Nemici del popolo di Pagani e Bizzarri

Storia di vita proletaria e di integrazione

Un romanzo corale basato su incomprensioni generazionali

Se in  un romanzo compare una pistola bisogna che spari.



Di tanto in tanto capita che un soggettista abbia fatto l’ITI e scriva bene, ma questo non dovrebbe autorizzare a stilare una prefazione ironizzando sul presento classicismo di chi - per aver fatto il classico - avrebbe la puzza sotto il naso nei confronti dei fumetti. Diciamo che - avendo fatto il classico - ho letto Nemici del popolo nonostante l’introduzione intitolata Niente latino, ho fatto l’ITI, perché sarei stanco di questo razzismo al contrario, non avendo mai fatto distinzioni di valore basate sul tipo di scuola frequentata dagli scrittori. Non solo, in casa mia possiedo almeno tre biblioteche dedicate ai fumetti (di ogni tipo, dai romanzi grafici a collezioni complete Marvel e Bonelli), mio padre era un collezionista (ed era un operaio) avido lettore di AvventurosoAudaceTopolinoCino e Franco, tutto Alex Raymond… In vita mia ho letto romanzi di ogni tipo, saggi e fumetti, alternando Proust e CalvinoMoravia e PasoliniStan Lee e Tiziano Sclavi. Idem per il cinema, dove ho visto (e vedo) di tutto. La battuta “quando uno che ha fatto il liceo classico incontra uno che ha fatto l’ITI per chi ha fatto il classico suona l’ora di scavarsi la tomba da solo” - desunta da Sergio Leone - mi fa irritare (uso un eufemismo), ma non posso farci niente, leggo e vado avanti. A Pagani e Bizzarri è andata male, di solito le introduzioni non le legge nessuno, io non me ne perdo una, sarà per quel fatto del classico. Altre prelibatezze del prefatore ci dicono che scrivere semplice è complesso. Chi l’avrebbe mai detto? Pure uno che ha fatto il classico, cresciuto a pane e Manzoni, lo sa. Bene, sono un figlio di operai che ha fatto il classico e non sono classicista, non sono neppure razzista, leggo narrativa e fumetti con identico piacere, so bene quanto il romanzo grafico potrebbe servire a far leggere i giovani, se i prezzi fossero abbordabili e se i ragazzi non avessero perso (quasi) del tutto l’abitudine di leggere fumetti. Adesso basta con la prefazione. Il romanzo di Emilio Pagani è ben scritto, alterna una storia di vita proletaria e di integrazione con un fantasy metaforico che l’editore non comprende perché secondo lui la sola metafora possibile in fatto di operai sarebbero gli zombi. “L’ha già fatto Romero!”, dice il povero scrittore, inutilmente, ché gli editori sono tipi strani, credono di sapere quel che il pubblico legge e di solito non ci azzeccano (quasi) mai, specialmente oggi che non si legge più niente. Il disegno di Vincenzo Bizzarri è semplice e comprensibile, tradizionale, con le vignette disposte secondo le regole ordinarie della struttura fumettistica. La storia compone un romanzo corale basato su incomprensioni generazionali, un racconto che spiega come mai la classe operaia non può più andare in Paradiso, anzi di come sia condannata agli inferi, senza alcuna speranza. Homo homini lupus, per dirla con Hobbes (torna il classico, che peccato, magari all’ITI non si studia filosofia); il padre operaio vorrebbe che il figlio lottasse insieme a lui per il posto di lavoro, invece quest’ultimo cerca di svignarsela con la scusa di un allenamento per andare a fare una rapina organizzata con un complice. E il figlio delude tutti, sia il genitore che la sua ragazza, impegnata politicamente a difendere gli extracomunitari che sbarcano. Non anticipo il finale (personalmente mi ha deluso), in ogni caso - come diceva Checov - se in  un romanzo compare una pistola bisogna che spari. Quindi…

GLI AUTORI
Emiliano Pagani (Livorno, 1969) è stato per 25 anni uno degli autori di punta del “Vernacoliere”, per il quale ha creato prima come disegnatore e in seguito come sceneggiatore diverse serie a fumetti e vignette satiriche. Insieme a Daniele Caluri crea e produce i volumi di Don Zauker, vincitore di numerosi premi nazionali, tradotto anche in francese e spagnolo, di cui è autore di soggetti e sceneggiatore. Negli anni collabora con la rivista “Il Mucchio” e con “Il Male” di Vauro e Vincino. Nel 2012, sempre in collaborazione con Daniele Caluri, crea la serie umoristica Nirvana, per PaniniComics. Nel 2015 inizia a collaborare con Sergio Bonelli Editore per alcuni albi di Dylan Dog. Per Tunué pubblica la graphic novel Kraken, con i disegni di Bruno Cannucciari che vince il premio Romics e il premio Boscarato come miglior fumetto italiano e che viene pubblicato in Francia, Belgio, Polonia e Spagna. Per Feltrinelli Comics. Per Feltrinelli Comics ha pubblicato Don Zauker. Ego te Dissolvo (2019; con Daniele Caluri) e Don Zauker. Santo subito. Inferno e paradiso (2019; con Daniele Caluri).

Vincenzo Bizzarri, classe 1987, è un illustratore e autore di fumetti.
Nel 2016 disegna la graphic novel “Benvenuto Cellini” su sceneggiatura di Filippo Rossi ed edito da Kleiner Flug.
Nel 2016, su sceneggiatura di Stefano Nardella disegna “Il paese dei tre santi”. Dopo essere stato autoprodotto con il collettivo Mammaiuto e pubblicato online a puntate, nel 2017 “Il paese dei tre santi” viene pubblicato contemporaneamente in Italia da Kleiner Flug e in Francia da Sarbacane e in seguito in Germania.
Nel 2018 “Il paese dei tre santi” (La cité de trois saints) riceve la nomination “Selection Polar” al festival di Angouleme. Successivamente pubblica il “Gran Ghetto” sempre con Stefano Nardella, edito da Hazard Edizioni e distribuito con il Corriere del Mezzogiorno. Nel 2019 pubblica con Glénat “1789 – La naissance d’un monde” e “1789 – La mort d’un monde” su sceneggiatura di Noel Simsolo.
Attualmente collabora con Glénat e altre realtà editoriali in Italia e in Francia.


Nemici del popolo
Autore: Emiliano Pagani e Vincenzo Bizzarri
Prefazione: Alberto Prunetti
Editore: Tunué Edizioni
Anno edizione: 2024
Pagine: 144
Dimensioni: 17.3 x 1.6 x 24.6 cm
ISBN: 978-8867905980
Costo: 17,50 €


A cura di Gordiano Lupi


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