Rent-A-Girlfriend di Kazuomi Koga e Shinya Une

Commedia degli equivoci divertente

Con un cast articolato e momenti di vera emotività

Rent-A-Girlfriend (2020 - ora)
Regia: Kazuomi Koga, Shinya Une
Sceneggiatura: Mitsukata Jirota
Musiche: Hyadain
Prodotto da: TMS Entertainment


Ho pensato a lungo a quando scrivere la recensione di questo anime. Aspettavo finisse, ma la risposta si proiettava nel futuro, forse di un lustro, forse più. Questo perché il capolavoro di Reiji Miyajima è il Dragonball delle romcom. La sua lunghezza è senza limiti e non se ne vede la fine. Questo per dire che le stagioni dell’anime sono 4, per un totale di 48 episodi e in realtà la quarta stagione avrà una seconda parte di altre 12 puntate che però uscirà nel 2026. Già il fatto che la 4° stagione sia di 24 episodi vi fa capire quanto questo anime sia di successo. Molti è già tanto se ci arrivano con 12, di puntate, i più non arrivano alla quarta stagione (qui è già stata annunciata la quinta). Sembra tutto un grande difetto, detta così, ma forse è l’unico. Lasciatemi spiegare.

Kazuya è un universitario fuori corso che vive in un piccolo appartamentino, come molti studenti del suo tipo. La sua vita scolastica non è perfetta, ma i genitori hanno un negozio e gli hanno dato molti soldi per tirare avanti. Inoltre lui ha la ragazza. Questo è il motivo della sua piena felicità e la prima gag dell’anime. Sfondando la quarta parete, ci comunica che non è il solito protagonista sfigato: lui ha la ragazza e si chiama Mami. Conosciamo subito Mami, bellissima, che lo molla.
Risate, sipario.
Tutto sfocia da qui. Kazuya cade in profonda depressione e, girando su internet, trova un sito di “fidanzate a noleggio”. Si tratta di un servizio di accompagnatrici a carattere puramente platonico che fingono di essere la tua ragazza per qualche ora. Un po’ per tristezza, un po’ per curiosità, lui finisce per prenotare per un pomeriggio Chizuru Mizuhara e questo aprirà le porte ad una lunghissima storia.

Partiamo dalle basi. Niente di questo setting è inventato. Le hostess sono una cosa molto comune in Giappone dove molti uomini sono soli, lavorano tutto il giorno, e ogni tanto usano i loro risparmi per avere qualcuno che finga di interessarsi alla loro giornata. Quindi è tutto vero e tutto incredibilmente triste (e caro). Questa però è la premessa depressa di un anime che fa molto ridere.
Rent-A-Girlfriend è una commedia degli equivoci, divertente (talvolta in modo casereccio), con un cast articolato e momenti di vera emotività. L’infinito tira e molla tra i due protagonisti (certe volte paradossale) alimenta situazioni su situazioni e fa da perno a un racconto che non scade mai. Vorrei dire che a una certa annoia, ma l’unica cosa che fa è autoalimentarsi. Sì, è pesante il fatto di “ma perché non vi mettete insieme?” ma questo è il cliché più abusato di tutte le romcom e affini, soprattutto se vanno bene. Dopotutto se i protagonisti si fidanzano la storia è finita e bisogna trovare altro da vendere (con le dovute, fallimentari, eccezioni). Qui c’è addirittura un villain che è interessante, perché originale nel modo di pensare e di agire.

Il livello di disegno è fra l’altissimo e lo stellare. Alla fine il target sono soprattutto maschi e ci si marcia abbastanza. Dove i personaggi maschili sono “ok” il cast femminile ha livelli di dettaglio e quantità di modelli (abiti e pettinature diversi, cosa che di solito non si fa, per risparmiare) elevatissimo. Inoltre ci sono alcuni inframezzi vagamente sconci qua e là (non è un hentai, sono le fantasie del protagonista che è una persona tanto terribile quanto reale).

Le musiche pure sono gradevoli. A parte le classiche melodie “soft” tipiche del genere, Rent-A-Girlfriend presenta l’azzardata scelta di accompagnamenti elettronici e al limite dell’8bit che funzionano da dio. Non so dire neanche io perché ci stiano così bene, ma lo fanno. C’è una vasta quantità di sigle di apertura e di chiusura, nessuna famosissima, ma devo ammettere che sono orecchiabili sia quelle di apertura che di chiusura (cosa molto più rara).

Lo sto rivedendo da capo. È il mio guilty pleasure. Diverte, intrattiene. Come per Kazuya, ti ci avvicini solo per il tema strano e poi ci resti sotto. L’unica cosa che ti dispiace è sapere che forse non finirà mai… o forse è un pregio anche quello?

A cura di Marco Molendi



Tutti i diritti riservati per immagini e testi agli aventi diritto ⓒ.

Commenti