Norbert Zsivicz è una voce emergente nel panorama del fantasy e della fantascienza internazionale, capace di intrecciare mito e realtà in universi narrativi complessi e avvincenti.
Il 10 ottobre 2024 abbiamo pubblicato la nostra recensione del romanzo d’esordio L’Impero in Catene. Se ve la foste persa, potete recuperarla al seguente link: Recensione – L’Impero in Catene.Vi consigliamo di darci un’occhiata per scoprire cosa rende questa opera una lettura imperdibile per gli appassionati del genere.
Cristiano Saccoccia, curatore della collana per Independent Legions Publishing, ha gentilmente reso possibile questa intervista esclusiva con l’autore Ungherese. Un’occasione unica per scoprire i segreti, le ispirazioni e i progetti futuri di una delle voci esordienti più promettenti del panorama fantastico contemporaneo. Vi invitiamo a immergervi e lasciarvi affascinare dal mondo de l’Impero in Catene e dalle idee che plasmano la mente creativa del suo autore. Buona Continuazione!
1: Innanzitutto, i complimenti da parte mia e dallo staff di Planet Ghost per il tuo libro. È stato particolarmente apprezzato. La prima domanda che ci viene in mente: come hai iniziato a scrivere? C’è stato un evento o una fonte di ispirazione che ti ha portato su questo cammino?
Per me la pagina bianca vuota non è qualcosa di spaventoso; quando la vedo, mi viene voglia di riempire quel vuoto con la mia scrittura; tuttavia, questo non significa che ci sia sempre un ottimo risultato; la maggior parte delle volte si tratta solo di bozze grezze. Ho tratto ispirazione da tutto, ma soprattutto da romanzi come Dune o Game of Thrones, da giochi come The Witcher e Mass Effect, e fondamentalmente da ogni tipo di film famosi fantascientifici e fantasy.
2: Nel tuo processo di world-building, quanto spazio lasci all’improvvisazione rispetto alla pianificazione dettagliata? C’è mai stato un momento in cui un elemento nato per caso ha finito per diventare centrale nella tua narrazione?
Beh, è un mix di entrambe le cose. Per lo più ho un piano specifico per quello che voglio realizzare, ma durante il processo ci sono sempre alcuni fattori casuali che vengono aggiunti in maniera idonea e colorano la cornice narrativa, ma non cambiano effettivamente la narrazione principale. Per lo più mi attengo alle mie pianificazioni.
3: Autori/ci preferit? Qualche nome che ti ha appassionato e ti senti di consigliare?
Mi piace leggere e sperimentare nuovi autori; tuttavia, i miei preferiti di sempre sono Frank Herbert, George R.R. Martin, Isaac Asimov, Mark Lawrence, J.K. Rowling ed Ernest Hemingway.
4: Essendo il mercato italiano spesso influenzato dal modello straniero per popolarità e struttura, siamo curiosi di sapere: come viene percepito e vissuto il genere fantastico e immaginifico nel tuo paese? Esistono peculiarità o influenze che vuoi citarci?
Per un Paese piccolo come il mio (l’Ungheria), la popolarità complessiva di qualsiasi tipo di narrativa (fantasy, sci-fi, horror) è relativamente alta. I titoli più importanti provengono sempre da Paesi stranieri, come gli Stati Uniti o il Regno Unito. Non abbiamo molti scrittori ungheresi veramente popolari, soprattutto a livello internazionale. Tuttavia, ce n’è uno i cui libri mi piacciono molto; nello specifico, il suo nome è Botond Markovics (pseudonimo: Brandon Hackett). Il suo libro Xeno è uno dei miei preferiti.
5: Nel tuo mondo narrativo, come definiresti il confine tra mito e realtà? C’è un aspetto della tua cultura d’origine che influenza particolarmente il modo in cui costruisci questa dualità?
Nel mio mondo immaginario, mito e realtà sono interconnessi insieme, e gli aspetti scientifici lo rendono ancor più credibile. La mia identità culturale d’origine, in particolare quella in cui sono nato, è ancora profondamente spirituale. E in un certo senso, i poteri spirituali possono esistere in un ampio universo in cui viviamo ma che ancora non comprendiamo veramente. E magari in futuro la scienza sarà in grado di descriverle. Questo tipo di dualità è ciò che i lettori possono aspettarsi quando si immergono nel mio mondo dell’Impero in Catene.
6: Come pensi che il fantasy possa evolversi? e quali sono i cambiamenti o le innovazioni che speri di vedere nel genere nei prossimi anni?
Penso che i generi simili si fondano con dei libri simili al mio. Ci sono molti modi per raccontare una storia, ma possiamo dare una certa unicità non attenendoci agli schemi tradizionali del fantasy o della fantascienza. Spero che molti altri autori sperimentino questo concetto.
7: Infine, puoi dirci qualcosa sulle tue opere che nessuno sa?
Di solito non sono molto schivo riguardo ai progetti a cui sto lavorando. L’obiettivo principale è il sequel de L’impero in Catene, che si chiama Sealed War. La prima bozza è quasi in dirittura d’arrivo, quindi sono davvero entusiasta. Gli altri progetti hanno ancora bisogno di un po’ di tempo per essere completati; si tratta di tre diversi episodi di show televisivi e di future sceneggiature di film, e anche di un extra, che è un progetto di videogioco, ma questo è davvero nella fase iniziale. Probabilmente finirò una sceneggiatura dopo Sealed War e poi mi concentrerò di nuovo sulla trilogia. Se tutto va bene, per allora diventerò un autore a tempo pieno e potrò dedicarmi a molti progetti diversi contemporaneamente.
Grazie per l’intervista; sono state davvero delle belle domande. Buona lettura, ragazzi!
A cura di Flavio Deri
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