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Zombi Holocaust di Marino Girolami


Marino Girolami esordisce a fine carriera con una curiosa incursione nell'horror e realizzando una pellicola che unisce due filoni che andavano alla grande in quegli anni, quello cannibalico e quello sugli zombi.
Ne nasce un sottoprodotto che deve molto al cannibalico di Ruggero Deodato uscito l'anno precedente Cannibal Holocaust; riciclando però gli stessi set di un altro horror anche questo del '79 che ha ottenuto un grosso successo di pubblico soprattutto in America, Zombi 2 (1979) per la regia di Lucio Fulci.
Infatti i produttori della pellicola di Lucio Fulci pensarono di sfruttare il successo del filone mettendo in cantiere questo frettoloso Zombi Holocaust (1980) e chiamando a scriverlo Romano Scandariato su soggetto del produttore Fabrizio De Angelis che solo qualche anno prima aveva firmato lo script di un altro fortunato cannibalico diretto da Joe D'Amato con elementi di torbido erotismo e cioè Emanuelle e gli ultimi cannibali (1976).
Zombi Holocaust nonostante un discreto ritmo si rivela disastroso e supertrash per l'assurda vicenda raccontata: un'antropologa Laurie Ridgeway e il suo collega Peter Chandler, partono per le Isole Molucche alla ricerca di qualcosa che spieghi il mistero di una serie di orribili mutilazioni su cadaveri accaduto a New York.
Là incontrano il sinistro dottor Abrero che sta facendo degli studi complicati sulla possibilità di trapiantare dei cervelli umani su pazienti morti e riportarli in vita.
Ma se la dovranno vedere anche con una feroce tribù di cannibali e alcuni cadaveri (2 o 3 in tutto nel film) riportati a nuova vita dalle malefatte dello scienziato.
Cominciamo con l'affermare che il cast tecnico è lo stesso di Zombi 2 e con qualche scena rubacchiata, e con lo stesso protagonista Ian McCullogh.
Alexandra Delli Colli presta la sua fisicità per il finale, quando compare nuda, sensuale ed eletta regina dei cannibali guiderà gli indios nella rivolta contro il folle scienziato.
Non c'è molto altro da dire se non che il film punta tutto sullo splatter con una serie di uccisioni feroci ben rappresentate da Maurizio Trani e Rosario Prestopino per quanto concerne il make-up degli zombi che risulta efficace nonostante la povertà del tutto; inquietante però è il riuscito commento musicale per opera di 
Nico Fidenco che si avvale di uno strato minimalista di elettronica che conferisce in alcuni momenti efficaci sprazzi di tensione.
   
a cura di Andy Effendi