Un capolavoro dell'horror moderno
Narrazione ricca di simbolismo e immagini memorabili
Gioco dannato (The Damnation Game, 1985) è il romanzo d'esordio di Clive Barker e, per molti critici e lettori, uno dei suoi lavori più maturi e intensi, che definisce in modo incisivo il suo stile unico, a metà tra l'horror viscerale e il dark fantasy filosofico. È un'opera ambiziosa che affronta temi come la corruzione, la tentazione, la brama di potere e, soprattutto, l'eterna battaglia tra la salvezza e la dannazione.
La storia si apre con un prologo ambientato nella Varsavia dilaniata dalla Seconda Guerra Mondiale, dove il futuro milionario Joseph Whitehead, allora un ladro, sfida a carte un misterioso e inquietante individuo noto come Mamoulian, "l'Ultimo Europeo," in una partita con una posta in gioco inimmaginabile. Whitehead vince, ma la sua vittoria si rivela un fardello, un debito la cui riscossione è solo rimandata.
Il grosso del romanzo si svolge anni dopo, nell'Inghilterra moderna. Il protagonista è Marty Strauss, un ex galeotto con la passione per il gioco d'azzardo, che viene assunto come guardia del corpo dal ricco e recluso Joseph Whitehead. Whitehead vive barricato nel suo lussuoso e isolato maniero, tormentato da un terrore crescente: sa che Mamoulian sta tornando per esigere il prezzo della loro vecchia partita, che non è solo denaro, ma l'anima stessa di Whitehead.
Marty si ritrova involontariamente coinvolto nello scontro tra i due rivali. Mentre i primi segni del ritorno di Mamoulian si manifestano in eventi sempre più grotteschi e terrificanti, Marty scopre la vera natura dell'accordo e delle forze oscure in gioco. Il "gioco dannato" si rivela non essere solo quello giocato in passato, ma la stessa esistenza di Whitehead e, per estensione, la lotta di ogni individuo contro le proprie debolezze e il richiamo del male.
Personaggi Centrali
Marty Strauss: È l'occhio attraverso cui il lettore sperimenta l'orrore. È un uomo imperfetto, un ladro, ma in fondo umano, la cui redenzione (o dannazione) è al centro della narrazione.
Joseph Whitehead: Il milionario, un "Re Mida" con un tocco avvelenato. La sua ricchezza e il suo potere sono il risultato di un patto oscuro che lo ha corrotto dall'interno. È il simbolo dell'avidità e della paura di perdere tutto.
Mamoulian (L'Ultimo Europeo): Una figura demoniaca e tragica, quasi ascetica nella sua non-vita. Non è il classico diavolo, ma un'entità che incarna la tentazione e la caduta, con una sua fragile e affascinante drammaticità. La sua presenza è avvolta in un vuoto e in un'oscurità che lo rendono potente e spaventoso.
Breer, il Mangia-Lame: L'agente di Mamoulian, una figura di puro orrore fisico e morale. La sua corruzione è manifesta e le scene che lo coinvolgono sono tra le più gore e disturbanti del romanzo, ma servono a sottolineare la degenerazione fisica come specchio di quella spirituale.
Il romanzo è un trionfo dello stile di Barker, noto per l'uso magistrale della Body Horror (orrore del corpo) e per la sua capacità di fondere il sublime con il grottesco.
Barker non si limita a spaventare; cerca il sublime nel terrore. Le sue descrizioni della decadenza e della resurrezione sono liriche quanto viscerali. L'orrore non è sempre un elemento esterno, ma spesso una rivelazione, un'estensione della corruzione interna dei personaggi.
Il vero orrore non è Mamoulian, ma ciò che gli uomini, come Whitehead, sono disposti a fare per il potere e la ricchezza, e la corruzione morale che ne deriva. Mamoulian è solo il catalizzatore, la manifestazione fisica di una corruzione già esistente.
Il gioco è la metafora centrale. Rappresenta la tentazione universale di barare sul destino, di cercare scorciatoie e il prezzo spaventoso che si paga per la brama insaziabile.
L'atmosfera è densa e avvolgente. Barker crea un senso di disagio persistente, mescolando l'orrore metafisico (l'entità di Mamoulian, i suoi poteri) con l'orrore mondano (le oscenità di Breer, la solitudine agghiacciante di Whitehead).
Gioco dannato è generalmente considerato un capolavoro dell'horror moderno, spesso descritto come strutturalmente perfetto e ricco di caratterizzazioni complesse.
L'opera eccelle nella creazione di atmosfere, nella caratterizzazione sfaccettata dei personaggi (soprattutto Mamoulian, tragico e potente), e nell'abilità di Barker di tessere una narrazione ricca di simbolismo e immagini memorabili. La giustapposizione del gotico-moderno del maniero di Whitehead con l'orrore cosmico e fisico è magistrale.
Alcuni lettori potrebbero trovare il ritmo leggermente lento nella prima metà del romanzo, che si concentra sull'introduzione dei personaggi e sulla tensione crescente, prima di esplodere nell'orrore più palese. Le scene di gore e body-horror sono molto esplicite e non adatte a chi cerca un horror più blando.
Gioco dannato non è solo un romanzo horror, ma un'esplorazione profonda e disorientante della condizione umana di fronte alla tentazione e alla dannazione. È un'opera fondamentale per comprendere la visione di Clive Barker e un libro imprescindibile per gli amanti dell'horror che non temono di affrontare l'oscurità più profonda dell'anima umana e le sue manifestazioni più grottesche e sublimi. Vivamente consigliato.
L’AUTORE
Clive Barker (nato il 5 ottobre 1952 a Liverpool) è uno scrittore, sceneggiatore, regista e artista inglese, famoso per il suo contributo al genere horror. Ha ottenuto notorietà negli anni '80 con i suoi racconti, raccolti nei "Libri di Sangue", e ha raggiunto il successo cinematografico con film come Hellraiser (di cui è stato sceneggiatore e regista) e Candyman.
Per maggiori informazioni leggete la nostra: INTERVISTA ESCLUSIVA
Gioco dannato
Autore: Clive Barker
Traduttore: Paola Formenti
Editore: Sperling & Kupfer
Anno: 1 agosto 1991
Pagine: 374
ISBN: 978-8878241428
Costo: 4,30 €
A cura di Tiziano Greco



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