Il Chupacabra è una misteriosa creatura che
sembra cibarsi del sangue delle sue vittime; per lo più ovini e capre
(da qui il nome "succiacapre"). Il numero di animali trovati morti in
circostanze misteriose è ormai salito ad alcune migliaia. La prima
vittima animale di questa presunta creatura misteriosa fu ritrovata a
Puerto Rico nel 1994.
Effetti sulle Vittime:
Le carcasse presentano uno strano foro sul collo, di circa 1 cm di
diametro e di 7-8 cm di profondità, dai bordi assolutamente netti
disposti generalmente a triangolo. Il foro scende nel collo o nella
mascella inferiore delle vittime fino a salire al cervelletto.
Intorno a esso mancano ferite lacero contuse che possano far pensare all’impronta di una mascella serrata.
Pare che dall’orifizio venga estratto buona parte, se non tutto, del sangue dell’animale. Tra gli indizi che fanno pensare alla firma del fantomatico Chupacabra sono da segnalare le varie lacerazioni a forma di artiglio riscontrate lungo tutto il corpo delle vittime. La cosa più interessante, e spesso ricorrente, è l’assenza della rigidità cadaverica o, nei pochi casi in cui essa viene riscontrata, la presenza di un sangue che non coagula per parecchi giorni.
Intorno a esso mancano ferite lacero contuse che possano far pensare all’impronta di una mascella serrata.
Pare che dall’orifizio venga estratto buona parte, se non tutto, del sangue dell’animale. Tra gli indizi che fanno pensare alla firma del fantomatico Chupacabra sono da segnalare le varie lacerazioni a forma di artiglio riscontrate lungo tutto il corpo delle vittime. La cosa più interessante, e spesso ricorrente, è l’assenza della rigidità cadaverica o, nei pochi casi in cui essa viene riscontrata, la presenza di un sangue che non coagula per parecchi giorni.
Morfologia: Ben poche sono state le occasioni in cui il Chupacabra
è stato visto. In alcuni casi è stato eseguito un identikit, basandosi
sulle testimonianze di chi affermava di averne visto, magari di
sfuggita, un esemplare.
Le testimonianze parlano di una creatura bipede, a volte descritta con le ali di un pipistrello, dell'altezza di un metro e trenta circa. La testa viene definita, per lo più, ovale e con grandi occhi rossi. Quasi tutte gli intervistati riferiscono che il Chupacabra avrebbe arti superiori e inferiori con tre dita dotate di artigli, e una bocca con canini sporgenti e una lingua appuntita.
C’è inoltre chi sostiene che sia dotato di una cresta dorsale ad aculei.
L’essere pare essere ricoperto di un pelo grigiastro. Sembra inoltre procedere a balzi, facendo forza su zampe capaci di lasciare impronte di circa 10 centimetri simili a quelle di un canide.
La creatura sarebbe capace di correre piuttosto in fretta e addirittura di saltare da alberi alti fino 8 m. Alcuni testimoni hanno riferito che gli occhi della creatura sarebbero in grado di illuminare il terreno circostante, irradiando una luce biancastra paragonabile a quella di una torcia.
Gli studiosi di criptozologia affermano che si possa escludere che si tratti di un cane selvatico, poiché la successione delle impronte ritrovate sarebbe quella di un bipede e non di un quadrupede.
Un'altra leggenda metropolitana attinente al Chupacabra lo vorrebbe caratterizzato da un'intelligenza superiore a quella animale, poiché in molti casi sarebbe stato in grado di aprire porte per accedere all'interno di ovili e allevamenti.
Le testimonianze parlano di una creatura bipede, a volte descritta con le ali di un pipistrello, dell'altezza di un metro e trenta circa. La testa viene definita, per lo più, ovale e con grandi occhi rossi. Quasi tutte gli intervistati riferiscono che il Chupacabra avrebbe arti superiori e inferiori con tre dita dotate di artigli, e una bocca con canini sporgenti e una lingua appuntita.
C’è inoltre chi sostiene che sia dotato di una cresta dorsale ad aculei.
L’essere pare essere ricoperto di un pelo grigiastro. Sembra inoltre procedere a balzi, facendo forza su zampe capaci di lasciare impronte di circa 10 centimetri simili a quelle di un canide.
La creatura sarebbe capace di correre piuttosto in fretta e addirittura di saltare da alberi alti fino 8 m. Alcuni testimoni hanno riferito che gli occhi della creatura sarebbero in grado di illuminare il terreno circostante, irradiando una luce biancastra paragonabile a quella di una torcia.
Gli studiosi di criptozologia affermano che si possa escludere che si tratti di un cane selvatico, poiché la successione delle impronte ritrovate sarebbe quella di un bipede e non di un quadrupede.
Un'altra leggenda metropolitana attinente al Chupacabra lo vorrebbe caratterizzato da un'intelligenza superiore a quella animale, poiché in molti casi sarebbe stato in grado di aprire porte per accedere all'interno di ovili e allevamenti.
Territorio di caccia: Dopo i primi casi verificatesi a Puerto Rico, il Chupacabra
è stato segnalato in Guatemala, dove avrebbe attaccato con le stesse
modalità gli allevamenti locali, in Messico, a Miami e in Costa Rica.
Molto recentemente si è parlato di tracce di Chupacabra persino in Russia.
Tracce di Chupacabra in Italia:
I primi di dicembre 1996 due contadini trovano nelle campagne di Salve,
nella provincia di Lecce, alcuni animali morti. Si tratta di un cane,
di un gatto e di quindici galline. Il "killer", come è definito,
colpisce e scompare misteriosamente per ben due volte. Un giornale
locale, il Quotidiano, il 20 dicembre riporta la notizia parlando di una
"belva misteriosa.
Il 22 dicembre viene effettuato un sopralluogo e vengono rilevate impronte di 5 cm di diametro, in contrasto con alcune misurazioni fatte giorni prima dalla Scientifica di Lecce: circa 9 cm. A parte questo, viene riscontrata una profondità variabile, a seconda del tipo di terreno, da 3 a 7 cm.
Dei testimoni riferiscono che le vittime mostravano tre fori sul corpo e non presentavano il rigor mortis anche molte ore dopo la morte.
Durante il sopralluogo, si nota un forte "ronzio" elettrico, dovuto ad una centralina posta nelle vicinanze.
Rilievi simili vengono riscontrati anche nell’altro casolare, ma qui si nota qualcosa di ancora più inquietante. La rete metallica che delimitava la proprietà privata risulta esser stata tranciata di netto e all’interno dell’aia viene trovata una finestra, posta a circa un metro e mezzo di altezza, sfondata. All’interno dell’ovile regna il caos. Quindici galline massacrate, ricoperte da una sostanza verde gelatinosa.
Su alcuni alberi si notano dei profondi segni di artigli e un tralcio di vite completamente divorato.
Anche in questo seconda "scena del delitto" si nota il "ronzio" elettrico di una centralina dell'ENEL.
Un terzo presunto caso si verifica il 20 marzo 1999 a Capo Colonna (Calabria). Dopo una serie di settimane, in cui sono state denunciate stragi di polli (ritrovati sgozzati con il collo, le ali e le zampe intatti), alcuni operai, in servizio presso la centrale di gas dello SNAM, avvistano un grosso felino. In un primo momento si pensa a una tigre, ma le orme ritrovate sembrano più ricordare quelle di un tasso. Interviene l’ufologo Emanuele Labruzzo, il quale decide di confrontare la foto delle orme con altre appartenenti al misterioso Chupacabra.
Labruzzo giunge così alla conclusione che a fare strage di polli a Capo Colonna è stato il Chupacabra.
Il 22 dicembre viene effettuato un sopralluogo e vengono rilevate impronte di 5 cm di diametro, in contrasto con alcune misurazioni fatte giorni prima dalla Scientifica di Lecce: circa 9 cm. A parte questo, viene riscontrata una profondità variabile, a seconda del tipo di terreno, da 3 a 7 cm.
Dei testimoni riferiscono che le vittime mostravano tre fori sul corpo e non presentavano il rigor mortis anche molte ore dopo la morte.
Durante il sopralluogo, si nota un forte "ronzio" elettrico, dovuto ad una centralina posta nelle vicinanze.
Rilievi simili vengono riscontrati anche nell’altro casolare, ma qui si nota qualcosa di ancora più inquietante. La rete metallica che delimitava la proprietà privata risulta esser stata tranciata di netto e all’interno dell’aia viene trovata una finestra, posta a circa un metro e mezzo di altezza, sfondata. All’interno dell’ovile regna il caos. Quindici galline massacrate, ricoperte da una sostanza verde gelatinosa.
Su alcuni alberi si notano dei profondi segni di artigli e un tralcio di vite completamente divorato.
Anche in questo seconda "scena del delitto" si nota il "ronzio" elettrico di una centralina dell'ENEL.
Un terzo presunto caso si verifica il 20 marzo 1999 a Capo Colonna (Calabria). Dopo una serie di settimane, in cui sono state denunciate stragi di polli (ritrovati sgozzati con il collo, le ali e le zampe intatti), alcuni operai, in servizio presso la centrale di gas dello SNAM, avvistano un grosso felino. In un primo momento si pensa a una tigre, ma le orme ritrovate sembrano più ricordare quelle di un tasso. Interviene l’ufologo Emanuele Labruzzo, il quale decide di confrontare la foto delle orme con altre appartenenti al misterioso Chupacabra.
Labruzzo giunge così alla conclusione che a fare strage di polli a Capo Colonna è stato il Chupacabra.
Aggressione ad Uomini: Le aggressioni del Chupacabra,
però, non si limiterebbero ai soli animali ma si estenderebbero anche
all’uomo. Una prima aggressione sarebbe avvenuta nella città di Gurabo
(Puerto Rico) ai danni di Jesus Sanchez. L’uomo ha raccontato di aver
sorpreso un Chupacabra che stava tentando di aggredire i suoi
animali. Illuminato da una torcia, la creatura avrebbe inseguito l’uomo
risultando insensibile ai colpi di machete scagliati da Sanchez.
Altri episodi simili si sarebbero verificati in Costa Rica e Puerto Rico.
Il Chupacabra avrebbe anche ucciso delle persone: un uomo di San Antonio Suchitepéque, in Guatemala, nel 1996, e un altro, nel 1988, a Guarapiranga, nello Stato di San Paolo, in Brasile. Entrambi i cadaveri presentavano gli stessi segni inconfondibli: tre fori sul collo e la quasi totale assenza di sangue, oltre al corpo straziato da artigli.
Altri episodi simili si sarebbero verificati in Costa Rica e Puerto Rico.
Il Chupacabra avrebbe anche ucciso delle persone: un uomo di San Antonio Suchitepéque, in Guatemala, nel 1996, e un altro, nel 1988, a Guarapiranga, nello Stato di San Paolo, in Brasile. Entrambi i cadaveri presentavano gli stessi segni inconfondibli: tre fori sul collo e la quasi totale assenza di sangue, oltre al corpo straziato da artigli.
Testimonianze: Le prime
osservazioni si sono avute nella cittadina di Orcovis, poi nel centro di
Canovanas, e in seguito si sono estese un po' a tutta l'isola di Puerto
Rico.
La signora Teide Carballo ha dichiarato al giornalista Manuel Figueroa, inviato del periodico spagnolo Mas Allà e alla tv USA Channel 4, che una creatura ha attaccato i suoi animali, uccidendo 30 galline e due capre. Le bestie mostravano un'incisione sul collo o sul fianco ed erano del tutto prive di sangue. La Carballo ha anche visto il presunto responsabile dei massacri: un essere che si muoveva su due gambe e che le ricordava, per i suoi goffi movimenti, uno "scimmione".
Una coppia cilena racconta di aver avvistato un mostro peloso di grandi dimensioni, apparentemente ibrido di più specie animali, mentre si trovava in vacanza. I testimoni descrivono la creatura con caratteristiche simili a quella avvistata sempre in Cile il 5 gennaio 2004 dall’autista Juan Berrios. Sono quasi le 6 del mattino del 4 febbraio, quando i coniugi notano una strana creatura eretta sul ciglio della strada. Più che strana, la creatura viene definita "un mostro orrendo dal corpo simile a quello di un canguro, tutto ricoperto di peli e con due grandi occhi rossi e canini sporgenti dalla forma tubolare".
I testimoni raccontano di aver guardato il mostro negli occhi, prima che questo fuggisse dietro i cespugli più vicini.
La signora Teide Carballo ha dichiarato al giornalista Manuel Figueroa, inviato del periodico spagnolo Mas Allà e alla tv USA Channel 4, che una creatura ha attaccato i suoi animali, uccidendo 30 galline e due capre. Le bestie mostravano un'incisione sul collo o sul fianco ed erano del tutto prive di sangue. La Carballo ha anche visto il presunto responsabile dei massacri: un essere che si muoveva su due gambe e che le ricordava, per i suoi goffi movimenti, uno "scimmione".
Una coppia cilena racconta di aver avvistato un mostro peloso di grandi dimensioni, apparentemente ibrido di più specie animali, mentre si trovava in vacanza. I testimoni descrivono la creatura con caratteristiche simili a quella avvistata sempre in Cile il 5 gennaio 2004 dall’autista Juan Berrios. Sono quasi le 6 del mattino del 4 febbraio, quando i coniugi notano una strana creatura eretta sul ciglio della strada. Più che strana, la creatura viene definita "un mostro orrendo dal corpo simile a quello di un canguro, tutto ricoperto di peli e con due grandi occhi rossi e canini sporgenti dalla forma tubolare".
I testimoni raccontano di aver guardato il mostro negli occhi, prima che questo fuggisse dietro i cespugli più vicini.
Tracce del Chupacabras:
L’ufologo Jorge Martin sostiene che almeno due creature sarebbero state
catturate. La prima di esse, il 6 novembre 1995. Il fatto sarebbe
avvenuto a Hato, nei pressi della cittadina di San Lorenzo.
Un giovane esemplare di Chupacabra sarebbe stato tenuto per sei giorni rinchiuso in una gabbia da un uomo e poi consegnato a un gruppo in uniforme giunto su veicoli 4x4 di colore grigio.
Gli uomini avrebbero portato via la creatura in una scatola fatta di un materiale simile al plexiglas. Secondo Martin, si sarebbe trattato di agenti del Dipartimento all'agricoltura portoricano e di un'agenzia federale statunitense non meglio identificata.
Il secondo essere sarebbe stato preso, verso la fine del ’95, nella zona di El Yunque. Catturato da uomini della Guardia Forestale, sarebbe stato consegnato a dei militari giunti dalla base navale statunitense di Roosevelt Roads, a Caiba, sulla costa dell'isola. Qui, il Chupacabra sarebbe stato caricato su un aereo diretto verso gli USA.
Infine, in un paesino fra Camporico e Canovanas, un Chupacabra sarebbe stato ferito dai colpi di pistola di un poliziotto. I reperti ematici raccolti sulla scena, esaminati su incarico di Martin da un laboratorio professionale americano, avrebbero dato i seguenti risultati:
Un giovane esemplare di Chupacabra sarebbe stato tenuto per sei giorni rinchiuso in una gabbia da un uomo e poi consegnato a un gruppo in uniforme giunto su veicoli 4x4 di colore grigio.
Gli uomini avrebbero portato via la creatura in una scatola fatta di un materiale simile al plexiglas. Secondo Martin, si sarebbe trattato di agenti del Dipartimento all'agricoltura portoricano e di un'agenzia federale statunitense non meglio identificata.
Il secondo essere sarebbe stato preso, verso la fine del ’95, nella zona di El Yunque. Catturato da uomini della Guardia Forestale, sarebbe stato consegnato a dei militari giunti dalla base navale statunitense di Roosevelt Roads, a Caiba, sulla costa dell'isola. Qui, il Chupacabra sarebbe stato caricato su un aereo diretto verso gli USA.
Infine, in un paesino fra Camporico e Canovanas, un Chupacabra sarebbe stato ferito dai colpi di pistola di un poliziotto. I reperti ematici raccolti sulla scena, esaminati su incarico di Martin da un laboratorio professionale americano, avrebbero dato i seguenti risultati:
- il sangue sarebbe simile a quello umano del gruppo A;
- l'analisi dei componenti avrebbe rivelato che esso proveniva da una ferita all'intestino;
- l'analisi genetica mostrerebbe caratteristiche diverse da quelle presenti nel sangue umano e da quelle degli animali conosciuti.
Teorie: Accettando l'idea che il Chupacabra
esista davvero, viene da chiedersi di cosa possa trattarsi. Sul punto è
stato speso molto inchiostro e fiumi di conferenze, vediamo nel
dettaglio le teorie più caldeggiate.
IPOTESI EXTRATERRESTRE: Questa ipotesi considera la possibilità che il Chupacabra
sia una creatura degli alieni; un loro "animale" oppure un essere
creato con la genetica. La sua fisionomia, peraltro, ricorderebbe quella
di un "grigio" ma più animalesca. La provenienza extraterrestre può
trovare valide basi nell'ondata di avvistamenti UFO registrata nel
Centro-Sud America dal 1991 in poi. L'ufologo Jorge Martin ha raccolto
molte testimonianze relative a oggetti volanti piramidali visti negli
stessi luoghi in cui sono stati ritrovati corpi di animali dissanguati.
IPOTESI TERRESTRE - MUTAZIONE GENETICA:
Sull'ingegneria genetica si basa anche l'ipotesi terrestre. Si sostiene
la teoria che il Chupacabra concentri in sé un insieme di
caratteristiche di diversi animali. Se tali mutazioni dovessero essere
naturali avrebbero necessitato di cambiamenti lunghi e graduali,
partendo da qualche tipo di animale. Ciò tuttavia non è avvenuto, posto
che la comparsa del Chupacabra è stata improvvisa. La
possibilità che sia una mutazione artificiale rimane solo in parte
credibile. Ci troveremmo, in altre parole, al cospetto di una tesi, poco
verosimile considerando i livelli di studio raggiunti dalla ingegneria
genetica, masticata molte volte da Hollywood, con il classico animale
sottoposto a mutazioni genetiche che sfugge ai suoi creatori.
C’è inoltre chi ha ipotizzato che i chupacabras sarebbero animali comuni (cani randagi, pipistrelli, puma), il cui comportamento sarebbe stato bruscamente modificato da agenti inquinanti.
C’è inoltre chi ha ipotizzato che i chupacabras sarebbero animali comuni (cani randagi, pipistrelli, puma), il cui comportamento sarebbe stato bruscamente modificato da agenti inquinanti.
IPOTESI MULTIDIMENSIONALE: Eccoci con la più affascinante delle teorie, in base alla quale il chupacabra
proverrebbe da dimensioni cosmiche. Questa scuola di pensiero fa leva
sul fatto che anche nei secoli passati si sono registrate apparizioni di
entità anomale che fecero strage di greggi. Casi verificati:
- In Medio Oriente, nel 100 d.C., ci fu un'invasione di bestie orribili che uccisero animali e uomini.
- Nei primi anni del 1800, in Scozia e in Inghilterra vi fu una strage di pecore e bovini, tutti uccisi con un morso sul collo e dissanguati.
- In Canada, verso la fine del 1800, un essere spaventoso compì una strage di pecore, succhiandone il sangue e lasciando la carne intatta.
- Agli inizi del 1900 in Inghilterra fu registrata un’altra moria di pecore, tutte uccise da un essere interessato a dissanguarle e a lasciare intatte le carni.
a cura di Matteo Mancini