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La Bambola di Cristallo di Barbara Baraldi

Un Giallo Mondadori dalle agghiaccianti tinte orrorifiche.

Mi sono avvicinato a questo libro con la curiosità, da lettore incallito, di scoprire una nuova autrice e questa mia scelta è stata premiata: Barbara Baraldi mi ha convinto in pieno.
Ma andiamo con ordine.
Questo Giallo Mondadori (anche se ha sfumature decisamente horror, soprattutto nella seconda storia) consta di due romanzi brevi e di un racconto.
Il primo, che da anche il titolo al libro, è una storia fatta di violenza, di ossessioni, di prevaricazioni, di follia, di solitudine.
Raccontare la storia sarebbe un vero delitto.
Posso solo sbottonarmi dicendo che i personaggi sono ben delineati e dal forte impatto emotivo.
Il plot narrativo con tutti i suoi intrecci, rimandi e citazioni (soprattutto queste ultime strappano più di un sorriso di approvazione) è coinvolgente e costruito con dovizia di particolari.
L’unico disappunto che ho avuto alla fine della lettura è che la cosiddetta “Bambola di cristallo” è un po’ messa in secondo piano rispetto al resto ma credo che l’autrice abbia già in testa una prosecuzione della storia quindi... dovremo attendere.
Il secondo romanzo breve ”Il giardino dei bambini perduti” è (a mio avviso) il vero capolavoro del libro.
Bellissime e suggestive le ambientazioni nella campagna emiliana. E per chi l’ha conosciuta (io ho avuto questa "fortuna") posso dire che in Italia non esiste posto più gotico e oscuro dove ambientare un racconto.
L’autrice ha saputo costruire con mestiere quel silenzio innaturale dei boschi e dei terreni coltivati che sin dall’alba dei tempi ha creato negli uomini paure ancestrali e notti insonni.
Quindi angoscia e terrore a palate con una saggio uso delle parole e delle descrizioni.
La storia coinvolge sin dalle prime battute ed è aperta ad un finale a sorpresa (agghiacciante).
Meglio di così.
Il racconto finale è un buon Noir di azione adatto ad una lettura fluida e veloce.
La Baraldi merita attenzione.
Bando alle esterofilie e alle americanate e diamole una chance.

a cura di Eduardo Vitolo