To Leslie di Michael Morris

Girato con stile d’autore

Consigliato per chi ama il buon cinema

To Leslie (Usa, 2022)
Regia: Michael Morris. Soggetto e Sceneggiatura: Ryan Binaco. Fotografia: Larkin Seiple. Montaggio: Chris McCaleb. Musiche: Linda Perry. Produttori: Claude Dal Farra, Brian Keady, Kelsey Law, Philip Waley, Jason Shuman, Eduardo Cisneros. Distribuzine (Italia): Minerva Pictures, Altre Storie. Lingua Originale: Inglese. Paese di Produzione: Stati Uniti d’America, 2022. Durata: 119’. Genere: Drammatico. Interpreti: Andrea Riseborough (Leslie Rowlands), Marc Maron (Sweeney), Allison Janney (Nancy), Andre Royo (Royal), Owen Teague (James), Stephen Root (Dutch), James Landry Hebert (Pete), Catfish Jean (Darren), Scott Subiono (Rancher Glen).


Primo film di Michael Morris, che gira con stile d’autore - tra campi e controcampi, soggettive e brevi piani sequenza - una buona sceneggiatura di Ryan Binaco, pedinando neorealisticamente l’esistenza di un’alcolista cronica come Leslie Rowland (Riseborough) in una serie di pericolose disavventure. Leslie vince una cifra importante alla lotteria, ma la sperpera in fretta, abbandona il figlio James (Teague) e si perde nelle pieghe di una vita complicata. A un certo punto - dopo ben sei anni - si ripresenta nella vita del figlio, che non accetta le sue azioni scellerate, quindi torna nel paese natale - nel Texas Occidentale - dal quale era partita, infine incontra un uomo che si prende a cuore la sua situazione e cerca di aiutarla a uscire da un inferno nel quale sta sprofondando sempre di più. Non ci si salva mai da soli, sembrano voler dire il regista e lo sceneggiatore, infatti Leslie esce dal tunnel della dipendenza solo grazie a un inatteso incontro d’amore in un paese dove tutti la disprezzano. Sceneggiatura che non fa una piega, fotografia di Larkin Seiple che immortala i grandi spazi del Texas; montaggio compassato di Chris McCaleb, dovuto per il tipo di film, ma le due ore di pellicola non procurano alcuna fatica; musiche country di Linda Perry; regia accorta, che nasconde le incertezze tipiche di un debutto. Film che ha avuto buona accoglienza critica, soprattutto per la grande interpretazione di Andrea Riseborough nei panni di Leslie, sempre sulla scena, perfetta nella caratterizzazione di una madre alcolista. Il film affronta grandi temi che vanno dalla dipendenza all’amore materno, passando per rapporto madre e figlia, amicizia e amore salvifico. Non è poco, tutto è realizzato senza sermoni né verità preconfezionate, solo raccontando (bene) una storia, con il taglio tipico del cinema indipendente nordamericano. Ottimo l’uso del flashback per raccontare il passato e inserirlo nel presente al momento giusto, facendo ricorso a una narrazione introspettiva, condita di silenzi più espliciti di tante parole. Candidato all’Oscar, vince altri premi in tutto il mondo, non è un successo commerciale, ma è cinema d’autore, non vorrebbe neppure provarci. Visto su Rai 5 in Prima TV - senza passaggi pubblicitari - lo trovate su Rai Play. Consigliato per chi ama il buon cinema.

A cura di Gordiano Lupi



Tutti i diritti riservati per immagini e testi agli aventi diritto ⓒ.

Commenti