Omaggio a Mary Shelley & Frankenstein
Una monografia mascherata da rivista, curata con passione e rigore
Questo numero 21 di Zothique è un corposo omaggio a Mary Shelley & Frankenstein (quantomai in tema con la recente trasposizione cinematografica di Guillermo Del Toro - qui la nostra recensione), di oltre 200 pagine. Mary Shelley - adolescente inquieta cresciuta tra la filosofia radicale del padre William Godwin e il femminismo proto-moderno della madre Mary Wollstonecraft, fuggita giovanissima con Percy Shelley e segnata presto dal dolore e dalle perdite - non nasce dal nulla come autrice. Zothique riesce a far emergere proprio questo: la costellazione di influenze, tensioni morali e condizioni storiche che la portarono a concepire il suo Prometeo Moderno.
Fin dalle prime pagine vengono pubblicati materiali rari: dalle osservazioni di Walter Scott, che aggiungono un tassello importante alla ricezione contemporanea dell’opera, alle note di Percy Shelley, che riecheggiano la tensione intellettuale di questo caposaldo ritenuto il primo romanzo di fantascienza. A emergere, però, è soprattutto la voce della stessa Mary Shelley, grazie alla riproposta di una sua lettera in cui rivendica la paternità del romanzo. È un documento prezioso, che sottrae la creatrice di Frankenstein a decenni di insinuazioni e fraintendimenti e la riporta al centro della propria opera. La ghost story ritrovata nel 2018, tradotta qui per la prima volta in Italia, offre poi un ritratto intimo dell'autrice alle prese con il soprannaturale in una forma più breve e più concentrata, rivelando un gusto per l’inquietudine che precede la grande invenzione narrativa del Prometeo Moderno.
L’articolo di Luca Cesare Foffano (che ritorna a scrivere per Dagon Press dopo molto tempo), Due secoli con Frankenstein, o il Prometeo moderno, si distingue per profondità e ampiezza di sguardo. Foffano ricostruisce il contesto climatico segnato dall’eruzione del Tambora nel 1815 in Indonesia: quel "anno senza estate" che oscurò il cielo d’Europa, alimentò visioni apocalittiche, profezie millenaristiche e una percezione collettiva della fragilità umana. L’autore propone una giusta analogia con il clima pesante dei nostri anni, tra pandemie, tensioni sociali e disastri ambientali: come allora, un mondo in crisi genera le proprie creature simboliche, i propri incubi. Le sue riflessioni su Rousseau sono particolarmente pertinenti: Mary Shelley, Percy Shelley e Lord Byron ne condividevano un autentico culto, e il romanzo riecheggia il modello epistolare della Nouvelle Héloïse e il confronto "fra stato di natura e stato sociale". Altrettanto interessante è il collegamento con De Sade, autore che Foffano conosce a fondo e che Mary Shelley, tramite Byron, aveva avuto modo di leggere attraverso il romanzo Justine o le disavventure della virtù. Viene messa in rilievo la comune "visione meccanicistica della natura fra Victor Frankenstein e i libertini sadiani" ma anche come "una incolmabile distanza etica» li separa.
Il numero offre poi altri percorsi inattesi: La Vecchia Torre di Frankenstein (ca. 1810), racconto enigmatico che alcuni hanno ritenuto in qualche modo connesso all’immaginario shelleyano, viene accompagnato da un saggio ricco e molto documentato; la novella di Guy Preston, La Sposa di Frankenstein, pubblicata in parallelo al film Universal, permette invece di osservare la trasformazione del mito nel passaggio alla cultura popolare del XX secolo. Come sempre molto completo e scritto con comptenza filologica l’articolo di Pietro Guarriello, I racconti gotici di Mary Shelley, che offre una ricognizione ampia e chiarissima della produzione breve dell’autrice. Guarriello firma anche una dettagliata bibliografia a schede delle edizioni italiane dei racconti, strumento prezioso per studiosi e collezionisti. Questo numero è scome altre volte una monografia mascherata da rivista, curata con passione e rigore.
Zhotique 21
Editore: Dagon Press
Pagine: 222
ASIN: B0G2CYMTV3
ISBN-13: 979-8274500098
Dimensioni: 16.99 x 1.14 x 24.41 cm
Prezzo: 15,95 €
A cura di Cesare Buttaboni
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