Se nel corso degli anni “Il signore degli anelli”
di J. R. R. Tolkien ha riscosso un enorme successo tanto da diventare
un colossal cinematografico in tre episodi osannato dalla critica e
dagli appassionati di tutto il mondo, allora cosa ci si deve aspettare
dalla saga nata dalla penna di Stephen King?
“La Torre Nera” è un opera monumentale che si suddivide in sette libri (L’ultimo cavaliere, La chiamata dei tre, Terre desolate, La sfera del buio, I lupi del Calla, La canzone di Susannah, La Torre Nera)
per un totale di quattromila e più pagine, quattromila pagine che, una
volta superato l’iniziale timore provocato da una simile “montagna di
carta”, scorrono via senza annoiare il lettore.
La base della storia è
semplice, uno di quei temi cari a molti romanzieri e poeti del periodo
romantico e non solo: il viaggio. In questo caso si tratta di un viaggio
volto al raggiungimento dell’obbiettivo di una vita, la Torre Nera
appunto.
Il protagonista è Roland Deschain di Gilead, la vicenda si
svolge quasi per intero in un mondo che ha molte affinità con il nostro
ma che, come viene ribadito in più occasioni, “è andato avanti”, tanto
da essere sul punto di sgretolarsi e scomparire per sempre. Un mondo
dopo una sanguinosa guerra civile svoltasi secoli prima del quando in
cui è ambientata l’epopea di Roland, ultimo di una stirpe di pistoleri
al servizio del bene e della luce. Il mondo come lo ha conosciuto da
bambino è finito, i suoi amici sono scomparsi e a Roland resta soltanto
la sua ricerca.
Resta solo la sua mania, resta solamente la Torre.
Una
ricerca estenuante che si snoda tra paesaggi da incubo, lungo
laspiaggia del Mare Occidentale che di notte si popola di
orribilicreature marine, in città in rovina abitate da fazioni mutanti
in lottatra loro. A bordo di un treno impazzito che vuole terminare la
suacorsa schiantandosi contro il capolinea. Ciò che rende avvincente
lastoria è il fatto che alcuni dei momenti cruciali per il destino
nonsolo di Roland, ma dell’universo intero, si svolgono nel nostro
mondo,grazie a porte o a grotte parlanti che si aprono nella
nostradimensione e permettono al Pistolero di saltare da una
realtàall’altra. Di chiamare altri “cavalieri”, di entrare in contatto
con lostesso King, colui che ha il compito di narrare di Roland e dei
suoicompagni affinché sia impedito il crollo della Torre e il trionfo
delRosso.
I dettagli sono infiniti e non possono essere trattati in
manierasistematica, richiederebbero tempo e pagine su pagine, ma ciò che
piùcolpisce è la limpidezza narrativa, un semplicità che rende
scorrevoleuna storia che a prima vista potrebbe apparire opprimente e
impossibileda portare a termine. I colpi di scena sono innumerevoli e
sisusseguono a ritmo serrato tanto da rendere imprevedibile
l’evolversidel racconto. Tanto da rendere ossessiva, almeno per gli
appassionatidelle storie del Re, la lettura. Il desiderio di sapere cosa
accadrànella pagina successiva è impossibile da tenere a freno e
testimonia lagrandezza dell’opera.
King ha dato il meglio delle sue
capacità, riuscendo a far vederenitidamente al lettore il mondo che
descrive, le gesta di Roland e delsuo “ka-tet”.
Taluni giudicano King
come un autore prettamente commerciale, che nonentrerà mai nell’Olimpo
dei Grandi Narratori che hanno fatto la storiadella letteratura
mondiale. Bè, La Torre Nera può riservare delle bellee soprattutto inaspettate sorprese. Da leggere.
a cura di Stefano