30 giorni di buio di David Slade

Barrow… Alaska, alla vigilia della notte più lunga dell’anno, che dura 30 giorni, il giovane sceriffo Ben Oleson si trova a fronteggiare l’attacco di un branco di famelici vampiri, decisi ad approfittare di questa insolita occasione.
Resistere fino all’alba e’ l’unico modo per sopravvivere…

Sam Raimi con la sua casa di produzione Ghost House traspone sullo schermo una intensa e dark Graphic-novel, 30 giorni di buio, tralasciando la visione romantico-gotica dei romanzi di Ann Rice e trasformando il vampiro solitario e perennemente combattuto in un predatore feroce e spietato che caccia in branco…
In una piccola cittadina sperduta in Alaska durante l'inverno per un mese intero cala la notte, per trenta giorni il sole scompare lasciando la città in preda della neve e dei ghiacci, la maggior parte della popolazione si allontana, nei giorni precedenti alla fatidica lunga notte la cittadina è in fermento, solo poche anime resteranno in città in attesa del ritorno di amici e parenti che hanno deciso di trasferirsi altrove per quel mese, ma questa volta strani avvenimenti precedono il tramonto e le partenze, sembrano atti vandalici compiuti da qualche spostato, ma in realtà sono "preparativi".
Lo sceriffo Ben Oleson (Josh Hartnett) in piena crisi coniugale si troverà ad affrontare un branco di vampiri venuti a “pasteggiare” nella buia cittadina, luogo perfetto per un lungo e sanguinoso banchetto.
Con l'aiuto della moglie Stella (Melissa George) e di alcuni abitanti sopravvissuti all'assalto, Eben cercherà di sopravvivere sventando trappole  e affrontando il manipolo di succhiasangue con tutti i mezzi che avrà a disposizione in attesa della agognata e liberatoria alba.
Il regista David Slade rimane fedele al fumetto e prende esempio dal cinema asciutto e citazionista di John Carpenter per una messinscena da fortino sotto assedio, Distretto 13, La cosa, Fantasmi da Marte sono alcuni dei film a cui sembra essersi ispirato Slade per ritrarre questa notte di massacri.
Nei film citati Carpenter usava, anche per sopperire ad un budget alquanto limitato, pochi attori e un'ambientazione che trasmetteva un senso di isolamento e assedio mirando ad una sorta di empatia con lo spettatore in continua tensione.
La tecnica è la medesima, che siano gli zombi di Romero o gli alieni di Carpenter questo genere di struttura narrativa funziona e permette di mantenere alta l'attenzione del pubblico.
Grazie ad una fotografia cromaticamente simile a quella di film come 300 o Pathfinder, dove i colori perdono vivacità in favore di una colorazione dalle tinte fosche virate sul bianco e nero, in alcune inquadrature è forte la sensazione di tavola disegnata, l'impatto visivo è notevole, così come il make-up dei vampiri, più simili a famelici lupi che al tenebroso conte Vlad di stokeriana memoria.

La parte prettamente splatter non manca, anche se alcune sequenze un po' eccessive sono state solo "accennate", per il resto ottimi effetti, facilitati dalla fotografia e dal contrasto sangue-neve di grande effetto. Da segnalare una scena di decapitazione incredibilmente realistica.
L'approccio da survival-horror tanto caro al mondo dei videogames qui si fa vivo è durante la storia prende il sopravvento, così i personaggi assumono una caratterizzazione stereotipata, lasciando spazio alle emozioni e alle reazioni in cerca di un ritorno emotivo forse troppo facile.
Un maggior spessore nel delineare alcuni caratteri avrebbe facilitato un coinvolgimento maggiore da parte del pubblico, ma trovate come quella della bambina-vampiro o della piccola esca umana sono effettivamente efficaci.
Come in Fantasmi da marte anche qui gli invasori hanno una sorta di personalità che ne fa una razza a parte, il loro linguaggio innanzitutto, peculiare e fascinoso nella sua incomprensibilità, il muoversi in branco, l'abbigliamento che connota un'appartenenza, il leader del branco, che molti hanno accomunato agli infetti di Io sono leggenda, ma qui siamo in un altro campo, il vampirismo come razza millenaria, prima dell'uomo, non malattia conseguente ad esso.
Una piccola parentesi per segnalare un ottimo Josh Hartnett veramente in parte e il leader dei vampiri che con l'aiuto del make-up risulta inquietante e misterioso quanto serve.
Il resto del cast fa la sua parte senza lasciare molta traccia del proprio passaggio, rimangono la fascinosa ambientazione, l'intrigante caratterizzazione dei vampiri ed un finale un po' scontato… ma non chiediamo troppo.
In conclusione un buon horror dalla forte connotazione action che ne fa' un prodotto appetibile non solo per gli amanti del genere.

a cura di Pietro Ferraro