Ragnatele di cavi elettrici e silicone bollente in un cult-film rigorosamente in bianco-e-nero.
Animazioni ed effetti paranoidi che ricordano il cinema di Cronenberg e David Lynch. Le immagini assemblate da Tsukamoto prendono d'assalto le sinapsi dello spettatore...
E' dall'ordinaria pazzia del quotidiano che si sviluppa l'incubo underground di marca nipponica. Un uomo in cravatta si dedica alla lettura degli annunci erotici; la telefonata a una donna, poi il viaggio in metropolitana... l'uomo viene assalito da zombie di metallo (freaks ermafroditi). Al più tardi da qui, molti spettatori - i meno smaliziati - non possono fare a meno di sentirsi vittima di un'aggressione organizzata... Ogni tentativo di copula, nel film, è un re-sverginamento anche orale e anale. Il fallo è un trapano, e viene azionato al suono di musica metal-postindustriale. Grande la figura del gay, inquietante ninfo metropolitano.
Trasformare il mondo in un groviglio di acciaio: questo lo scopo dei Feticisti del Metallo. La violenza (dunque non gratuita?) attende dietro ogni angolo. Ancora e sempre viene premuto il tasto "rewind" del videolettore...
Un patchwork di tecniche apparentemente spicciole illustra le visioni del regista in questo prodotto low-budget; effetti "poveri" ma di maggiore efficacia che in molte megaproduzioni hollywoodiane.
Libidini anti-intellettuali si intrecciano a visioni di epilessie del Tutti-i-Giorni. Penetrazioni e risucchiamenti che fanno impallidire chi riteneva che Alien e La mosca fossero insuperabili per stile ed effetto-shock. E, considerate le premesse, infilare le dita nella presa di corrente equivale naturalmente a un'overdose di LSD.
Alcune considerazioni
Bella la scelta del bianco e nero, notevole la capacità del regista di rendere efficaci le immagini pur senza grandi produzioni alle spalle. Ma chi si aspetta un messaggio "elevato" verrà deluso. D'altronde, nel panorama Gothik - cinematografico e no - è difficile trovare una "morale" nel senso classico del termine. Ormai spesso si tratta solo di violenza da tavolo da obitorio e (anche in letteratura!) non si riuscirebbe a produrre nulla di veramente nuovo senza l'inserimento di effetti speciali (e/o shockanti). Spesso, anzi, si finisce a parlare degli effetti speciali anziché della "storia" in sé... Per gli amanti dell'horror precedente all'era cibernetica, consiglio di guardarsi sempre e solo i classici di sempre, da Frankenstein fino a Carrie. A chi invece, come me, è interessato alla rivoluzione post industriale e alle sue conseguenze di stampo artistico o pseudotale (vedi per esempio musica tipo CSI e Bauhaus), il film di Tsukamoto piacerà parecchio.
Giudizio: ottimo.
a cura di franc'O'brain