The Departed di Martin Scorsese

Boston. Billy Costigan (Leonardo Di Caprio) e Colin Sullivan (Matt Damon) sono due giovani che riescono a terminare a con successo l’accademia di polizia. Il primo deve convivere con uno scomodo passato (suo padre era stato coinvolto in alcune faccende con la malavita) che gli procurerà non pochi problemi all’interno della squadra; il secondo, di famiglia povera, viene tirato su fin da ragazzino dallo spietato boss irlandese Costello (Jack Nicholson). Per questi motivi Colin diventerà l’infiltrato del suo mentore criminale all’interno della polizia (i suoi modi gentili e i suoi elevati punteggi agli esami lo rendono insospettabile); Billy invece (grazie alla fedina sporca di suo padre, conosciuto dalla malavita) diventerà l’infiltrato della polizia all’interno del clan mafioso di Costello (indagato per il furto e per il commercio illecito, con una banda di cinesi, di alcuni cip elettronici indispensabili per la guida dei missili Cruise).Il giovane tenterà, così, di ricostruirsi una reputazione che riesca finalmente a separarlo dagli errori del suo genitore. Giochi di spionaggio, intrecci amorosi, colpi di scena, attori in gran forma e adrenalina alle stelle per tutti i 150 minuti di proiezione, sono gli ingredienti del film giudicato il migliore dell’anno ai Premi Oscar 2007.
E finalmente il gran giorno arrivò: Martin Scorsese Premio Oscar alla regia. Certo, sono arrivati anche i premi come miglior film, miglior montaggio (Thelma Schoonmaker) e miglior sceneggiatura non originale (William Monahan ha attinto dal film hongkonghese Infernal Affairs). Ma la notizia è stata ovviamente l’illustre prima volta del regista Newyorkese,  pilastro della New Hollywood, che nella sua pluridecennale carriera aveva solamente collezionato una sfilza di nomination, divenendo così il protagonista di un’inspiegabile e ridicola “ingiustizia cinematografica”. 
Senz’altro un bel film, summa dei topoi scorsesiani (protagonisti disadattati e sopra le righe; dialoghi che colpiscono, così come la violenza genuina), con autocitazioni non da poco (il cinema porno e i fumi di una Boston dal retrogusto newyorkese, memori di Taxi Driver; le flessioni in cella di Di Caprio, omaggio a De Niro ne Il promontorio della paura).
 
Una pellicola solida, quadrata, avvincente ed emozionante che tiene incollati alle poltroncine dall’inizio alla fine. Ma… Sì, c’è un MA. Viene un po’ da storcere il naso pensando che l’Oscar sia arrivato proprio con The Departed e non con reali colpi di genio innovativo come Taxi Driver o con saggi di “maestria registica” come Quei bravi ragazzi  o Il promontorio della paura (so di dare giudizi un po’ facilotti, ma è quel che penso). The Departed è oggettivamente un prodotto di grande qualità, ma a tratti Scorsese sembra esasperare il suo stesso stile con scene di violenza talmente forti e dialoghi così deliranti che emerge un senso del grottesco di Tarantiniana memoria. E Jack Nicholson si trova perfettamente a suo agio in questo folle turbine di spie, sospetti e sparatorie, nei panni di un Costello che incarna tutta la follia dei suoi personaggi più celebri, da Jack Torrance (Shining, 1980) a Jocker (Batman, 1989). Peccato che anche lui, con la sua bella maglietta con scritto “Irish” e le mani sozze di sangue raggrumato, sia un po’ la caricatura di se stesso. Chi invece si comporta alla grande è la coppia Damon/Di Caprio, due facce della stessa medaglia, così simili, ma nel contempo così diversi: spietato dalla faccia d’angelo il primo; tormentato, ma inarrestabile il secondo. Da sottolineare una prestazione eccellente di Martin Sheen (nei panni del paterno capitano Queenan) e di Alec Baldwin (il capitano della Special Investigation Unit) un po’ appesantito, ma sempre d’effetto.
 
La colonna sonora è azzeccatissima e vanta anche la presenza  della mitica Let it bleed dei Rolling Stones, canzone dal titolo emblematico che descrive al meglio, in chiave sonora, l’atmosfera Hard Boiled del film.
 
Giudizio: ottimo.