Benedetta di Paul Verhoeven

Un genere nuovo nella filmografia del regista olandese

Che prevede tutte le atmosfere torbide legate alla tematica sesso-violenza

Benedetta (Francia, Paesi Bassi, Belgio 2021)
Regia: Paul Verhoeven. Soggetto: Judith C. Brown, dal saggio Atti impuri - Vita di una monaca lesbica nell’Italia del Rinascimento. Sceneggiatura: Paul Verhoeven, David Birke. Fotografia: Jeanne Lapoirie. Montaggio: Job ter Burg. Musiche: Anne Dudley. Scenografia: Katia Wyszcop. Costumi: Pierre-Jean Larroque. Produttori: Saïd Ben Saïd, Michel Merkt, Jérôme Seydoux. Case di Produzione: SBS Productions, Pathé, France 2 Cinéma, France 3 Cinéma, Topkaki Films, Belga Productions. Distribuzione (Italia): Universal Pictures. Paesi di Produzione: Francia, Belgio, Paesi Bassi. Anno: 2021. Durata: 127’. Genere: Drammatico., Erotico, Storico, Biografico. Interpreti: Virginie Efira (Benedetta Carlini), Charlotte Rampling (la badessa), Daphné Patakia (Bartolomea), Lambert Wilson (il nunzio), Olivier Rabourdin (Alfonso Cecchi), Louise Chevillotte (Christina), Hervé Pierre (Paolo Ricordati), Clotilde Courau (Midea Carlini).

ACQUISTA SU AMAZON #ad (Blu-ray)


Paul Verhoeven - famoso per Basic Instinct e Robocop, ma autore anche di pellicole interessanti come Elle e L’uomo senza ombra - alla veneranda età di 83 anni gira il suo (per ora) ultimo film continuando a esplorare i meandri di amore, sesso e violenza, questa volta con un film in costume, ambientato nel 1600, all’interno del convento di Pescia. Un genere nuovo nella filmografia del regista olandese, una sorta di tonaca-movie fuori tempo massimo, che in sintonia con la poetica del regista prevede tutte le atmosfere torbide legate alla tematica sesso-violenza. La sceneggiatura di Verhoeven parte dalla vera storia di Benedetta Carlini, suora del XVII secolo che s’innamora di una novizia all’interno del convento, ma alla base di tutto c’è il saggio di Judith C. Brown intitolato Atti impuri - Vita di una monaca lesbica nell’Italia del Rinascimento. La storia è abbastanza semplice, segue l’esistenza della piccola Benedetta (Efira) che entra in convento e manifesta un temperamento visionario che la porta a comunicare direttamente con Cristo. A un certo punto sembrano comparire sul suo corpo le stimmate, ma non tutti le credono, prima viene nominata Madre Superiora ma alla fine viene messa sotto processo con l’accusa di blasfemia e saffismo. Nel frattempo è sbocciato l’amore tra Benedetta e Bartolomea (Patakia) che si lasciano andare a rapporti lesbici travolgenti. Non andiamo oltre con la trama, aggiungiamo che il film è ambientato in Italia - girato tra Bevagna, la Val d’Orcia e Montepulciano - con la finzione di trovarsi a Pescia e a Firenze. Alcune sequenze degli interni sono state riprese nell’Abbazia di Silvacane e in quella di Le Thorenet, in Francia. Il periodo storico consente di mettere sullo sfondo la peste a Firenze che si propaga per molte località toscane ma lascia immune Pescia, forse per la presenza della suora in odor di santità. Il film in lavorazione viene intitolato Blessed Virgin (Vergine Benedetta), poi modificato in Benedetta, giunto subito dopo Elle - film di buon successo - scelto dal regista che stava pensando di girare un film su Gesù e uno sulla Resistenza Francese nella Seconda Guerra Mondiale, indice del fatto che voleva proprio fare una pellicola storica. Il film presenta i suoi momenti migliori in una sceneggiatura spezzata da parti oniriche (le visioni di Benedetta) dove apprezziamo un Cristo salvatore e vendicativo che decapita i cattivi a colpi di spadone, tra effetti splatter fantastici. Sono realizzate con estremo realismo le parti lesbiche, interpretate con sensualità e bravura da Efira e Patakia, ma anche le torture inflitte a Bartolomea per farla confessare sono riprodotte con estremo verismo. Tra le interpreti spicca l’esperta Charlotte Rampling, bravissima nei panni della badessa miscredente, che ha una figlia e pensa solo al denaro, per poi morire di peste dopo aver tentato di far mettere al rogo Benedetta. Lambert Wilson è il perfido nunzio apostolico fiorentino che conduce il processo contro Benedetta ed è il sadico torturatore di Bartolomea, ma fa una brutta fine, aggredito dai bubboni della peste. Fotografia luminosa dei colli senesi (Jeanne Lapoirie) per gli esterni di un film dal cupo e claustrofobico impianto teatrale. Montaggio compassato da cinema d’autore, ma sono 127 minuti che non pesano sullo spettatore, sempre coinvolto dalle azioni in scena (Job ter Burg). La colonna sonora di Anne Dudley è basata su musiche dal taglio sinfonico che ricordano l’ambiente canonico. Scenografia (Katia Wyszcop) e costumi (Pierre-Jean Larroque) perfetti, che riproducono molto bene il periodo storico. Film presentato a Cannes  nel 2021, fermato dal Covid, distribuito nelle sale nel 2023, osteggiato dalla Chiesa Cattolica, al punto che in alcuni paesi (Singapore) si è visto opporre un netto rifiuto e in America ha dovuto patire molte proteste da parte di gruppi cattolici tradizionalisti. Per noi è un film assolutamente da vedere, proprio per il motivo per cui la Chiesa Cattolica più oltranzista lo ha osteggiato. Tra i migliori lavori di Verhoeven.

ACQUISTA SU AMAZON #ad (Blu-ray)

A cura di Gordiano Lupi



Tutti i diritti riservati per immagini e testi agli aventi diritto ⓒ.

Commenti