Dragged Across Concrete di Steven Craig Zahler

Thriller ben congegnato

Girato a ritmi blandi, con improvvise accelerate

Dragged Across Concrete - Poliziotti al limite (Usa 2018)
Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Steven Craig Zahler. Fotografia: Benji Bakshi. Montaggio: Greg D’Auria. Musiche: Jeff Herriott,  Steven Craig Zahler. Scenografia: Brian Davie.  Produttori: Keith Kjarval, Dallas Sonnier, Jack Heller, Tyler Jackson, Sefton Fincham. Costumi: Tanya Lipke. Trucco: Lisa Love, Tate Steinsiek. Produttori Esecutivi: Wayne Marc Godfrey, Robert Jones, Shafin Diamond Tejani, Levi Sheck, Mike Rowe, Dean Buchanan, Ben Ruffman. Case di Produzione: Unified Pictures, Cinestate. Distribuzione (Italia): Adler Entertainment. Titolo Originale: Dragged Across Concrete. Lingua Originale: Inglese. Paese di Produzine: Stati Uniti d’America, 2018. Durata: 158’. Genere: Poliziesco, Thriller, Azione. Interpreti: Mel Gibson (Brett Ridgeman), Vince Vaughn (Anthony Lurasetti), Tory Kittles (Henry Johns), Michael Jai White (Biscuit), Jennifer Carpenter (Kelly Summer), Laurie Holden (Melanie Ridgeman), Fred Melamed (sig. Edmington), Udo Kier (Friedrich), Tattiawna Jones (Denise), Justine Warrington (Cheryl), Jordyn Ashley Olson (Sara Ridgeman), Myles Truitt (Ethan Johns), Vanessa Bell Calloway (Jennifer Johns), Noel Guglielmi (Vasquez), Primo Allon (Guanti Neri), Matthew MacCaull (Guanti Grigi), Thomas Kretschmann (Lorentz Vogelmann), Don Johnson (tenente Calvert), Richard Newman (Feinbaum), Liannet Borrego (Rosalinda), Dalias Blake (Davids).

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Steven Craig Zahler è più scrittore che regista, la cosa si nota anche dal buon film che dirige perché l’impianto narrativo risulta verboso e ricco di dialoghi, imbastendo una storia che ha tempi da cinema d’autore e (di tanto in tanto) guizzi da action-movie. Scrittore di genere, comunque, visto che le sue storie spaziano da orrore a western, passando per poliziesco e fantascienza. Musicista e direttore della fotografia, alcune colonne sonore dei film diretti portano la sua firma (come questo), il suo primo lavoro è il bellissimo Bone Tomahawk, un western horror molto originale. Dragged Across Concrete viene presentato fuori concorso alla 75a Mostra del Cinema di Venezia, in Italia esce direttamente su Sky (nel 2020), senza passare per le sale. Peccato. Un thriller ben congegnato, anche in questo caso ricco di elementi originali, interpretato da un grande Mel Gibson e da un altrettanto bravo Vince Vaughn, che vestono i panni di due poliziotti non troppo rispettosi delle regole. Le esistenze dei vari personaggi si intersecano in un ottimo lavoro che va ben oltre il puro cinema d’azione. Abbiamo due poliziotti sospesi per aver adottato metodi violenti e ci vengono presentate le loro vicende familiari complesse, nel caso di Brett (Gibson) una moglie con la sclerosi multipla e una figlia perseguitata dai bulli, in quello di Anthony (Vaughn) una fidanzata da sposare. Vediamo un ex detenuto (Kittles) in cerca di un futuro migliore per un fratello minore che condivide la vita con una madre prostituta. Conosciamo un killer glaciale che uccide per gusto durante le rapine, compiendo eccidi ingiustificati per assicurarsi bottini modesti. Infine entra in scena un’impiegata di banca con un figlio neonato, che riprende servizio proprio il giorno di una grande rapina, momento culmine della sceneggiatura. Il regista - responsabile della storia, dialoghi compresi - è autore in senso pieno, perché riesce a collegare tutti i fili narrativi senza la minima sbavatura, fino a un imprevedibile finale da ecatombe. Film girato a ritmi blandi, con improvvise accelerate, montaggio compassato (D’Auria), durata abbastanza dilatata in oltre due ore e mezzo, fotografia scura (Bakshi), quasi sempre in notturna con alcune sequenze diurne molto glaciali. Colonna sonora angosciante che porta la firma del regista, oltre a Jeff Herriott. Personaggi ben definiti da dialoghi esplicativi, sin troppo lunghi e forbiti per un film d’azione, ma questo è lo stile del regista. Molto ben fatte le scene con inseguimenti in auto nel centro cittadino e su strade sterrate, così come gli omicidi sono credibili e gli effetti speciali sembrano usciti da un film horror. Tra tutti cito l’estrazione di una chiave dallo stomaco di un cadavere con sequenze che mi hanno fatto venire a mente Antropophagus di Joe D’Amato, tra budella che fuoriescono e viscere tagliate. Un film da vedere, che ho apprezzato su Rai 4, ancora visibile su Rai Play.

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A cura di Gordiano Lupi



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