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Piovono polpette di Phil Lord e Chris Miller

Flint Lockwood è un giovane scienziato che, fin da bambino, mina la tranquillità degli abitanti dell’isoletta di Swallowmarina con le sue invenzioni strampalate e talvolta pericolose.
Determinato più che mai a cancellare la sua reputazione di buono a nulla e di combina guai, decide  di inventare qualcosa che possa veramente rendere felice la gente e che possa far diventare suo padre orgoglioso di lui: il suo grandioso progetto consiste in una macchina che riesce a trasformare l’acqua in cibo. Durante la cerimonia di inaugurazione di un parco dei divertimenti (l’isola è da tempo in crisi, dato che l’unica sua risorsa economica – la fabbrica di inscatolatura di sardine – è fallita ormai da anni) il macchinario di Flint, subito dopo l’accensione, impazzisce e, dopo aver volato a destra e a manca e aver distrutto tutti gli impianti, schizza in alto, lontano verso il cielo. Depresso e sconsolato, il giovane è ormai fermamente convinto di essere un totale fallimento e, mentre ormai è rassegnato all’idea di dover aiutare suo padre per tutta la vita nel negozio di sardine in scatola, ecco che dal cielo arriva una straordinaria sorpresa: quella che cade non è pioggia, ma bensì veri e propri cheeseburger… la macchina miracolosa funziona!
La vita di Flint cambia radicalmente: gli abitanti di Swallowmarina non lo odiano più, ma anzi lo venerano come una celebrità; e la bella meteorologa Samantha Sparks sembra davvero essere innamorata di lui. Ma le pericolose ambizioni del sindaco Shelbourne (rivolte ovviamente verso il turismo selvaggio) e le sempre più pressanti richieste di cibo della gente del posto (costretta ormai da mesi a dover mangiare tutte le sardine invendute della fabbrica) rischiano di compromettere seriamente il funzionamento della macchina miracolosa che, a causa di un preoccupante sovraccarico, inizia a materializzare quantità abnormi di cibo dalle dimensioni mostruose (pizze grandi come edifici): un vero cataclisma gastronomico che rischia di distruggere per sempre la tranquilla isoletta del Pacifico.


Ispirato al libro per bambini del 1978, Cloudy with a Chance of Meatballs di Judi Barrett, il film della Sony Pictures Animation, per la regia di Phil Lord e Chris Miller, è uscito nelle nostre sale lo scorso 23 dicembre e vuol essere un omaggio e un riuscita parodia del genere catastrofico (sono evidenti i riferimenti a capisaldi del genere, come Independence Day, Armageddon, The day after Tomorrow, Twister…). Negli USA, uscito in settembre, ha già incassato più di 180 milioni di dollari.
Simpatico, auto-ironico, dal ritmo serrato e con un’animazione portentosa: anche Piovono Polpette sembra seguire il solito trend che ha caratterizzato l’animazione digitale degli ultimi dieci anni circa, ovvero una sequela omogenea di prodotti caratterizzati da una sceneggiatura solida, da storie funzionali e un umorismo dissacrante di facile comprensione. Il racconto di Judi Barrett, pacatamente diretto da Lord e Miller, è indubbiamente intrigante e originale e costituisce senza dubbio il punto di forza dell’intero film. Sì, perché, in un momento in cui l’entusiasmo per  il “nuovo modo fare cartoni animati” sembra pian piano assopirsi, ecco che il racconto in sé torna a ricoprire un’importanza sempre maggiore (non dico ovviamente che i primi film in digitale mancassero di una struttura narrativa, ma certamente “l’attrazione” verso la nuova estetica rubava la scena a tutto il resto). E non a caso questo film è proiettato in 3D, ennesimo escamotage per attirare  pubblico in sala a vedere quello che, alla fin fine, è il solito prodotto stile “Pixar e simili” (lo dico con estremo rispetto, quasi a testa bassa). Però si ride, ci si diverte e ci si entusiasma; perché Piovono Polpette è proprio un bel film, che non cade nel tranello di inscenare troppe banalità (dire “nessuna” era un tantinello azzardato) e illustra un quadro psicologico dei personaggi discretamente complesso (non mi soffermo sul rapporto problematico padre/figlio che permea tutta la vicenda). Il mio giudizio è molto positivo e, anzi, posso dire con una certa convinzione che la proiezione in 3D canalizza troppo l’attenzione verso le “attrazioni”, una scelta forse infelice per un film come questo, la cui vicenda e personaggi hanno davvero grandi potenzialità in chiave immaginifica.
 
Giudizio: buono.


Di seguito il trailer ufficiale in italiano:



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