STORIA DI UN PICCOLO GRANDE GIOIELLO
Amiga è
una piattaforma informatica ideata nei primi anni ottanta e
commercializzata da Commodore a partire dal 1985. I computer Amiga
introdussero il concetto di multimedialità per mezzo di speciali chip
custom che permettevano all'utenza comune di elaborare grafica, video ed
audio a costi irrisori rispetto alle altre piattaforme dell'epoca. Le
capacità dei chip custom erano coordinate dal sistema operativo AmigaOS
che già in quell'epoca forniva un preemptive multitasking, insieme ad
una interfaccia grafica (GUI) a colori, una tecnologia di
autoconfigurazione delle periferiche (AutoConfig), e la possibilità
(tutt'ora ineguagliata su altri sistemi) di avere, per ogni programma in
funzione, uno schermo grafico dotato di caratteristiche indipendenti
dagli altri.
Storia e caratteristiche principali
La progettazione di Amiga, e il suo sistema operativo AmigaOS, risale al 1983, quando la societàHi-Toro (fondata da Jay Miner e Larry Kaplan) iniziò a sviluppare un prototipo di computer denominato Lorraine (dal nome della moglie di uno dei progettisti) e un sistema operativo per coordinarne le potenzialità hardware.
Sebbene
nel 1983 molte parti di Lorraine non fossero state ancora realizzate,
già a quel tempo Dale Luck e un gruppo di ingegneri si stavano occupando
della progettazione del sistema operativo che avrebbe accompagnato la
nuova macchina, simulando via software l'hardware non ancora disponibile
per mezzo di una workstation Sun. Alla fine del 1983 il sistema
operativo offriva già un'interfaccia grafica con finestre e menù: era
stata realizzata tutta la gestione grafica (Intuition) progettata e implementata da R. J. Mical; il tutto era controllato da un microkernel (Exec) creato da Carl Sassenrath.
Nel
1984 il progetto Lorraine assieme alla Hi-Toro fu acquistato da
Commodore, azienda in quel momento forte per il successo del C64.
All'epoca dell'acquisto il sistema operativo era ancora incompleto,
pertanto Commodore decise di mettere da parte alcune componenti del
progetto CAOS(Commodore
Amiga Operating System) e cercò di integrare caratteristiche lontane
partendo da quello che Jay Miner e il suo team avevano ideato. Al fine
di completare in fretta il progetto, Commodore commissionò a MetaComCo,
una società di sviluppatori, l'integrazione di parte del sistema
operativo TripOS all'interno del sistema operativo di Lorraine. Da
questa integrazione, il cui diretto responsabile fu Tim King, nacque il
modulo AmigaDOS.
Il 23 luglio 1985 venne mostrato al mondo l'Amiga 1000,
il primo computer derivato dal progetto Lorraine, in un evento che vide
la partecipazione tra gli altri di Andy Warhol. Un anno prima Apple
aveva presentato il primo Mac (Macintosh 128K, monocromatico, gennaio
1984); nello stesso periodo invece la Microsoft iniziava a proporre il
suo MS-DOS su PC IBM compatibili con MDA (Monochrome Display Adapter).
Dopo
A1000 sono stati presentati altri modelli con varie caratteristiche, di
volta in volta più evolute, e si è passati dall'Amiga 500, l'Amiga 2000
all'Amiga 600 per avere il A1200 il modello Amiga 3000 ed il top della
gamma Amiga 4000 che è stato presentato sia in versione desktop che
tower.
Anche
il S.O. si è aggiornato nel tempo sino ad avere, nel 2001, il 4.0,
anche se, ormai, non vi erano più macchine in commercio.
Date le eccezionali caratteristiche per una macchina consumer dell'epoca,
Amiga raccolse un notevole seguito tra gli esperti e gli appassionati
di informatica. Gli utenti di Amiga, dagli esperti ai principianti, si
caratterizzavano e si caratterizzano tuttora per lo spirito di comunità
che riuscirono a mantenere viva la piattaforma sino ad oggi.
Notevoli
sono state infatti le modifiche proposte da produttori di hardware di
terze parti e sostenute dall'aiuto concreto della comunità Amiga.
Innovazioni che hanno permesso di aggiornare sistema ai mutevoli
standard del mondo dell'IT. In particolar modo, sono state rese
disponibili schede acceleratrici con processori PowerPC, schede di
espansione slot con bus PCI, schede audio a 16 bit, periferiche USB.
Addirittura si è giunti ad introdurre nuovi modelli di computer Amiga a
dieci anni dal fallimento di Commodore.
Amiga
in origine era un sistema composto da hardware e sistema operativo
proprietari che ha causato agli utenti innumerevoli vicissitudini legate
al fallimento della Commodore prima, Escom e Viscorp poi, per finire
nelle mani di Gateway 2000 e all'attuale proprietaria Amiga Inc. Lo
sviluppo dell'hardware e del software prosegue ancora, anche se a ritmo
estremamente ridotto. La comunità di utenti si è progressivamente
rimpicciolita, per ridursi oggi solamente ai cultori di questo sistema.
Le
eccezionali (per l'epoca) caratteristiche del software e dell'hardware
Amiga, che furono la ragione del suo successo iniziale, sono poi
diventate le cause che hanno reso difficile una sua naturale evoluzione:
il sistema operativo mancava di protezione della memoria, fatto che
portava a blocchi del sistema quando alcuni programmi, evidentemente
scritti male, si appropriavano di memoria senza restituirla, rendendo
difficile la successiva introduzione della stessa, in quanto i
programmatori si erano ormai abituati a farne a meno.
Le
grandi capacità grafiche e sonore derivavano da chipset specializzati
proprietari non facilmente aggiornabili, mentre i PC poterono contare su
un numero sempre più elevato di potenti schede grafiche, grazie alla
forte concorrenza fra i produttori di schede video, stimolati perciò a
migliorare le prestazioni dei propri prodotti.
Innovazioni concettuali e caratteristiche peculiari
L'Amiga è stata la macchina che ha reso concreto il concetto di multimedia.
Grazie
ad essa sono nate alcune innovazioni oggi assai comuni come il
puntatore del mouse animato, icone animate, oggetti file format IFF
standardizzati (Interchange File Format) e molto altro. Alcune delle
possibilità di manipolare file, che oggi riteniamo scontate sono nate su
Amiga. Valga un esempio per tutti: gli oggetti multimediali (file
audio) incorporati all'interno di un file documento.
Sono
stati realizzati per Amiga alcuni dei primi programmi di Authoring
(Amiga Vision), e i primi linguaggi di animazione interpretati (The
Director).
Sono
nati in ambiente Amiga i primi programmi di modellazione e animazione
di scene tridimensionali disponibili al grande pubblico a costi
contenuti, quali: VistaPro, Imagine, Caligari Truespace 3D, Lightwave 3D, Maxon Cinema 4D.
Resi disponibili su altre piattaforme, questi programmi hanno ottenuto
un notevole successo e rivoluzionato il modo di fare grafica 3D, sia per
uso hobbystico che per motivi professionali.
Notevole la disponibilità di programmi per la videotitolazione, cui, fra tutti emerge Scala, divenuto poi programma di Authoring multimediale col nome diScala Multimedia e reso disponibile anche nel mondo PC.
Tutt'oggi riconosciuta è la semplicità d'uso di alcuni programmi di grafica quali DeLuxe Paint che
permetteva caratteristiche di tutto rilievo, quali il ritaglio di parti
dell'immagine da usare come pennello brush (effetto timbrino di Adobe
Photoshop) senza però dover ricorrere necessariamente alla copia in
clipboard o aver bisogno di alpha channel.
L'architettura
dei programmi Amiga fu presa ad esempio da molte software house: ad
esempio, il programma sequencer e editing audio Bars and Pipesfu
acquistato dalla Microsoft la quale utilizzò alcuni concetti presenti
in questo programma per la progettazione della componente audio di
DirectX.
Da
notare, per il suo interesse artistico, culturale e tecnico (ingegneria
di tecniche di programmazione estreme) lo sviluppo della demoscene,
già esistente per altri computer, ma che trovò in Amiga la piattaforma
di riferimento assoluto, in quanto la comunità demoscene Amiga fu
favorita dalle caratteristiche grafiche e sonore intrinseche
dell'hardware e in particolare del Blitter, che apparve per la prima
volta proprio su Amiga ed è oggi utilizzato nelle attuali schede
grafiche.
Meritevole
d'attenzione è la tastiera, simile a una comune tastiera PC a 101
tasti, con alcune sottili differenze: la ripetizione continua del
carattere (ottenuta tenendo premuto a lungo il tasto corrispondente) non
è gestita dal BIOS, ma dal sistema operativo risultando perciò
sincronizzata con la stampa a video (specie se si pensa che i PC
all'epoca consentivano al massimo trenta ripetizioni al secondo),
consentendo all'utente un'esperienza d'uso più interessante, e
mantenendosi sempre ai livelli di risposta che un sistema multimediale
dovrebbe possedere, stimati dagli esperti in un tempo di latenza di
massimo un secondo.
Il layout della
tastiera si distingueva sia per la presenza degli speciali tasti
"Amiga" nelle posizioni in cui attualmente si trovano i tasti "Windows" e
dei tasti "Help" e "Del" in luogo dei tasti "PagSu", "PagGiù", "Home",
"Fine", "Ins" e "Del", sia per l'assenza dei tasti "Stamp", "BlocS",
"Pausa" e dei tasti funzione 11 e 12.
Una
delle più importanti caratteristiche di Amiga è stata quella di poter
definire ogni periferica, device, o partizione con un nome-dispositivo
univoco a sé stante e di farne il mounting per usi interni, in maniera
totalmente indipendente, sin dal 1987 grazie alla tecnologia AutoConfig.
Peculiarità che su altri sistemi è apparsa solo nella seconda metà
degli anni novanta sotto il nome di Plug and Play.
Amiga
era, negli anni '90, una delle pochissime piattaforme a poter
riconoscere l'intera rete Internet come una comune periferica o come un
"qualsiasi altro" disco rigido.
Esempio:
C:home/me# TYPE TCP:wikipedia.org/index.html:80 RAM:IndiceWikipedia.html
(type=cat)
O
ancora, Amiga era capace di mandare in esecuzione un brano presente in
un disco rigido, in un CD o nella ramdisk, "copiandolo" direttamente nel
sottosistema audio.
Esempio:
C:home/me# COPY RAM:FileAudio.wav TO AUDIO:
Amiga Zorro Bus per le schede di espansione
Infine,
degna di meritare un paragrafo a sé stante è un'altra caratteristica
peculiare dell'Amiga: il sistema di bus per gli slot delle schede di
espansione.
Dotato di caratteristiche Plug & Play, il bus,
denominato Zorro ("La Volpe", come il noto bandito dei libri e del
cinema) per la sua capacità di autoconfigurarsi velocemente e per quella
di riconoscere le schede al volo con una "furbizia" quasi "umana". Il
sistema Bus Zorro di Amiga era presente in due versioni:
- Zorro II a 16 bit, dotato di funzionalità di accesso diretto alla memoria (DMA)
- Zorro III a 32 bit e 33 MHz anch'esso con funzionalità di accesso diretto alla memoria e in grado di gestire anche le schede a 16 bit, e la possibilità di poter lavorare sia in modalità sincrona che asincrona: in quest'ultima, la scheda Zorro, una volta ricevuta l'autorizzazione dalla CPU, diventa autonoma e non necessita più di istruzioni da essa, fino al successivo comando diretto esplicito.
È da notare che il sistema BUS Zorro III a 32 bit è nato diversi anni prima dell'analogo sistema a 32 bit PCI.
Gli
effetti grafici del Copper e la semplicità con cui era possibile
utilizzare un Genlock per poter effettuare editing video su segnali
televisivi in tempo reale sono tuttora ineguagliate: molte reti
televisive possiedono ancora un Amiga, acquistato molto tempo fa, per le
loro necessità grafiche, e contano di utilizzarlo per il maggiore tempo
possibile.
Amiga al giorno d'oggi
Oggi
Amiga sta affrontando una lenta rinascita grazie all'impegno di Amiga
Inc, l'azienda che attualmente detiene i diritti sulla piattaforma, la
quale ha concesso in licenza alla casa produttrice Eyetech la
fabbricazione delle schede madri AmigaONE basate
sull'architettura PowerPC, ed alla software house Hyperion lo sviluppo
di una nuova versione del sistema operativo AmigaOS.
Oltre all'iniziativa di Amiga Inc, occorre ricordare che:
- dal 2002 l'azienda Genesi produce e distribuisce Pegasos, una propria piattaforma ad architettura PowerPC predisposta per l'esecuzione diMorphOS, una reimplementazione non ufficiale di AmigaOS, oltre a svariate distribuzioni GNU/Linux e altri sistemi operativi.
- dalla fine del secolo scorso, un gruppo di appassionati di Amiga ha deciso di reimplementare AmigaOS sull'architettura Intel, dando origine al progetto open source AROS.
I Chip Custom Amiga
L'architettura
base su cui poggiava la piattaforma Amiga degli anni '80 e dei primi
anni '90 era di tipo proprietario e faceva capo ad una CPU di tipo
Motorola 68000. La CPU era supportata da un insieme di chip custom che
all'epoca offrivano delle capacità grafiche e sonore uguagliate dalla
concorrenza solo nella seconda metà degli anni '90 e rappresentavano una
soluzione piuttosto economica rispetto alle architetture rivali
dell'epoca. La tradizione Amiga prevedeva inoltre che ogni chip dei
chipset venisse chiamato con un nome proprio umano generalmente di
donna. Le macchine Amiga dotate di quest'architettura vengono oggi
definite "Amiga Classic". Esistono tre generazioni di Amiga
Classic, ciascuna delle quali è caratterizzata da un diverso insieme di
chip custom, più precisamente si hanno:
- Gli Amiga Classic dotati di Original Chip Set (OCS)
- Gli Amiga Classic dotati di Enhanced Chip Set (ECS)
- Gli Amiga Classic dotati di Advanced Graphical Architecture (AGA)
OCS,
ECS ed AGA elaborando i dati riguardanti l'audio e la grafica,
lavoravano in totale modalità DMA (Direct Memory Access), lasciando così
la CPU libera di elaborare altri dati. I chipset gestivano inoltre una
particolare modalità grafica chiamata Hold And Modify (HAM),
con cui era possibile visualizzare contemporaneamente tutti i colori
che i chipset riuscivano a gestire offrendo così risoluzioni fino a 12
bit (OCS/ECS) e 24 bit (AGA). I chipset erano in grado di interfacciarsi
sia alla TV di casa sia ai monitor e rendevano gli Amiga Classic una
piattaforma adatta a diverse esigenze dell'utente.
Da
segnalare infine che nel 1989 la Commodore stava lavorando ad un nuovo
chipset che avrebbe accompagnato la successiva generazione di Amiga
Classic, denominato Advanced Amiga Architecture (AAA).
Tuttavia il progetto fu abbandonato nel 1993, anno in cui iniziarono
dei timidi lavori per un AmigaOS indipendente dai chip custom di
difficile e costoso aggiornamento.
Original Chip Set
L'OCS era composto da 3 chip custom: Denise, Agnus e Paula. Tutti i chip erano prodotti da MOS Technology.
- Denise: era il chip preposto a generare il segnale video (15 KHz). La palette disponibile di Amiga era grazie a Denise di 32 colori da 4096, eccezionale per l'epoca.
Denise
metteva a disposizione una modalità a bassa risoluzione (320x256) ed
una ad alta risoluzione (640x256) e diverse modalità intermedie, e
gestiva nativamente l'interlacciamento per arrivare fino a 320x512 o
640x512. Le temporizzazioni video erano parzialmente programmabili e si
poteva inoltre ottenere risoluzioni prive di bordi (overscan).
Una
particolarità veramente degna di nota è il fatto che Denise poteva
segnalare sul connettore video se stava visualizzando il colore di
background o meno, Questo permetteva di realizzare effetti genlock o
chroma key con apparati notevolemtne economici per l'epoca.
Interlacciamento, overscan e genlock fecero di Amiga la macchina di
riferimento per le produzioni video a basso costo.
L'organizzazione
della memoria grafica era basata sul concetto di bitplane, che si fonda
sulla sovrapposizione di piani di bit. Questo tipo di organizzazione è
per certi versi opposto a quello di chunky pesente nel mondo PC. Questa
organizzazione permetteva di risparmiare preziosa RAM, all'epoca molto
costosa. Il risparmio derivava dal fatto che si poteva scegliere di
usare solo il numero di bitplane (da 1 a 6) strettamente necessari.
- Esistevano modalità video a palette da 2 colori (1 bitplane) fino a 32 colori (5 bitplane).
- La modalità EHB (Extra Half Brite) utilizzava 6 bitplanes e aggirava il limite della palette a 32 valori utilizzando il sesto bit per ottenere una versione a luminosità dimezzata del colore. Curiosità: questa modalià non era presente nei primi A1000.
- La modalità DP (Dual Playfield) utilizzava 3+3 bitplanes per realizzare 2 piani sovrapposti a 8 colori capaci di scorrere indipendentemente uno dall'altro. Questà modalità era la chiave per ottenere lo scrolling parallattico, effetto speciale che decretò la superiorità di Amiga sul suo rivale Atari ST.
- La modalità video che però rese famoso Amiga fu quella HAM (Hold And Modify) con cui era possibile visualizzare fino a 4096 colori sullo schermo. Questa modalità utilizzava solo 6 bitplanes invece dei 12 teoricamente necessari. Questo era possibile perché era una codifica differenziale in cui ogni pixel poteva differire dal precedente solo per una componente cromatica (RGB).
- Erano supportati fino 8 sprite per linea. Gli sprites erano larghi 16 pixel con 4 colori dalla palette. Si poteva fare attach di due sprite per ottenerne uno a 16 colori. In hardware erano rilevate eventuali collisioni tra sprite e playfields. Utilizzando tutti gli sprite il fetch dei dati video non poteva iniziare troppo presto e dunque il bordo sinistro dello schermo doveva restare molto largo. All'epoca il sottosistema sprite era già obsoleto ed infatti venne utilizzato pochissimo nei videogiochi che invece fecero largo uso del Blitter.
- Agnus: era il responsabile dei 25 canali DMA a disposizione della macchina e del refresh della DRAM riservata ai chip custom. Agnus conteneva:
- Copper: era un circuito-processore dotato un set interno di sole 3 istruzioni (MOVE, WAIT, SKIP). Permetteva di cambiare i registri hardware in sincronia con il pennello video, liberando la CPU da questo onere.
Questa
tecnica permetteva ad esempio di cambiare modalità video nel mezzo
dello schermo, visualizzare più colori e più sprites. AmigaOS traeva
vantaggio del Copper per implementare il concetto di "Schermo".
- Blitter: anche l'introduzione di questo circuito fu una vera rivoluzione. Prima di Amiga solo alcune costose workstation grafiche disponevano di Blitter.
Era
un circuito inserito nel coprocessore che implementava alcune primitive
grafiche in hardware. Elaborando un bitplane alla volta poteva
combinare fino a tre porzioni di schermo, rettangolari (A, B e C)
copiandole in una quarta zona rettangolare (D).
I cosiddetti BLOB (BLitter OBject),
cioè quelli che in altri sistemi sono semplici "sprite", su Amiga erano
entità grafiche mobili realizzati dal Blitter. Una delle loro
caratteristiche peculiari grazie al Blitter, era di essere indipendenti
dal refresh di tutto il resto dello schermo grafico. Ad esempio il
puntatore del mouse di Amiga è un blob. Il Blitter implementava un'altra
primitiva grafica: il disegno di una linea, durante il disegno di essa
poteva effettuare anche un fill.
- Paula: integrava in sé diverse funzioni, tra cui l'audio e le porte Input/Output.
La
parte che pilotava l'audio forniva 4 canali DAC (Digital to Analogue
Converter) PCM 8 bit, in modalità stereo (2 sul canale destro, 2 sul
sinistro). Ogni canale aveva un volume a 6 bit ed un controllo di
periodo. Un canale poteva modulare l'altro in periodo o volume (da cui
8+6 = 14 bit). I campioni audio potevano essere forniti via DMA o via
CPU. Con il DMA la frequenza di campionamento, relata alle
temporizzazoni video, era programmabile fino a circa 29 KHz. Era
possibile applicare un filtro passa basso sull'uscita audio.
I
4 canali audio vennero col tempo ritenuti insufficienti e si
svilupparono mixer software (trackers) capaci di spingere Paula ai suoi
limiti.
L'hardware
audio era dunque di tutto rispetto per l'epoca, ed è rimasto insuperato
in qualità per una decina di anni circa, anche con l'avvento delle
prime schede Soundblaster ad 8 bit per i PC compatibili. Tuttavia la
mancanza di una economica porta MIDI integrata, a causa di scellerate
politiche economiche del settore marketing di Commodore, fece sì che ad
Amiga i musicisti preferissero gli Atari ST che ne erano dotati di
serie.
Erano presenti anche due chip CIA (Complex
Interface Adapter), responsabili insieme a Paula delle varie operazioni
di I/O che coinvolgevano i floppy drive, la porta seriale, la
parallela, la porta del joystick e quella del mouse. I chip in questione
erano dei MOS 8520 a 8 bit, evoluzione dei MOS 6526 usati nel Commodore
64.
Sugli Amiga OCS esistevano due tipi di memoria RAM:
- la Chip RAM posta su di un bus dati a 16 bit condiviso tra OCS e 68000,
- la Fast RAM posta su di un bus dati a 16 bit riservato al 68000.
Sugli A500 era disponibile una baia d'espansione, la RAM qui installabile veniva detta Slow Fast RAM perché
inacessibile ai chip custom (Agnus non poteva indirizzare più di 512 KB
o 1024 KB a seconda delle versioni) e tuttavia soggetta a contese
poiché montata sullo stesso bus della Chip RAM.
OCS,
68000 e Chip RAM giravano sincroni. OCS e 68000 giravano ad un quarto
del color clock. La Chip RAM girava ad un ottavo del color clock. Sulle
macchine PAL il color clock era circa 28.36 MHz, su quelle NTSC circa
28.6 MHz. Quindi gli Amiga NTSC erano impercettibilmente più veloci di
quelli PAL.
La
Chip RAM consisteva in fino 1024 KB di DRAM, pur girando a metà della
frequenza del 68000 garantiva un surplus di banda anche per OCS. Questo
perché su 68000 ogni accesso al bus richiedeva 4 cicli. Dunque ad OCS
restavano tutti i cicli dispari della DRAM. Questa pacifica coesistenza
veniva messa in crisi quando si sceglievano modalità video con più di 4
bitplanes in bassa risoluzione (o 2 bitplanes in alta risoluzione). In
questi casi OCS iniziava ad accedere al bus anche durante i cicli pari
rallentando il 68000. Questo era il motivo per cui il Workbench
utilizzava di default solo 2 bitplanes, infatti quando se ne
utilizzavano di più le prestazioni della CPU calavano drasticamente.
Questo era anche il motivo per cui la Fast RAM aveva quel nome. Anche il
Blitter all'interno di OCS consumava banda. Normalmente il 68000 aveva
la priorità su questi accessi ma un flag detto BLITHOG permetteva di
ribaltare la situazione.
Enhanced Chip Set
Introdotto
su A3000 venne poi esteso a tutta la gamma. Il chipset ECS era
fondamentalmente l'Original Chip Set con alcune migliorie.
- SuperDenise, successore di Denise, introdusse la super alta risoluzione (fino 1280 pixel per linea) e la capacità di generare segnali video non interlacciati fino a 31 Khz, quindi adatti ai riposanti monitor multiscan. Un effetto collaterale del raddoppio delle frequenze video era il raddoppio della frequenza massima di riproduzione di Paula. Altri miglioramenti apparvero sul fronte genlock. Mentre OCS permetteva di 'bucare' solo il colore 0 della palette, ECS permetteva di bucare un colore qualsiasi della palette oppure un bitplane. Quest'ultimo modo permetteva di partizionare la palette in due insiemi di pari dimensione, uno 'bucabile' e l'altro no.
- FatAgnus, successore di Agnus, riusciva a controllare fino al doppio di Chip RAM (2 MB) rispetto al predecessore.
Altri chips "minori" comparsero o vennero aggiornati. Il nuovo chip custom Buster, chiamato SuperBuster,
e il nuovo chip custom Gary, chiamato FatGary, supportavano i nuovi
slot per espansioni di tipo Zorro III a 32 bit ed i nuovi bus a 32 bit;.
Solo su Amiga3000, il chip custom chiamato Amberconsentiva
di visualizzare anche le modalità video originali (pensate per l'uso
con i televisori) sui monitor VGA, incapaci di agganciare frequenze
molto basse ottenendo dunque un flicker fixer, un componente hardware in
grado di portare a 31 KHz tutti i modi video Amiga. Infine con il
modello Amiga600 fece il suo ingresso il chip custom Gayle che gestiva il controller IDE di questa macchina.
Advanced Graphical Architecture
Il chipset AGA presentava, al posto dei chip FatAgnus e SuperDenise, i nuovi chip Alice e Lisa.
Nonostante fosse passato molto tempo dal rilascio di ECS il nuovo
chipset era ancora una rifinitura del precedente. L'unico chip realmente
riprogettato era Lisa. Questo chipset disponeva di una banda maggiore
grazie all'ultilizzo di bus a 32 bit e memorie DRAM FastPage.
- Alice: si distingueva pochissimo da FatAgnus e forniva esigui miglioramenti rispetto al suo predecessore
- Lisa: gestiva 256 colori simultanei da una palette di 24 bit in tutte le risoluzioni disponibili. Inoltre in ogni risoluzione video poteva essere utilizzato HAM8 che consentiva una profondità colore di 24 bit. Lisa offriva tre classi di risoluzioni: bassa risoluzione, alta risoluzione e super alta risoluzione. Tutte le risoluzioni potevano essere visualizzate sia in modalità 15 KHz (supportata dai televisori), sia in modalità 31 KHz (il minimo per i monitor).
Amiga4000 includeva inoltre i chip custom Bridgette (nient'altro che un bus buffer integrato) e Gayle che
fungeva da controller IDE. L'Amiga1200 presentava inoltre il chip
custom Budgie, con funzione di bus controller e il chip custom Gayle.
AmigaCD32 montava uno speciale chip custom chiamato Akiko deputato alla conversione hardware tra grafica bitplane e grafica chunky.
Cenni sulla CPU Motorola 68000
La
CPU di Amiga era un processore Motorola 68000 a 7,16 MHz. La frequenza
si abbassava leggermente nei modelli europei con grafica PAL a 7,09 MHz.
Il set di istruzioni interne è di tipo CISC. Per motivi di economicità
Motorola aveva creato un proessore ibrido a 16/32 bit. Il modello 68000
aveva cioè un accesso a 16 bit alla memoria, anche se poi questa memoria
era indirizzata a 24 bit, e "ragionava" a 32 bit nei registri interni. I
manuali di Amiga segnalavano chiaramente questo fatto e i programmatori
distinguevano fra parole o "word" di 16 bit e "long word" a 32 bit. Per
questo motivo Amiga non si può definire né un semplice sistema a 16
bit, come molti credono, né un vero sistema a 32 bit. È però già
l'antesignano dei sistemi a 32 bit, da cui la semplicità di
aggiornamento del sistema e del SO sui nuovi modelli di computer a 32
bit.
Cenni sulla CPU Motorola 68010
Molti
utenti avevano trovato un modo molto economico per velocizzare (seppur
di poco) i loro Amiga 500/1000/2000: esisteva una particolare versione
della CPU Motorola 68010 che aveva una piedinatura compatibile con il
68000 originale. Ovviamente la frequenza rimaneva identica, essendo
questa fornita dal generatore di clock e non dal processore stesso, però
alcune istruzioni matematiche sul 68010 erano eseguite in modo
leggermente più efficiente. Questo permetteva un incremento delle
prestazioni globali, soprattutto in programmi di grafica ed alcuni
giochi, di circa il 2%-8%. Un software molto diffuso per questa modifica
era Decigel che correggeva un istruzione MOVE che era erroneamente
interpretata dal 68010 nonché da tutte le CPU superiori al 68000. In
verità era praticamente inutile dato che tutti i programmatori erano a
conoscenza della limitazione ed evitavano l'utilizzo di quella
particolare istruzione.
"Deathbed Vigil And The Other Tales" e "Deathbed Party"
Degli
ultimi giorni di vita di Amiga in mano alla Commodore, ovvero prima
della chiusura della ditta in amministrazione controllata, per evitare
il fallimento ('94), esiste un video: "Deathbed Vigil And Other Tales"
girato da Dave Haynie assieme ad altri ingegneri, in cui vengono
mostrati i centri Commodore di ricerca e sviluppo, in cui si può
intravedere il chipset AAA (il nuovo coprocessore in fase di sviluppo) e
molti progetti e modelli Amiga. Infine il Deathbed Party vede riuniti
alcuni degli ingegneri del presente e del passato di Amiga esibirsi
suonando, cantando, raccontando aneddoti e mostrando tutti gli errori e
le incapacità di chi decideva il destino di Amiga e della Commodore in
quei giorni: in un ultima e grandiosa festa prima della "morte" della
ditta Commodore Business Machines.
Estratto da Wikipedia
Jay Miner, il papà dell'Amiga. |
L'Amiga 1000. |
L'Amiga 1500. |
L'Amiga 500. |
L'Amiga 500 Plus. |
L'Amiga 2000. |
L'Amiga 2500. |
L'Amiga 3000 Desktop. |
L'Amiga 3000 Tower. |
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L'Amiga 4000 Tower. |
L'Amiga CDTV. |
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Schermata Kickstart Amiga 1200. |
Schermata Kickstart Amiga One. |