto di armamenti, ma anche sull’attuale situazione storica, con paesi come la Corea del Nord che ha recentemente effettuato test sotterranei e missilistici, o come l’Iran che ha avviato un programma  nucleare a dir poco “sospetto”. 
  
Desidero concludere ricordando un’acuta intuizione di Joseph Conrad nel suo Cuore di tenebra: l’oscurità è un prodotto della luce, del progresso tecnico e scientifico. Sta quindi all’uomo fare la guardia e impedire che le tenebre prendano il sopravvento sulla luce della ragione. Da questo particolare punto di vista, The day after non può che essere un monito per le scelte future di che si è assunto il compito di guidare l’umanità.

Visioni e letture consigliate: per chi ha apprezzato il film consiglio la visione del capolavoro di Stanley Kubrick Il Dottor Stranamore. Per quanto riguarda invece le letture, anche se con tematiche diverse, ma comunque attinenti a The day after, consiglio la già citata opera di Conrad e L’uomo a una dimensione di Herbert Marcuse.

a cura di Stefano