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La casa di Mary di James Roberson

Nell'anno 1784, Elondra Sharack fu crocifissa come strega e figlia di Satana: ma il suo spirito malefico sopravvisse. Dopo l'esecuzione, la chiesa nella quale fu condannata venne rasa al suolo da un incendio e i suoi accusatori morirono in circostanze strane e orribili. 
Oggi il suo spirito demoniaco è ancora nascosto in Black Pond, all'insaziabile ricerca di sanguinosa vendetta. Una serie di strane morti terrorizzano la zona. Il reverendo David Thompson si prodiga nell'aiutare l'ispettore di polizia Carl Sturgess nelle investigazioni: finché un nuovo reverendo George Leahy, non arriverà a prendere l'incarico di una chiesa abbandonata da anni e si trasferirà qui con tutta la famiglia, a dispetto delle voci che parlano di orribili morti e strani avvenimenti. 
Tipica produzione low-budget anni '80 per il regista James Roberson, questo La casa di Mary, conosciuto anche come Superstition e The Witch Superstition, si va a collocare nella fascia media di film horror di quegli anni: un prodotto discreto dove l'atmosfera in qualche modo c'è e si fa sentire. Numerose le scene di sangue particolarmente efferate, è ormai mitica la sequenza in cui un prete viene ucciso da una lama rotante staccatasi dal suo supporto e volata dritta nel petto dell'uomo. Roberson non lascia scampo a nessuno: chiunque si avvicini al luogo dove un tempo venne giustiziata una donna ritenuta strega viene orribilmente massacrato. Di conseguenza a nulla servirà l'intervento della polizia insieme ad un giovane prete che, dopo diversi incredibili avvenimenti, comincerà a  capire la terribile faccenda. 
Piuttosto riuscite le sequenze in cui il regista si diverte a spaventare lo spettatore con le classiche scene "a prova d'infarto" qui sorrette da buone musiche che aumentano il ritmo del film,  nonché particolare cura data agli effetti speciali dove William Munns, Roger George, Dick Albain e Garth Van Dam si sono scatenati inventando una serie di orripilanti trucchi: una testa che esplode nel microonde, un corpo tranciato in due, una testa inchiodata al suolo, mutazioni facciali e via dicendo. 
Non mancano comunque alcune note dolenti di questo lavoro tra cui un clamoroso riflesso del cameraman durante la scena in cui Padre Leahy  viene ucciso dallo specchio in frantumi e l'interpretazione degli attori abbastanza mediocre con dialoghi limitati fini a se stessi.
Tirando le somme, La casa di Mary rimane senz'altro un piccolo gioiello degli anni '80 e consigliato a tutti gli amanti dell’horror soprannaturale. Da riscoprire.
    
a cura di Red Scorpion