Ottima antologia di racconti weird
Che spazia tra i più svariati contenuti, sempre all’insegna di una narrazione aperta
Tra ossessioni e stravaganze, William Fryer Harvey in tutta la sua produzione si dimostra un eccellente artigiano di avvincenti, enigmatiche e sardoniche fantasie.
Richard Dalby
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Dopo aver pubblicato nel 2017 La bestia dalle cinque dita, le Edizioni Hypnos tornano a proporre i racconti fantastici di William Fryer Harvey, autore attivo nella prima metà del 900, con una raccolta, intitolata La casa di mezzanotte e altri racconti, che comprende alcune sue prime opere come la celebre ghost story Attraverso la brughiera e i suoi ultimi racconti, pubblicati postumi. La traduzione dei testi è di Elena Furlan.
I racconti di questa raccolta variano dalla classica storia di fantasmi al fantastico che sfugge alle definizioni passando per l’horror a tinte forti, il noir e la sci fi. A volte questi generi trovano la collocazione all’interno della stessa storia. Gli argomenti trattati sono fantasmi, case infestate, bambole demoniache, strani esperimenti pseudo scientifici e quanto altro. Tutti i tredici racconti sono di ottima fattura. Molti di essi lasciano al lettore la libertà di interpretazione e per almeno un paio bisogna concedersi una rilettura per capirne il senso come nel criptico Sbrogliare.
Parlerò ora di quelli che mi sono piaciuti particolarmente.
In La doppia vista il personaggio che assolve al ruolo di voce narrante va a trovare un suo vecchio amico in Nuova Zelanza, su richiesta della zia di questi, preoccupata per la scelta di vita solitaria del nipote, l’artista (scrittore e illustratore) Dan Hartigan che vive in solitudine nella sua dimora chiamata Portico House.
Questi racconta al suo amico di come il suo occhio sinistro “non vede le stesse cose che vede il destro”. Inoltre l’occhio in questione emana una strana luce e ha un bizzarro modo di ammiccare al punto che i contadini del paese credono che Hartigan abbia il malocchio e gli animali sono irritati dal suo sguardo e fuggono da lui.
La voce narrante, già dall’inizio del suo soggiorno a Portico House, nota qualcosa di strano nell’ambiente che gli appare sì ordinato e pulito ma di un ordine e di una pulizia che sanno di posticcio come se nascondino qualcosa di anomalo.
Harvey ci fa entrare subito in un’atmosfera bizzarra, strana, tipica del racconto weird.
Quando l’amico di Hartigan legge un manoscritto che contiene i suoi racconti – l’artista glieli ha affidati perché ne curi la pubblicazione – questi racconti appaiono elusivi, che lasciano molto spazio all’immaginazione del lettore, scritti con stile molto personale che non tiene conto delle mode letterarie e, soprattutto, molto diversi tra loro e accomunati unicamente dalla presenza della morte. Quindi di difficile pubblicazione.
Alla voce narrante i racconti di Hartigan appaiono il riflesso dell’animo diviso del loro autore. Quando consiglia al suo ospite di rivolgersi a uno psichiatra, Hartigan minimizza i suoi problemi salvo poi, nei giorni successivi, tornare sull’argomento del suo occhio sinistro.
Molto suggestiva è la parte in cui Hartigan dorme ma, nota il suo ospite, l’occhio sinistro è spalancato come se avesse una vita autonoma.
Non vado oltre nel racconto della trama, breve ma complessa, per non rovinare il gusto della lettura.
È la storia di uno spirito lacerato, diviso in due, la cui frammentazione psichica si manifesta anche a livello fisico. Condotto con notevole abilità narrativa e con uno stile conciso ma altamente evocativo, La doppia vista è un racconto fortemente suggestivo che si lascia leggere tutto di un fiato fino al finale aperto che non dà risposte definitive ma genera nell’immaginazione del lettore nuove domande e un ampio spettro di possibilità di spiegazioni.
In più il racconto può essere considerato anche una sorta di manifesto dell’opera letteraria di Harvey, in quanto essa è costituita, come quella del personaggio Hartigan, da contenuti vari accomunati dalla presenza fissa della morte e lascia molto alla ricostruzione immaginativa del lettore.
Passiamo a La casa di mezzanotte, che dà il titolo al libro. Il protagonista prende una stanza in una locanda dall’aria bizzarra i cui dipendenti assolvono ai loro compiti con modi di fare stranissimi. L’atmosfera dell’ambiente è molto particolare tant’è che il protagonista si chiede in continuazione se la locanda non sia infestata da presenze spettrali. Quando va a dormire e finalmente prende sonno, ha degli incubi e, nei momenti di veglia, è oppresso dalla convinzione, che assume sempre più consistenza, che un misterioso evento sovrannaturale stia avvenendo quella notte nella locanda.
La spiegazione razionale che il protagonista riceve alla fine, una volta che ha già lasciato la locanda, non dissipa i suoi dubbi. E neanche quelli del lettore – semmai li aumenta – che ha goduto di un originale e potente connubio tra una ghost story classica e una storia dalle fosche tinte orrifiche.
Un racconto inquietante in cui Harvey gioca con gli effetti sonori e con quelli visivi (luce/ombra) donando al lettore una superlativa esperienza sensoriale.
L’uomo che odiava le aspidistre è il grottesco e surreale racconto di una ossessione che il protagonista, Ferdinand Ashley Wilton, ha per queste piante angiosperme. La sua ossessione lo accompagna fin dall’infanzia (sua zia possedeva quattro aspidistre) e lui odia queste angiosperme, la cui presenza fa capolino in ogni fase della sua vita. Obbligato da bambino a prendersene cura, arriva a torturarle somministrando loro sostanze dannose. È la narrazione di una sorta di guerra tra uomo e pianta, così simili tra loro. E l’aspidistra sopporta tutto con le sua notevole capacità di resistenza, finché all’essere umano non succede di …
Lo stile di Harvey è iperrealista e sincopato, ritmicamente ossessivo per una storia visionaria che dà un senso di vera angoscia al lettore.
L’anestesia è una fusione tra ghost story classica e narrazione sci fi. Narra di un uomo che, per varie volte nella sua vita, si fa anestesizzare per mettere alla prova le sue teorie su poteri telepatici, capacità mnemoniche e tutto quanto concerne la mente.
Un racconto moderno che si approccia alla storia di fantasmi passando attraverso la fantascienza. Quindi un rinnovamento della ghost story classica.
Lo stile di Harvey è, come sempre, ritmico e incalzante e coinvolge il lettore che deve usare la propria immaginazione per capire il senso della trama.
In conclusione La casa di mezzanotte e altri racconti di William Fryer Harvey è un’ottima antologia di racconti weird che spazia tra i più svariati contenuti, sempre all’insegna di una narrazione aperta che coinvolge il lettore nella lettura-riscrittura dei testi, mettendo alla prova la sua capacità di interpretazione (è un aspetto positivo) grazie sia alle trame articolate sempre in modo tanto anomalo quanto accattivante, sia allo stile conciso e coinvolgente. Chiudo sottolineando l’opera meritoria delle Edizioni Hypnos nel portare in lingua italiana queste opere (Harvey e altri autori) finora inedite o centellinate in vecchie antologie di ormai difficile reperibilità.
L’AUTORE
William Fryer Harvey (1885-1937) è considerato uno dei più importanti autori inglesi di storie di fantasmi della prima metà del 900, sulla scia dei più famosi M. R. James e Walter De La Mare. I suoi racconti del sovrannaturale sono stati pubblicati durante l’arco della sua vita nelle antologie Midnight House and Other Tales (1910), The Beast White Five Fingers and Other Tales (1928) e Moods and Tenses (1933), mentre postuma è l’ultima raccolta, The Arms of Mrs. Egan and Other Stories, apparsa nel 1951. In Italia sono stati pubblicati la raccolta La bestia dalle cinque dita (Hypnos, 2017) e il romanzo giallo Il libro che uccide (Polillo, 2022).
William Fryer Harvey Nasce a Leed nel 1885, da una famiglia di quaccheri, e si laurea in medicina. La cagionevole salute gli impedisce di esercitare e si dedica alla letteratura. Partecipa alla Prima Guerra Mondiale come chirurgo nella Royal Navy, e nonostante una ferita di guerra ai polmoni che lo segnerà per sempre, continua a scrivere racconti e un proprio memoir, We Were Seven (1946). Vive per un certo periodo in Svizzera con la moglie, ma la nostalgia lo riporta in Inghilterra dove muore nel 1937, a Letchworth, all’età di 52 anni.
La casa di mezzanotte e altri racconti
Autore: William Fryer Harvey
Traduttore: Elena Furlan
Collana: Biblioteca dell'Immaginario
Editore: Edizioni Hypnos
Pagine: 184
Codice ISBN: 9791280110930
Prezzo: € 17,95 - Ebook: € 7,99
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