District 9, diretto nel 2009 da Neill Blomkamp, è stato un vero caso
mediatico ricevendo ben quattro nominations all’Oscar, tra cui quella per
“miglior film”. Film la cui immagine e fama ebbe modo di svilupparsi grazie ad
un tam tam in rete alquanto accattivante, a partire dal sito internet al quale
si poteva accedere da umani o da alieni.
Blomkamp, sudafricano, aveva già collaborato con Peter Jackson (che lo aveva
adocchiato ai tempi del suo King Kong,
grazie al suggerimento di un suo collaboratore) nel cortometraggio Crossing the Line (2007), e in altri
lavori, come l’adattamento cinematografico del videogioco Halo, progetto in seguito abbandonato.
District 9 è un film senza dubbio interessante, anche se in realtà
non molto originale. Innanzitutto il tema della difficile integrazione tra
umani e alieni richiama tantissimo quello di Alien Nation, film del 1988 diretto da Graham Backer, da cui fu
tratta anche una serie TV (e di moltissimi altri sotto-casi che questa tematica
ovviamente è in grado di offrire). Il caratteristico stile documentaristico che
domina in quasi metà delle scene sembra poi seguire la scia del successo del
controverso e forse mai pienamente apprezzato Cloverfield (id. 2008) di appena un anno prima. Vi è inoltre una
chiara ripresa degli inserti giornalistici tipici di Paul Verhoeven (vedi Robocop – id. 1987 - o Starship Troopers – Starship Troopers, Fanteria dello spazio, 1987) la cui vena ironica
contribuisce a donare al tutto un senso di leggerezza a tratti quasi
necessario.
Un prodotto simpatico e interessante, insomma, che fa riflettere in
modo alternativo sulla questione dell’integrazione e della tolleranza. Il
setting di Johannesburg è ovviamente emblematico, sebbene risulti essere
un po’ troppo didascalico.
Voto: Buono