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Suspiria di Dario Argento

Susy Banner è una giovane ballerina americana che riesce ad entrare nella prestigiosa accademia di danza  di Friburgo. Arrivata di fronte alla scuola nota che una ragazza sta urlando delle frasi rese incomprensibili dal rumore della forte pioggia che in quel momento sta cadendo. Dal momento che nessuno le apre alla porta, Susy decide di pernottare altrove. Intanto la ragazza che prima era stata vista urlare torna nella sua camera da letto all’interno dell’accademia stessa. Improvvisamente, però, una presenza diabolica irrompe, uccidendo lei e la sua compagna di stanza.
Intanto, mentre Susy inizia a pernottare all’interno della scuola, si verificano una serie di fatti inquietanti (il pianista cieco morto sbranato dal suo cane guida, dopo aver litigato con la perfida insegnante; strane storie sulle streghe fatte circolare da alcune studentesse…) che insospettiscono parecchio la giovane ballerina americana. Che mistero si cela dietro le mura dell’accademia? Sono vere le storie sulle streghe? Di chi è il respiro che si sente quando scende la notte?
Due anni dopo la realizzazione del suo capolavoro Profondo rosso, Argento ritorna sulla scena continuando la strada  che pian piano l’aveva allontanato dal giallo e dal thriller e che l’aveva avvicinato all’horror e all’occulto. Suspiria è uno dei prodotti più agghiaccianti ed esplicitamente violenti del regista romano, che in questo film introduce l’elemento del fantastico a supporto della consueta vena splatter che più lo contraddistingue. 
Ambientazione spostata nella austera Friburgo, nel cuore della Foresta Nera; personaggi che incarnano i topoi più rappresentativi delle vicende legate al terrore (il pianista cieco, il servitore deforme, la donna psicopatica…); sequenze d’effetto di pura suspence, utili a mantenere elevati i livelli di adrenalina (i vermi che cascano dal soffitto, ad esempio); la stregoneria e i sabba notturni, che in una maniera o nell’altra riescono sempre a risvegliare le paure più recondite anche allo spettatore più freddo. Sono tutti ingredienti che definiscono bene l’atmosfera che si respira lungo tutti i novanta minuti di proiezione e definiscono senza dubbio la qualità eccellente del lavoro di Argento.
Certo, non si può fare a meno di notare una notevole vicinanza alle tematiche, alle situazioni e agli elementi visivi di un altro classico del genere, Rosemary’s Baby di Roman Polanski, ma in generale rimane forte l’impronta stilistica del regista italiano che, a differenza di altri maestri del genere, fa nascere paura e tensione direttamente dalle cose rappresentate e non dai modi di rappresentazione delle stesse, una vena voyeuristica che rende il suo cinema splatter un richiamo al dolore più atavico e profondo.
Naturalmente non si possono non citare i Goblin, la perfetta versione sonora delle visioni terrificanti di Dario Argento, senza i quali, forse (e con questa frase mi farò un sacco di “nemici”), i film di Argento non sarebbero così celebri.

Suspiria (Italia 1977)
Regia di Dario Argento
con Flavio Bucci, Alida Valli, Stefania Casini, Jessica Harper, Miguel Bosè.

Voto: molto buono.