Creature Commandos di James Gunn

Uno stile preciso, molto riconoscibile e piacevole, senza cali di qualità

Opera che alterna adrenalina pura, caratterizzazione efficace, ultra violenza e dramma

Creature Commandos (Usa, 2025)
Sceneggiatura: James Gunn
Musiche: Kavin Kinser, Clint Mansell
Animazione: Studio AIM
Produzione: Warner Brothers

Io amo James Gunn dai tempi di Slither.  Questa passione si è riconfermata molte volte, soprattutto con l’ottima trilogia dei Guardiani della Galassia che con il più recente The suicide Squad. Proprio da qui la WB ha deciso di affidare al prolifico autore la gestione del DCU e la sua prima opera è… un cartone animato action di 7 puntate chiamato Creature Commandos. Ora vi spiego cos’è.

Se siete familiari con la Suicide Squad siete a cavallo, altrimenti è comunque facile. Il governo americano usa i peggiori criminali come gruppo di super-antieroi con la promessa di sconti sulla pena o con la semplice minaccia della morte. Vengono scelti tot malvagi, riuniti e affidati a un soldato governativo che li comandi e si occupi di ammazzarli se sgarrano. In Creature Commandos la situazione è ancora più mostruosa perché tutti i criminali reclutati non sono esseri umani, ma mostri (appunto). Così, dopo gli eventi di The Suicide Squad, il padre di Rick Flagg (stesso nome) viene mandato in Pokolistan, uno stato immaginario dell’est Europa, a proteggerne la principessa da una strega amazzone. Gli vengono affidati Weasel (un mostro animale, già visto in Suicide Squad), Dottor Phosphorus (un uomo ormai composto solo di ossa ed energia radioattiva), The Bride (letteralmente la sposa di Frankenstein), GI Robot (un vecchio robot creato per uccidere nazisti) e Nina (di fatto una ragazza-pesce senza colpe). Questi mostri dovranno combattere la strega e i suoi affiliati, ma la storia si complicherà rapidamente fino a raggiungere livelli di machiavellismo nel finale totalmente imprevisti per un’opera del genere.

Io penso che Gunn un poco si droghi, forse più di un poco. Non lo dico per offenderlo, lo dico perché ha una creatività fuori dai canoni, esagerata e folle che potrei associare, ma solo vagamente, a Quentin Tarantino. Tutta l’opera alterna adrenalina pura, caratterizzazione efficace, ultra violenza e dramma con una maestria insensata per un prodotto che, a oggi, è stato pubblicato direttamente da MAX, gratuitamente, sul loro canale YouTube. Creature Commandos è bello, ti fa ridere, piangere ed esaltare come pochi.
Tutti i personaggi risultano interessanti e anche più realistici dei soliti perché... stupidi. La gente vera fa stupidaggini, sbaglia, è sporca… e la serie rende così gli altrimenti titanici fasti dei personaggi dei fumetti. Sì, è decostruzione del genere, anche se applicata a dei villain.
Il ritmo non cala mai, la serie stessa non scade mai. Solo il finale è fin troppo complicato per capire bene cosa sia successo e non prenderlo semplicemente per buono. Non manca il trattamento di temi profondi come appunto la politica, l’ovvia condizione di una persona considerata mostro, ma anche la mascolinità tossica (senza bisogno di parametri “woke”).
Ho visto la serie in inglese (e non sono sicuro ne esistano altri doppiaggi) e posso dire che il risultato è notevole. Come non poteva con attori del calibro di Alan TudykDavid HarbourFrank Grillo e Maria Bakalova a prestare le loro voci?
L’animazione è quella tipica dei cartoon DC degli ultimi anni. Uno stile preciso, molto riconoscibile e piacevole, senza cali di qualità o di frame. La WB da sempre ha prodotto animazione molto superiore a quella della sua casa direttamente rivale, quindi qui sapevo di andare sul sicuro.
La colonna sonora, come tutto il resto, è un delirio. C’è un mix di musiche di ogni genere: messicane, russe, folk, punk e rock. Vengono alternate anche a titoli molto più famosi (non riuscirò mai più ad ascoltare Coin operated boy con lo stesso umore), montate in pezzi dove in effetti hanno senso, ma non sono proprio le note che ti aspetteresti.
Bello, gratis, perché non guardarlo? Hanno già confermato per una seconda stagione.

A cura di Marco Molendi





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