In queste pagine sono stati raccolti una serie di
appunti e di frammenti, scritti dall'autrice nel corso di quindici anni.
Ne è risultato una specie di diario, in cui, il verso realistico si è
trasformato in una sorta di canto visionario dove la coscienza del
nulla vive intrappolata nel suo riflesso. La parola, in questo caso,
non è solo comunicazione ma evoca un mondo fantastico ed apre le porte
serrate dell’altrove in cui l’anima trova il suo varco e vola nel
mondo; liberando la sua singolare capacità di sentire e di vedere. In
questo modo Paola Rodomonti conferma il significato della parola
“comunicare” nella sua prima accezione “partecipare”. La sua scrittura
si palesa in quel volo fantastico che ricrea le forme nel gesto.
Ricompare la creazione affamata nel tessuto di parole che protegge la
veglia; l’altro sogno che culla l’imprevedibile tra il sonno e il
silenzio in cui Paola Rodomonti, tocca l’enigma e salva se stessa,
rinnovando nei versi l’essenza degli esseri e le sue verità intrecciate;
come semi piantati in un giardino che crescono l’uno vicino all’altro e
si scambieranno, in seguito, il profumo dei fiori. Piano piano le
parole vestono la notte, s’insinuano tra i segreti, rievocano immagini
logore e confuse, assecondano quell’estenuante spasmo nella carne
all’arrivo di un ricordo audace.
Il desiderio
non appagato rinasce nelle ore di un anonimo giornoqualunque, dove
tutto appare mosso, sconnesso e in maniera sfinitamenteelencatoria
l’originale autrice teramana scrive : “All’inizio ilpollice fece alla
mano/ tracciare un segno: il solco dell’inventiva,/poi per esprimerlo,
occorse un indice./ Poi venne il medio e insilenzio/ ancora fermi,
l’anulare e il mignolo./ Il pollice lasciò./L’indice trapassò./ Il medio
venne lesto/ l’anulare forte mi masturbò./E il mignolo/ mi adulò: la
clitoride mi sfiorò/ il pollicetornò…nenia. / Il medio si frantumò/
negli anfratti dell’essere/incustodito./ L’anulare forato/ tornò forte/
testimone magico./ Ilmignolo si intersecò./ da All’inizio il pollice
fece alla mano.
Nei versi di Paola Rodomonti è
racchiuso il sussurro del caso che arriva da un’immagine insistente,
partorita dal turbamento di momenti del passato, consegnati in lettere a
sdrucite tele o al filo che spunta all’orizzonte e in cui i poeti
appendono gli umidi pensieri. Nel Canto per gli orfani, grumi di idee si
dissolvono in un pulviscolo carico di silenzi, nella dimensione in cui
si trova lo spazio dell’anima inquieta, mentre le dita macchiate
d’inchiostro inventano un senso e una personale giustizia. Per un
momento il cuore di Paola diventa rosa e tra mille respiri aggiunge
altri movimenti, lettere al contrario, di quelle che confondono il
mondo. Due anni dopo, quei versi, di fronte allo specchio, alzano un
nuovo sole e Paola, consacrata all’inferno delle sue mani, lascia che il
suo canto si libri ignaro del fato e ritorni dagli spazi infiniti da
cui si è creato, per lasciare una segno impresso nel tempo, tra
frammenti di stoffe, pezzi di carta e vecchi quaderni.
Sono
riunite in questa raccolta tutte le poesie di Paola Rodomonti che come
spiega Gianfranco Spitilli nella “Storia di Canto per gli orfani”, appartengono
ad un vasto complesso di scritti, la cui stesura abbraccia l’arco
temporale di circa un quindicennio, dal 1991 al 2006. La varietà dei
supporti di provenienza (quaderni, fogli sparsi, cartelle
dattiloscritte, cartoni e fogli da disegno, frammenti di stoffe, pezzi
di carta), oltre a indicarci la radicale istintività del processo
compositivo di Paola Rodomonti, rende per sé manifesta la complessità
affrontata nella fase di trascrizione in formato digitale. In alcuni
casi si è reso necessario il ricorso allo specchio, essendo un numero
consistente di poesie scritto al contrario, da destra verso sinistra e
con i caratteri rovesciati. I testi trascritti sono stati in prima
battuta classificati con un codice alfabetico riferito alle fonti di
provenienza, in seguito riordinate secondo lo stesso criterio; in una
seconda fase si è proceduto alla selezione delle poesie e degli scritti.
Il lavoro ha occupato circa due anni di tempo e ha condotto a questa
pubblicazione.”
Paola Rodomonti. E’ nata a Teramo. Diplomata al
Liceo Classico, compone poesie fin dalla giovinezza; ha trascorso
periodi della sua vita in Sicilia, Francia, Spagna, Inghilterra ed
Africa. Vive e lavora a Teramo.
SCHEDA LIBRO
Titolo: Canto per gli orfani
Autrice: Paola Rodomonti
Editore: Media Edizioni
Anno di pubblicazione: 2008
a cura di Carina Spurio