Di poesia che costruisco/amore/so spiegati poco./ …trasformo in mongolfiere i pensieri./ Volo./ Sì, è vero. Io volo./
Sono molte e tutte impalpabili le dimensioni della poesia; sensazioni consapevoli e inconsapevoli che il poeta imprime sul foglio bianco che accoglie tracce di presenze. La parola di fronte al mistero del mondo risuona in tutta la sua inadeguatezza e riproduce la realtà in tutta la sua attinenza, nel quadro personalissimo di un verso in cui si colorano i ricordi. Così, le parole cadono come gocce d’acqua indissolubili e scorrono inevitabili una dopo l’altra.
Io scrivo./Impasto il rigurgito/ di queste scaglie/ frammenti calati a picco/ innestati nell’anima./
Scrivere, consapevoli della disarmonia del mondo e imprimere in pochi versi immagini intensissime che rimandano altre parti di noi in quelle stesse parole che furono fonte di ispirazione. Scrivere oltre noi, raggiungendo lo spazio che prima non c’era per trapassare l’ignoto e fermarsi davanti al montaliano “malchiuso portone” giusto il tempo di intravedere tra gli alberi di una corte, i gialli dei limoni.
Sono molte e tutte impalpabili le dimensioni della poesia; sensazioni consapevoli e inconsapevoli che il poeta imprime sul foglio bianco che accoglie tracce di presenze. La parola di fronte al mistero del mondo risuona in tutta la sua inadeguatezza e riproduce la realtà in tutta la sua attinenza, nel quadro personalissimo di un verso in cui si colorano i ricordi. Così, le parole cadono come gocce d’acqua indissolubili e scorrono inevitabili una dopo l’altra.
Io scrivo./Impasto il rigurgito/ di queste scaglie/ frammenti calati a picco/ innestati nell’anima./
Scrivere, consapevoli della disarmonia del mondo e imprimere in pochi versi immagini intensissime che rimandano altre parti di noi in quelle stesse parole che furono fonte di ispirazione. Scrivere oltre noi, raggiungendo lo spazio che prima non c’era per trapassare l’ignoto e fermarsi davanti al montaliano “malchiuso portone” giusto il tempo di intravedere tra gli alberi di una corte, i gialli dei limoni.
E
godere della luce della verità dallo spiraglio, malgrado le parole dei
poeti siano come i fantasmi; non si possono afferrare, non appartengono a
nessuno. Eppure un cuore batte senza tregua negli attimi irripetibili
in viaggio sulle ali di un verso, così come nel tempo. Quel tempo che
dentro di noi ci trasforma senza chiedere, e ci fa saltare i passi
necessari se rincorriamo impossibili progetti e chimere in seduzione rapida. Il tempo immemore dei ricordi/ della storia di noi/ della memoria di noi./ Nel presente restano le mani che scivolano sull’inquieto passo, “che si muovono, e non sanno di farlo”,
tra voglie rincorse, un respiro e un gemito appena sussurrato,
nell’attimo lento che innalza la voglia. E la poesia, scrive Monica, è
bastarda: ricorda, tutto, implacabilmente. In Calco si
possono scorrere versi intrisi del senso tempo che l’attesa esasperante
scioglie, nel momento in cui la materia si fonde nei di gesti. Monica
ne è consapevole e canta: Poi/ per averti snocciolo il tempo/ paziente come amanuense lontano/ ti stringo/ aspettando che il mio corpo si sazi./
Inizia la lotta. L’antico gioco-forza, l’incontro con l’altro che per
un attimo illumina la nostra vita (nel bene e nel male). Dentro il
nostro tempo, quell’attimo diventa eterno, ed è amore. L’amore strappa
da uno stato quiete, trasforma, proietta in un vortice eccitante. E’
fatale lo strappo in nome del possesso, di conseguenza lacerarci e
lacerare. Dove ho sbagliato?/ Magico momento del mattino/ insudicio di sperma/irreale.
L’amore passione annienta nello stesso istante in cui trionfa; si
imprime come un calco sulla pelle e Monica Maggi trattiene il brivido
sulla carta, nonostante tutto. L’intera esistenza è fatta di coincidenze
dalle quali prendiamo energia. Dove vai? Mi dico/ saltando le scale
con il fiato in gola./ Ad amare, vado./ Ad annusare un respiro./ A
riprendere e lasciar andare./ La voce della coscienza intima di
togliere l’ancora, e salpare, per spingersi al largo, toccare altre
terre e inventare ancora l’altro, alla ricerca di un pretesto necessario
alla rotta della passione. Non c’è risposta al potere di fascinazione
dell’altro che nel momento in cui si pone di fronte a noi, ci proietta
in un incantesimo. Il pregio del linguaggio poetico è il suo attingere
alle immagini dell’anima e rendere muta la coscienza, per dare voce alle
dimensioni interiori, al desiderio. Distesa sopra il tuo corpo/come un segugio percorre/periferie immaginarie/pieghe speziate/ gorghi turbinosi./ Ciò che il desiderio consuma e distrugge inesorabilmente la poesia cura, allevia e solleva,
integrando gli aspetti contraddittori dell’essere e lasciando
l’impronta profumata e calda, imbevuta di qualcosa che giace dentro di
noi, in un respiro, più dentro. Un segno indelebile oltre i confini del
conscio e del finito che alcuni chiamano fato.
Per maggiori informazioni e acquisti, collegarsi al sito della casa editrice: www.lietocolle.info
SCHEDA LIBRO
Titolo: Calco
Autrice: Monica Maggi
Titolo: Calco
Autrice: Monica Maggi
Anno di pubblicazione: 2007
Editore: LietoColle
Codice ISBN: 9788878483101
Prezzo di copertina: 10,00 Euro
a cura di Carina Spurio