Se qualcuno di voi pensava che in Italia la libertà di parola e quella di espressione artistica dopo tanti anni, fosse finalmente libera al 100%, purtroppo si sbagliava di grosso. Infatti, nel 2011 con Morituris (film horror indipendente di Raffaele Picchio bloccato dalla censura cinematografica italiana), crediamo che si sia davvero toccato il fondo. Ebbene si, ancora oggi in Italia continuano ad esserci persone che, secondo una loro inspiegabile logica, decidono per noi cosa vedere e cosa non vedere. Ma soffermiamoci un momento sulla censura cinematografica italiana, ripercorrendo la lunga scia di disastri che ha compiuto nell'arco degli anni. Analizziamo alcuni esempi partendo dal 1946:
- Nodo alla gola di Alfred Hitchcock, alla sua uscita del 1948 fu subito bloccato e distribuito solo nel 1956.
- L'urlo di Tinto Brass, venne bloccato dalla censura dal 1969 fino al 1974.
- Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, bloccato nel 1972 fino al 1987.
- Gola profonda (film pornografico del 1972) di Gerard Damiano fu bloccato dalla censura per tre anni; uscì nel 1975 con il titolo La vera gola profonda.
- Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini fu bocciato nel 1975 in primo grado dalla commissione e vietato ai minori di 18 anni in secondo grado ma venne poi sequestrato dalla magistratura.
- Sesso nero di Joe D'Amato bloccato dalla censura dal 1978 fino al 1980.
- Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato, fu bloccato dalla censura dal 1980 fino al 1984 e poi dopo pesantemente tagliato.
- Il leone del deserto (film storico del 1981) di Moustapha Akkad, bloccato dall'allora primo ministro italiano Giulio Andreotti.
- W la foca di Nando Cicero, censurato nel 1982 e rimasto irreperibile fino al 2004.
- Totò che visse due volte di Ciprì e Maresco, alla vigilia della sua uscita nel 1998, fu dichiarato "vietato a tutti" dalla Commissione di revisione cinematografica.
- "Oil" di Massimiliano Mazzotta documentario del 2009 sull'impatto ambientale dell'impianto petrolchimico della Saras S.p.A. di Sarroch.
Torniamo dunque all'ultimo caso di cinecensura italiana sull'horror Morituris, il film doveva essere distribuito in alcune sale cinematografiche italiane a partire dal 19 novembre 2012. Tuttavia la distribuzione del film non è potuta avvenire in quanto la commissione di revisione cinematografica ha negato il rilascio del nulla osta. Il motivo della bocciatura è stato il seguente:
"La Commissione di revisione cinematografica, visionato il film, esprime, all'unanimità, parere contrario al rilascio di nulla osta per la proiezione in pubblico per motivi di offesa al buon costume, intendendo gli atti di violenza e di perversione sulle donne, motivati dal gusto della sopraffazione e dall'ebbrezza della propria forza rafforzata dal consumo di alcool e droga.
Inoltre i “giustizieri” si accaniscono sia sui ragazzi, rei di violenza e sadismo, sia sulle ragazze vittime dei loro carnefici. Infine, negli atti di perversa violenza viene impiegato un topolino come un oggetto sessuale. Pertanto la Commissione ritiene la pellicola un saggio di perversità e sadismo gratuiti."
Al di là dei contenuti urticanti che l'opera in sé può contenere, è indubbio che si rimane altrettanto urticati e perplessi in quanto ci venga di fatto negata la libertà di vedere o non vedere qualcosa. Eppure sarebbe stato sufficiente apporre il visto con il divieto ai minori di anni 18 e far sì che il pubblico avesse avuto almeno la libertà sacrosanta di decidere se vedere o non vedere l'opera, e invece no. Risultato: ancora oggi, in Italia ci troviamo di fronte all'ennesimo caso di cinecensura italiana, infatti, al momento Morituris può essere proiettato in Italia soltanto nei festival cinematografici, in quanto in tali occasioni il rilascio del nulla osta per la proiezione di una pellicola non è necessario, ma non nelle normali sale cinematografiche.
L'importante poi è che in film come The Passion tutto invece sia lecito: è stato liberamente distribuito nelle sale senza neanche un divieto (caso unico in Italia) nonché trasmesso in televisione in prima serata senza alcun tipo di taglio, quasi come a voler dire che la violenza rimane di esclusiva pertinenza degli horror...
Che dire di più? Le solite italianate insomma.
Che dire di più? Le solite italianate insomma.