Duello nel museo nero di Giuseppe Cozzolino e Luca Bonatesta

Le lame saettarono dalle sue mani

Shelley deviò la prima col bracciale di cuoio che aveva al polso destro

Immaginate il Ventesimo Secolo come un conflitto deflagrante di mostri e superuomini, magia e tecnologie aliene, in un palcoscenico di scontri che cambieranno il corso della Storia. Da Roma a Parigi, da Londra a Mosca, da Tokyo a New York.

Benvenuti nel Vintageverse e questa è solo una delle sue incredibili storie.


Duello nel museo nero
di Giuseppe Cozzolino & Luca Bonatesta

Londra, 1966, dopo mezzanotte.

La “Signora” Shelley era alquanto irritata.
Non vedeva l’ora di gareggiare nella corsa clandestina organizzata all'Ace Café dal suo contatto tra i motociclisti Rockers, quell’anima lunga col naso rotto che si faceva chiamare Stormbringer. Una sfida da cinquecento sterline che le avrebbe permesso di testare il motore potenziato della sua Triumph Bonneville rosso fiammante.
Vestita nella sua tuta attillata di pelle blu e nera, la donna era del tutto assorta sulla partenza, ignorando gli sguardi ammirati degli uomini e quelli invidiosi delle loro ragazze, quando tre brevi vibrazioni del micro-trasmettitore piazzato sul suo casco, la strapparono all'attesa: era in atto un codice rosso dalla Fondazione Stein.
Un saluto sbrigativo a Stormy e via, a tutta velocità, lasciandosi dietro le proteste degli scommettitori.

Nel cuore di Bloomsbury, Piazza Tavistock, si ergeva l’imponente edificio della Fondazione Stein. La facciata dell’istituto  dedito a scopi filantropici e ricerche mediche rivoluzionarie, celava in realtà la sede centrale di H.A.M.M.E.R. (Headquarter Against Magic Manipulations and Entity Rogues), sezione occulta dei servizi segreti britannici contro le minacce soprannaturali. Sorveglianza massima, soprattutto notturna: telecamere, guardie armate, trappole e letali raggi laser proteggevano l'edificio. Eppure, qualcuno era penetrato nel suo sancta sanctorum, situato nei sotterranei della struttura: il Museo Nero, dall’accesso riservato ai soli Soci Arcani, protetto da biometria e codici complessi.

Una figura spettrale, una giovane donna in tuta argentata, fluttuava tra i reperti. Era emersa come un fantasma dalle vetrate, attraversando lo specchio della biblioteca segreta del Barone Stein. Sorpresa da due guardie della sicurezza, le aveva fulminate con piccole lame a forma di punte di freccia, comparse dal nulla, conficcandogliele in gola. L'ascensore segreto l'aveva condotta al suo obiettivo.
Le sale del museo erano vaste e silenziose. Pavimenti di marmo nero riflettevano gli antichi arazzi e affreschi carichi di simboli alchemici. Teche antiproiettile custodivano oggetti di inimmaginabile potenza. Il -Dragorio- di Merlino, libro dalla copertina di pelle di drago, racchiudeva incantesimi dimenticati per riportare i Signori del Fuoco nel nostro Tempo. La Maschera di Cassandra prometteva visioni e la capacità di riscrivere il Destino. In disparte, una bambola di porcellana in abiti vittoriani non recava però alcuna targa a differenza degli altri -tesori-.
- Eccola, - sussurrò la donna d'argento, capelli neri raccolti a coda di cavallo, occhi chiari e magnetici. Aveva attraversato riflessi, eluso sistemi di sicurezza avanzatissimi, ucciso o stordito almeno sei guardiani. Come un'ombra, superò la teca e afferrò la bambola.
- Missione compiu…-. Un calcio violento alla schiena la fece rotolare via, ma tenne ben stretta la bambola a sè. Di fronte a lei, un'altra donna affascinante, caschetto rosso tiziano, tuta da motociclista, postura da esperta di karate. Un occhio nero, uno blu.
- Spiacente, tesoro. Non so chi tu sia, ma lascia stare quella bambola!-. Il tono di Shelley mascherava il nervosismo. Quel calcio avrebbe dovuto stenderla. Invece, l'altra si era rialzata con una capriola, sfoderando lame identiche a quelle usate sui guardiani.
- So chi sei, - replicò la misteriosa intrusa. - LORO mi hanno parlato di te. Sei quel membro della squadra H.A.M.M.E.R.  che è stata 'ricostruita' con pezzi di cadaveri.
- Hai un vantaggio. Io non so il tuo nome. Ma posa la bambola e vieni con me prima che ti rompa ogni osso. Ho preso un passaggio segreto per scorciatoia, ma sta arrivando una squadra con armi pesanti. Arrenditi SUBITO o ti faranno a pezzi! -. Shelley calcolava le distanze tra sé e la sua avversaria.
- Non credo sparerebbero qui. È una polveriera magica. Finiremmo tutti pietrificati o sparati in altre dimensioni. Comunque… io sono MIRROR BITCH!.
Le lame saettarono dalle sue mani. Shelley deviò la prima col bracciale di cuoio che aveva al polso destro, la seconda con un calcio rotante. Ma ne arrivarono altre due, ed altre ancora, la trafissero alla spalla sinistra, anche se il dolore era attutito. La sala era vasta, ma piena di reperti pericolosi. Afferrò l'avversaria e la scaraventò contro un'altra teca: lo scettro nero di Faust.
- No! - Shelley imprecò, vedendo Mirror Bitch smaterializzarsi al contatto col vetro.
- Dove diavolo sei finita?!?
Mirror Bitch decise di chiudere rapidamente il match. La bambola era a terra, intatta. Si rimaterializzò alle spalle di Shelley, brandendo lo scettro che, secondo le leggende, possedeva il potere di rubare l’anima di qualsiasi essere sovrumano puntandoglielo contro. Non fece in tempo ad usarlo. Una figura colossale avvolta in una inquietante fiamma blu, in armatura d'onice e argento ed elmo scarlatto, apparve in un lampo accecante, brandendo una spada di luce pulsante.
SONO MORDRED, CUSTODE DEL MUSEO NERO! AVETE OSATO VIOLARE IL DOMINIO DEL BARONE! PERIRETE!
-Aspetta, io sono…- Emma Shelley non fece in tempo a completare la frase che la spada calò inesorabile su entrambe le giovani donne.
Maledetto Stein, un altro dei suoi “sistemi di sicurezza” che ha dimenticato di menzionarmi!
Il gigante roteava la spada di luce mistica con maestria. Shelley cercò tra i reperti qualcosa per fermarlo e salvare anche l'altra, che nel frattempo aveva afferrato la bambola e si dirigeva verso lo “Specchio di Grimilde”.
Se lo raggiunge, potrà viaggiare tra le dimensioni, pensò Shelley. Ma il cavaliere era concentrato su di lei. Mentre la spada si preparava ad un ultimo colpo fatale, il corpo dell’essere esplose in mille frammenti di vetro blu.
La sala si riempì di nuovi arrivati: sei guardiani armati di fucili futuristici, guidati da Victor Stein, con uno strano congegno in mano.
-Signora Shelley, solite passeggiate notturne?
Emma lo guardò. Il Barone esibiva il solito sguardo freddo e distaccato. Indossava un frac rosso, reduce probabilmente da qualche party esclusivo dell’alta società londinese, come quello dove lei aveva conosciuto e reclutato il suo compagno, il Dottor Henry Hyde. A proposito…Dov'era Henry? A staccare arti a qualche criminale dei bassifondi?
- Che bello rivederla... dottore.
Se gli sguardi potessero uccidere...
Stein notò Mirror Bitch con la bambola. I suoi occhi tradirono per un nanosecondo una qualche emozione, poi ordinò ai suoi: - Colpitela! Non deve scappare!
Le armi emisero raggi a spirale che piegarono in due Mirror Bitch, che iniziò a contorccersi dal dolore. La ragazza capì che restava una sola opzione: tuffarsi nello specchio.
- No!
Sotto gli occhi increduli di Stein, la donna si lanciò contro l'immenso specchio, la cui superficie divenne di un brillante liquido color giada.
- Non è possibile!- urlò Stein. – Nessun comune essere umano può entrare in quello specchio e sopravvivere!
- Davvero?- ringhiò Emma Shelley. - Mettiamolo alla prova! -. Prima che Stein potesse replicare, anche lei si era gettata nel varco.
-Mio Dio...


Mirror Bitch si ritrovò in un vortice multicolore. La sua tuta argentata, di tessuto alchemico, la proteggeva dalla distorsione pandimensionale. I suoi mandanti avevano previsto tutto. Chiuse gli occhi, immaginando la sua infanzia, le immersioni in Liguria, prima della guerra tra le Federazioni del Cigno e del Drago.
Una presa al piede destro la riportò alla realtà. Shelley era lì, fluttuando in quel vuoto multicolore come un paracadutista.
- Non dovresti essere qui! Non dovresti essere nemmeno viva!- urlò Mirror Bitch, stringendo la bambola e provando a scalciarla via.
- Non sono più viva da molto tempo. Dammi quella bambola!
Shelley era sul punto di afferrarla, quando uno strano tentacolo la frustò. Due figure umanoidi in strane armature d'avorio. Una le agitava contro lunghe fruste di metallo dai polsi metallici, l'altra aprì ali meccaniche da pipistrello, spingendo Mirror verso un enorme globo di luce posto alla fine del vortice. Shelley estrasse la pistola Beretta strappata ad uno dei custodi del museo, e sparò tutto il caricatore sullo strano essere, che vacillò. Ma era troppo tardi. Mirror era sparita, e lei era intrappolata PER SEMPRE nel vortice.
Per sempre.
Per sempre.
Per sempre.

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Mirror Bitch si ritrovò in un giardino splendido e sterminato, attraversato da fontane sontuose e preziose statue di marmo, sovrastato da una cupola infrangibile che lo separava da un cielo notturno attraversato da fulmini viola e mostruose creature chimeriche.
Un uomo alto e biondo, vestito come un aristocratico di altri tempi, gli venne incontro. Il suo volto non dimostrava più di trent’anni, e lo sguardo era temibile e rassicurante al tempo stesso. - Benvenuta a Nuova Versailler, cara Jenny. Tutto bene? I miei droidi ti hanno prontamente recuperata dal Limbo. Hai portato il mio regalo?
La giovane gli porse la bambola.
- Sublime! Ottimo lavoro.
- Ci ho quasi rimesso la pelle, nonostante i miei poteri e la tuta alchemica che mi avete fornito. Dov’è la mia ricompensa?
- Eccola. Sangermaine mantiene sempre la sua parola.- Il globo di luce di prima si rimaterializzò, modellandosi in un vero e proprio  portale di energia, alto quanto la ragazza.
-Vai, Jenny. Vai.

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-Noooooooooooohhhh!!!

Shelley era di nuovo nel Museo, sorretta da due guardie della Fondazione. Stein le offrì un bicchierino pieno di un liquido ambrato.
- Enrico IV Dudognon, dalla mia riserva.-
- Hmmm... il mio cognac preferito. Come mi avete recuperato?-
Stein fece cenno a un uomo di mostrare la sua arma, uno strano congegno simile ad un archibugio rinascimentale con un cristallo viola innestato al suo interno.
- Apparteneva ai Fedeli d'Amore ed è attribuito a Leonardo da Vinci. Un raggio traente interdimensionale.
- Incredibile. E l'intrusa?
- L’arma poteva sparare un solo raggio. Il cristallo al suo interno si ricarica in ventiquattro ore. Ho dovuto scegliere tra te e lei...
Shelley sorrise. - Dottore. Se voleva fare colpo... ci è riuscito. Le devo la vita. Per la seconda volta. - Bevve il cognac d'un fiato. Ma si ripropose di chiedere al Barone cosa rendesse la bambola così speciale.

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Altrove, in una mansarda luminosa a Milano. Jenny Rivelli, in jeans e camicetta, sembrava una normale ragazza risvegliatasi da un brutto sogno. La vista sulla città era idilliaca.
La mia Milano, pensò, pulita e a misura d'uomo. Poi udì fischiare alle sue spalle.
Non può essere lui.
Si voltò e lui era lì, giovane e bello come lo ricordava da bambina. Senza i segni della
droga e di altre orribili violenze. Vivo.
- Fratellino...

Era quello il regalo di Sangermaine. La sua città non era più la metropoli tortuosa e caoticamente multiculturale del 2057, dove dominavano le varie gang dello spaccio e dello sfruttamento, e Marco era finalmente tornato. Il ragazzo di vent’anni, con cui ora parlava e sorrideva e che abbracciava, era vivo, vivo e non aveva segni di punture sulle braccia, né il suo volto rifletteva gli abusi sessuali che aveva subito a dodici anni, quando lei ne aveva solo cinque, e che lo avevano indotto a quella vita di degrado che lo aveva portato a morire di Rein, una variante dell’Aids.
-Come stai sorellina? Sei uno splendore.-
-Anche tu, Marco. Anche tu.-
Jenny Ranelli Alias Mirror Bitch pensò al Signore dei Riflessi e al suo incontro da cui tutto era partito. Pensò anche alla violenza che aveva dovuto arrecare, come assassina a pagamento, pur sempre rifiutando di farsi coinvolgere fino in fondo dalle guerre di bande.
Ma tutto ciò non le impedì di sorridere.

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Sull'immensa nave-cittadella “Arcadia”, in eterna navigazione sugli oceani di un universo folle e selvaggio, l'uomo chiamato Sangermaine staccò la testa della bambola. Dal corpo prelevò uno strano uovo, luminoso e pulsante, il cui guscio trasparente lasciava intravedere qualcosa.
Finalmente, dopo secoli, la Pietra Filosofale era nuovamente sua.


A proposito del Vintageverse
di Giuseppe Cozzolino

VINTAGEVERSE LAB è un progetto nato molti anni fa dalla mente di Giuseppe Cozzolino, sfociato inizialmente con alcuni racconti ed una miniserie a fumetti (pubblicata prima  a puntate sulla rivista “M-Rivista del Mistero”, Alacran, edita poi in miniserie nel 2008 da Cagliostro E-Press) incentrata sul super-eroe Argos 7 nella Roma degli Anni 60, tra Dolce Vita e Cinecittà.

L’Idea di base del progetto è quella di ricreare atmosfere del cinema e del fumetto pop Anni 60, in omaggio ai grandi filoni dell’epoca (i primi film di JAMES BOND-007 con Sean Connery, le fanta-pellicole Hammer con il DRACULA di Christopher Lee ed il FRANKENSTEIN di Peter Cushing, i primi eroi Marvel di Stan Lee e Jack Kirby (I FANTASTICI 4, IL MITICO THOR, CAPITAN AMERICA) e Steve Ditko (L’UOMO RAGNO, IL DOTTOR STRANGE), i fumetti neri all’italiana (DIABOLIK, KRIMINAL, SATANIK) il cinema peplum (ERCOLE, MACISTE, URSUS) e la commedia all’italiana (I MOSTRI, IL SORPASSO di Dino Risi), le serie tv british come AGENTE SPECIALE, IL PRIGIONIERO e DOTTOR WHO, le serie tv “camp” alla BATMAN di Adam West, gli eroi giapponesi come ULTRAMAN) avendo come base il Mediterraneo ma esplorando comunque il resto del mondo in chiave sci-fi e super-eroistica.

Il primo step - realizzato in sinergia con l’editore Jason Forbus di AliRibelli – ha prodotto un’antologia di racconti illustrati che ha coinvolto innumerevoli scrittori e illustratori in tutt’Italia (Alessandro Bottero, Mario Farneti, Andrea Guglielmino, Pier Luigi Manieri, Giorgio Borroni, Stefano Priarone, Riccardo Rosati, Andrea Gualchierotti, Carlomanno Adinolfi, Stefano Guerrasio, Alessandro Vezzani, Loredana Atzei e tantissimi altri) dedicati agli innumerevoli personaggi del Vintageverse.

Un’intera sezione characters è, ad esempio, dedicata alla Swinging London degli Anni 60:

- PETER ALHAZRED, fotografo e stregone della Londra degli Happening, discendente del celebre autore del Necronomicon. Si accompagna allo chef mago Oscar Maitland e alla sua modella Sandy, una ragazza androide dalla forza incredibile.
- IL BARONE STEIN E LA SEZIONE H.A.M.M.E.R., il celebre Victor Frankenstein in incognito, che ha creato una Organizzazione Occulta al Servizio Segreto di Sua Maestà Britannica.
- MISSIS SHELLEY E DOCTOR HYDE, insolito duo di investigatori (lui il celebre mostro di Londra che ha raggiunto la rispettabilità, lei un’indomita avventuriera riportata in vita da Stein dopo uno spaventoso incidente).
- SIR KHARIS FISHER, autorevole egittologo e consulente del Museo Britannico, che incarna un potere antichissimo ritornato in vita tra le strade della
- PROMETHEUS, la prima creatura di Frankenstein assetata di vendetta nei confronti del suo ingrato e spietato “padre”.
- JAMES DRAKE, spietato ma affascinante agente speciale della H.A.M.M.E.R. dotato di sorprendenti facoltà sovrumane, dovute alla sua parentela col Conte Dracula.
E tantissimi altri

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GLI AUTORI DEL RACCONTO

Giuseppe Cozzolino (Napoli, 1967) è scrittore, saggista, produttore web, docente di Storia del Cinema e Storia delle Comunicazioni di Massa presso l’Università di Napoli L’Orientale (2001-11), Suor Orsola Benincasa (dal 2013). Ha scritto su numerose riviste specializzate (L’Eternauta, L’Altro Regno, Play Magazine, Amarcord, La Rivista del Cinematografo, M-La Rivista del Mistero) e quotidiani locali e nazionali (Il Tempo, Roma, Il Mattino) e sulle pagine Cultura e Spettacoli de Il Mattino di Napoli. È autore dei volumi Cult Tv. L’universo dei telefilm (Falsopiano, 2000) e Planet Serial. I telefilm che hanno fatto la storia della TV (Aracne, 2004). Nel 2008 idea la miniserie di racconti e fumetti Le Avventure di Argos 7, che verrà successivamente pubblicata a puntate da M-Rivista del Mistero (Alacran) e in un albo one-shot dalle Edizioni Cagliostro E-Press, che costituirà la base del suo progetto Vintageverse.

Luca Bonatesta è nato a Brindisi il 26-01-1972.
Ha collaborato tredici anni con una agenzia giornalistica brindisina.
Per le edizioni Hypnos, nel gennaio 2016, è uscito un suo ebook, L’angelo e il vampiro, che raccoglie quattro racconti. Il racconto L’angelo e il vampiro è stato anche incluso nell’antologia Strane Visioni per le Edizioni Hypnos.
È stato finalista in diversi premi letterari, tra cui il Lovecraft e l’Hypnos, prima edizione del 2013, nel quale si è classificato al secondo posto.
Suoi racconti sono usciti su siti internet e pubblicazioni cartacee, come la rivista autoprodotta Next, con lo pseudonimo Darren Frei, e l’antologia Super Nova Express per Ferrara edizioni.
Collabora da diversi anni con Club GHoST & Ipnotica.




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