Il viaggio di Tuf di George R. R. Martin

La maggior parte della gente conosce Martin per: “Il Trono di Spade” e tutte le persone nude, i draghi e le spadate che la tv ci ha proposto. In realtà lui è un autore abbastanza prolifico in vari campi dell’immaginario e fra questi c’è la fantascienza.

Haviland Tuf è un omone insolito, dall’apparenza mite, ma dalla lingua fin troppo velenosa. Fa il mercante spaziale trasportando merci dall’opinabile valore in giro per l’universo. L’unica sua compagnia sono due gatti. Ha un colpo di inaspettata fortuna quando il suo mercantile viene affittato per dare un passaggio ad alcuni studiosi e mercenari che hanno scoperto un artefatto antico e prezioso. Tale oggetto è L’Arca, un’astronave inseminante del Corpo Genieri, un ente spaziale antica e ormai estinto. La nave è una mostruosa (trenta kilometri di lunghezza) macchina da guerra, ma soprattutto uno strumento per la manipolazione genetica e la clonazione di massa. Può essere usata per la guerra batteriologica, ma, con il giusto ingegno, può fare cose molto più strabilianti. Perché l’Arca però è ancora lì a bombardare un pianeta primitivo secoli dopo che la sua gente si è estinta? Chi la muove? Cosa hanno intenzione di farne i contrattori di Tuf o forse lui stesso?

Martin si diletta a reinterpretare parti della Bibbia in versione fantascientifica, screditando il misticismo alla sua maniera, portando avanti il discorso che: “Qualsiasi tecnologia abbastanza avanzata risulta come magia di fronte a popoli impreparati”. Sebbene vediamo diversi pianeti nel corso dell’antologia, ci fermeremo spesso a S’uthlam, una parodia della Terra (ma che non lo è, viene ben chiarito. L’universo dei racconti è il nostro, solo molto lontano nel tempo e nello spazio) dove l’umanità è fuori controllo e l’autore ne approfitta per fare una netta critica sociale.
I sette racconti che compongono l’antologia sono ben scritti e scorrevoli, abbastanza brevi (il più lungo, il primo, è di 111 pagine). Molto particolare la figura del protagonista, lungi dall’essere affascinante o anche solo simpatico, Tuf è un omone burbero, che impone la sua astuzia agli altri con arroganza. Non un malvagio, ma di certo non un eroe. È difficile non vedere nel personaggio una personificazione dello stesso Martin.
In definitiva è una lettura piacevole, soprattutto per quanto riguarda il primo racconto, con un tema più originale del solito.

L’AUTORE
George Raymond Richard Martin (Bayonne, 20 settembre 1948) è uno scrittore fantasy, di horror e di fantascienza statunitense. Ha pubblicato racconti e romanzi tra cui Fevre Dreams e The Armageddon Rag, vincendo, tra gli altri, i premi Hugo, Nebula, Bram Stoker e Locus. Mondadori ha pubblicato tutti i libri di Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco, le raccolte di racconti Le torri di cenere (2007) e I re di sabbia (2008), i romanzi Il Pianeta dei Venti (2012, con Lisa Tuttle) e I fuochi di Valyria (2013). Martin è stato selezionato dalla rivista Time come uno dei “2011 Time 100”, una lista delle 100 “persone più influenti del pianeta”. Nel 2018 esce la storia di Aegon il conquistatore: Fuoco e Sangue (Mondadori). Nel 2019 escono Nightflyers e Starport (Mondadori).

Il viaggio di Tuf
Autore: George R. R. Martin
Traduttore: S. Altieri, G. L. Staffilano
Editore: Mondadori
Collana: Oscar grandi bestsellers
Anno edizione: 2013
Anno di pubblicazione: 1986
Formato: Tascabile
Pagine: 387 p., Brossura
ISBN: 9788804635598

A cura di Marco Molendi


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