La valle dei sorrisi di Paolo Strippoli

Una storia nerissima e cupa

Per appassionati di horror viscerale e psicologico

La valle dei sorrisi (Italia, Slovenia 2025)
Regia: Paolo Strippoli. Soggetto e Sceneggiatura: Paolo Del Giudice, Paolo Strippoli, Milo Tissone. Fotografia: Cristiano Di Nicola. Montaggio: Federico Palmerini. Musiche: Federico Bisozzi, Davide Tomat. Scenografia: Marcello Di Carlo. Costumi: Susanna Mastroianni. Produttori: Domenico Procacci, Lara Paolucci, Ines Vasilijevic, Stefano Sardo. Produttori Esecutivi: Ivan Fiorini, Attilio Moro. Case di Produzione: Fandango, Vision Distribution, Nightswim. Distribuzione (Italia): Vision Distribution. Lingua Originale: Italiano. Paesi di Produzione: Italia, Slovenia - 2025. Durata: 122’. Genere: Horror. Interpreti: Davide Rindino (Sergio Rossetti), Giulio Feltri (Matteo Corbin), Poalo Pierobon (Mauro Corbin), Romana Maggiora Vergano (Michela), Sergio Romano (Pichler), Anna Bellato (Anna), Sandra Toffolati (Elisabetta Gengo), Roberto Citran (Don Attilio).


Avevo già visto Piove di Paolo Strippoli ricavandone un’impressione molto positiva, una sorta di rinascita dell’horror italiano che attingeva da vecchie suggestioni soprannaturali per andare oltre il puro genere. Tra i temi affrontati dal giovane regista citiamo sia la fragilità dei rapporti familiari, sia la relazione tra padre e figlio, il tutto approfondito indagando le incomprensioni generazionali. La valle dei sorrisi conferma quanto di buono avevamo apprezzato in Piove, questa volta non ci troviamo in una Roma notturna e spettrale, ma in una vallata del Friuli Venezia Giulia, nel paesino di Remis, un tempo teatro di una disastro ferroviario. Sergio (Riondino) è un insegnante di educazione fisica trasferito in quel luogo dimenticato da tutti, macerato da un dolore lacerante per la morte del figlio suicida che avrebbe contribuito a provocare per una serie di incomprensioni. Ma a Remis tutti hanno un dolore acuto da sanare, per fortuna esiste un ragazzino come Matteo (Feltri) - che tutti credono un santo mandato da Dio - capace con un solo abbraccio di riportare la serenità nell’animo delle persone. Sergio comprende che il padre di Matteo (Pierobon) e il prete del paese (Citran) stanno sfruttando i poteri del ragazzo, costringendolo a vivere un’esistenza innaturale, a vantaggio degli abitanti del villaggio. Non vado oltre con la trama, ricca di suspense e di colpi di scena, fino alla straordinaria sequenza finale che vede protagonisti Sergio, Matteo e l’intera popolazione di Remis nello scenario cadente della stazione ferroviaria abbandonata. Il regista - anche sceneggiatore insieme a Del Giudice e Tessone - scrive una storia nerissima e cupa, a metà strada tra il soprannaturale e il racconto di una provincia depressa, ai confini del mondo. Tra i temi affrontati citiamo il rapporto con la scuola e il bullismo, le pulsioni adolescenziali, persino l’amore malato che scatena rabbia e angoscia, infine l’omosessualità repressa in un luogo dove non è possibile essere se stessi. Tutto questo contenuto nella cornice di un film horror, fotografato benissimo da Cristiano Di Nicola in una vallata nebbiosa, tra chiaroscuri e cupi notturni, accompagnato da una colonna sonora angosciante di Bisozzi e Tomat, montato in 122 minuti essenziali dal diligente Federico PalmeriniLa valle dei sorrisi è girato con cura certosina da Paolo Strippoli tra Tarvisio, Malborghetto, Pontebba e Sappada, piccoli centri in provincia di Udine. Presentato alla Mostra del cinema di Venezia con buona accoglienza da parte della critica. Premio Solinas alla sceneggiatura, presentata con il più consono - per un horror soprannaturale -  L’angelo infelice. Non ha incassato molto, anche perché relegato nelle rassegne del cinema d’autore del circuito Fice, merita la visione se siete appassionati di horror viscerale e psicologico. Erano anni che in Italia non vedevamo un film dell’orrore così valido e originale.

A cura di Gordiano Lupi



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