Linea mortale di Joel Schumacher

Un piccolo cult-movie degli anni '90

Invecchiato bene, soprattutto grazie al suo stile visivo inconfondibile

Linea mortale (Usa, 1990)
Regia: Joel Schumacher. Soggetto e sceneggiatura: Peter Filardi. Fotografia: Jan de Bont. Montaggio: Robert Brown. Scenografia: Eugenio Zanetti, Jim Dultz, Anne Kuljian. Effetti Speciali: Sam Barkin, Phil Cory, Hans Metz, Peter Donen. Musiche: James Newton Howard. Costumi: Susan Becker. Trucco: Ve Neill. Produttori: Michael Douglas, Rick Bieber. Produttori esecutivi: Scott Rudin, Peter Filardi, Michael Rachmil. Casa di Produzione: Columbia Pictures, Stonebridge Entertainment. Genere: Thriller, Orrore, Fantascienza. Durata: 115’. Lingua Originale: Inglese. Paese di Produzione: Stati Uniti d’America, 1990. Interpreti: Kiefer Sutherland (Nelson Wright), Julia Roberts (Rachel Mannus), Kevin Bacon (David Labraccio), William Baldwin (Joe Hurley), Oliver Platt (Randy Steckle), Kimberly Scott (Winnie Hicks), Joshua Rudoy (Billy Mahoney), Benjamin Mouton (padre di Rachel), Hope Davis (Anne Coldren), Beth Grant (casalinga).

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Linea Mortale (Flatliners) è un film del 1990 diretto da Joel Schumacher che esplora in modo affascinante e inquietante il mistero dell'aldilà e le conseguenze delle nostre azioni passate. Il film ruota attorno a un gruppo di brillanti e ambiziosi studenti di medicina: Nelson (Kiefer Sutherland), Rachel (Julia Roberts), David (Kevin Bacon), Joe (William Baldwin) e Steckle (Oliver Platt). Ossessionati dalla domanda su cosa accada dopo la morte, decidono di intraprendere un esperimento folle e pericoloso: indurre su sé stessi la morte clinica ("flatlining," la linea piatta sull'elettroencefalogramma) per pochi minuti, per poi essere rianimati, con l'obiettivo di raccogliere dati e scoprire i segreti dell'aldilà.
Inizialmente, l'esperimento sembra un successo: i "viaggiatori" tornano con una straordinaria scarica di adrenalina, percezioni aumentate e ricordi intensi. Tuttavia, le "esperienze di pre-morte" portano con sé anche un prezzo inatteso e terrificante: ognuno di loro comincia a essere perseguitato da allucinazioni o manifestazioni fisiche di traumi e sensi di colpa legati a errori o atti commessi nel loro passato. La curiosità scientifica si trasforma rapidamente in un incubo personale e un thriller psicologico sulla redenzione.

Il punto di forza assoluto del film è il suo concept di base. La commistione tra la rigorosa scienza medica e l'ignoto metafisico è intrigante e solleva interrogativi universali sul confine tra vita e morte, sulla colpa e sul giudizio.
Joel Schumacher, prima di dedicarsi ai controversi film di Batman, dona a Linea Mortale una regia visivamente suggestiva e unica. Le scenografie, spesso in ambienti goticheggianti (come l'ospedale in disuso, un luogo ideale per il loro laboratorio segreto) e la fotografia curata da Jan de Bont, con un uso drammatico di luci e ombre, creano un'atmosfera quasi da film in costume, ma traslata in un contesto moderno. Le scene notturne e gli flashback onirici sono particolarmente efficaci nel trasmettere il senso di inquietudine e l'eccesso giovanile che anima i personaggi.
Il film è un vero e proprio "Breakfast Club" dell'horror, presentando un cast stellare di giovani promesse all'apice della loro carriera, tra cui Julia Roberts (fresca del successo di Pretty Woman), Kiefer SutherlandKevin BaconWilliam Baldwin e Oliver Platt. L'energia e il carisma del cast sono innegabili e contribuiscono notevolmente a rendere credibile il legame tra i personaggi.

Nonostante l'idea brillante, il film, specialmente nel suo atto centrale, tende a diventare meccanico e ripetitivo. Dopo il primo "viaggio" di Nelson, la struttura si ripete ciclicamente con gli altri personaggi: morte, ritorno, manifestazione del senso di colpa, terrore. Questo schema narrativo diluisce in parte la tensione iniziale.
La risoluzione della crisi e la spiegazione finale dell'orrore sono poi viste da molti come troppo semplicistiche e moralistiche. Le entità che perseguitano gli studenti non sono entità dell'aldilà, ma la materializzazione dei loro peccati, e il modo per liberarsene è chiedere perdono. Sebbene questo chiuda il cerchio sul tema della redenzione, alcuni spettatori avrebbero preferito una conclusione più ambigua e legata all'horror metafisico piuttosto che al thriller psicologico con un messaggio didascalico.
Inoltre, alcuni personaggi (in particolare quelli di William Baldwin e Oliver Platt) non sono sviluppati con la stessa profondità di Nelson o Rachel, risultando a tratti funzionali più che organici alla storia.

Linea Mortale è un film che, pur non essendo esente da difetti strutturali (soprattutto nel ritmo e nella risoluzione), è invecchiato bene, soprattutto grazie al suo stile visivo inconfondibile e all'efficacia del suo concept. Si posiziona come un prodotto di genere ibrido che riesce a mescolare elementi di fantascienza medica, thriller psicologico e un pizzico di orrore soprannaturale. È un ritratto della hubris giovanile e delle conseguenze che si devono pagare quando si gioca a fare Dio. Un piccolo cult-movie degli anni '90, affascinante e meritevole di visione, soprattutto per l'atmosfera e le performance del suo eccezionale cast.

Nota: da evitare assolutamente l'inutile sequel / remake Flatliners - Linea mortale del 2017 diretto da Niels Arden Oplev nonché la pessima versione ridoppiata (ma perché???) dell'edizione italiana in DVD del 2007 curata dalla Sefit-CDC con la direzione di Vittorio De Angelis.

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A cura di Tiziano Greco



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