>>> COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Il blog sospende gli aggiornamenti. Per tutte le novità e

ulteriori aggiornamenti visitare il nuovo sito ClubGHoST.it

Collegati al nuovo portale ClubGHoST.it

“Nothing but the Rythm” dei Parranda Groove Factory

La redazione GHoST annuncia la pubblicazione, il 28 settembre, per BetaProduzioni, di Nothing but the Rythm primo disco dei Parranda Groove Factory, anticipato dal videoclip del singolo “Menomalenonsononormale”, diffuso in esclusiva su Fanpage.it lo socorso 15 luglio e che, in meno di 24 ore, ha superato le 82.000 view.
Nothing But The Rhyth è un viaggio che racconta la storia del progetto Parranda Groove Factory dai suoi primi giorni di vita ad oggi. Nato dall’idea di fondere il sound delle percussioni brasiliane con sonorità elettroniche, reggae, funky e folk; la band, composta da dieci elementi, in questi “quattro” anni di vita ha esplorato generi musicali più disparati. Tutti i brani contenuti nel disco sono però riconducibili a due anime principali che da sempre caratterizzano la produzione parrandiana. Suoni scuri, elettronici, e ritmiche tirate si contrappongono, tra una traccia e l’altra, ad atmosfere calde, allegre e colorate.
Alcune delle tracce contenute nel disco sono reinterpretazioni di pezzi di artisti che influenzano da sempre la produzione artistica dei Parranda; altre invece sono composizioni (strumentali o cantate) completamente originali. Nella giungla di generi e atmosfere diverse in cui ci si avventura ascoltando quest’album un filo conduttore c’è e guida l’ascoltatore dalla prima all’ultima traccia: le percussioni brasiliane, vere protagoniste del progetto, una scelta che sottolinea ciò che maggiormente conta nel progetto: appunto “Nient’altro che il ritmo”.

I Parranda groove Factory sono:
Guido Gioioso: elettronica, voce
Dario Firuzabadì: direzione batteria, repinique, rullante
Tobia Ciaglia: basso elettrico, synth
Vera Claps: voce, ganzà
Dario Tarasco: tamborim, agogo
Simone Nati: timbal
Chendra Giotti: surdo centrador
Cosimo Montefrancesco: surdo basso
Fabrizio Randazzo: surdo alto
Federico Giuliani: surdo alto

Sitografia
Facebook: https://www.facebook.com/parranda.groove.factory/?fref=ts 
Sito internet: http://www.parranda.altervista.org/ 
Youtube: https://www.youtube.com/user/ParrandaChannel 

BIOGRAFIA
Un producer di musica elettronica, un bassista e 8 percussionisti uniti in un progetto innovativo: mischiare gli strumenti della tradizione percussiva brasiliana con le sonorità della musica funky, reggae, folk ed elettronica. Parranda reinterpreta e reinventa i generi, portando a qualcosa di completamente nuovo.
Le tracce melodiche vengono costruite elettronicamente, con l'uso di sample, voci e tracce strumentali originali. Le parti ritmiche traggono ispirazione dai ritmi sambareggae, samba, maracatu e ijexa.
Lo spettacolo ha un'importante connotazione teatrale realizzata attraverso l'uso di coreografie, maschere, e costumi, ed è arricchito con l'introduzione di effetti visivi come proiezioni di video e luci a led installate all'interno dei tamburi e controllate tramite il computer, per un effetto molto coinvolgente.
Il gruppo nasce nell'estate del 2011 tra i ranghi dell’orchestra di percussioni afrobrasiliane Bandão, nella ridente provincia senese, in cui Guido Gioioso (percussionista lucano della scuola di Antonio Infantino) e Dario Firuzabadì (apolide, e vicedirettore artistico di Bandão) erano “compagni di banco”. L’idea era quella di unire una “bateria” di samba in miniatura, a brani realizzati con le tecniche familiari ai producer di musica house e con un basso elettrico dalle connotazioni blues e drum’n’bass. Il basso in questione era quello dell’ebolitano Tobia Ciaglia (eclettico acrobata delle cinque corde e showman in diverse formazioni musicali) conosciuto nel losco giro degli studenti fuori sede.
La batteria era inizialmente formata da componenti provenienti da Bandão, fino al 2014, quando è stata rivoluzionata con l’introduzione di batteristi e percussionisti provenienti dall’ambiente senese.
Questo connubio ha permesso di sperimentare e abbinare elementi che di primo acchito non sembrerebbero affini, e che invece hanno trovato spazio e forma senza lasciare la radice da cui le percussioni provengono, realizzando brani difficilmente etichettabili, ed uno spettacolo unico nel suo genere.