La redazione GHoST segnala Il Crisantemo Nero, il primo romanzo fanta-horror-splatter di Alex Faccio edito da Apollo Edizioni.
Prendiamo un paesaggio post-atomico popolato da non morti e dagli ultimi disperati esseri umani, scremiamo dalla facile ironia e dalla speranza di una via d'uscita. Tagliamo a pezzetti e destrutturiamo i comportamenti dei sopravvissuti, cercando di snocciolare gli istinti più brutali. Infarciamo con tonnellate di splatter-gore di altissima, chirurgica definizione. Aggiungiamo diverse altre mostruosità, prodotto dell'olocausto nucleare, e facciamo cuocere a fuoco vivace. In cottura sfumiamo con profezie, religione, filosofia, ingegneria, meccanica, biologia, balistica e altre spezie scientifiche. Cospargiamo con oltre un centinaio di citazioni e tributi a film, libri, giochi e musica delle ultime cinque decadi e amalgamiamo bene il tutto. Al giusto grado di trash condiamo con stralci di canzoni atti ad accompagnare i vari scenari. Lasciamo raffreddare e spolveriamo con l'imprinting di un'immagine retrò e rovinata, dilatando l'effetto bullet-time con un filtro videoludico snyderiano. Impiattiamo e guarniamo con un piglio retrofuturistico da fantascienza anni Cinquanta e una visione pulp-noir. Il Crisantemo Nero è servito. Buon appetito!
IL ROMANZO
Megan sta scappando. Di nuovo. Come chiunque. Da tre lustri è questo che fanno tutti: scappare dagli zombie. L’umanità ha anche avvelenato il pianeta con gli arsenali nucleari, per tentare di frapporre fra essa e i non morti un minimo di distacco. Senza risultato. Megan continua a scappare, ma stavolta è diverso. Stavolta gli zombie si comportano in maniera differente. Stavolta gli zombie sembrano determinati. E stanno per raggiungerla. Provvidenzialmente, rapido come un battito d’ali di farfalla ecco apparire colui che diverrà il suo inseparabile compagno di viaggio: un motociclista dal volto costantemente occultato, che sgomina un branco di zombie dopo l’altro. Lucido e spietato, utilizza un’arma inconsueta: la musica. Heavy Metal che martella le orecchie degli zombie quasi quanto il suo fucile al plasma. Durante il di lei salvataggio in extremis, nasce il loro sodalizio. I due devono raggiungere il Messico e, forse, la salvezza. La loro strada però è disseminata di avamposti umani devastati, di lande desertiche, di strade dissestate. Una sequela di scenari apocalittici in cui si muovono clan di predoni involuti e bestiali, carovane di sopravvissuti rassegnati alla fine prossima e assembramenti sempre più vasti di zombie che evolvono, imparando a coordinarsi e a organizzare gli attacchi. Ma organizzarli a che scopo? E, soprattutto, per conto di chi o cosa? Pericolose sono le domande che Megan e il biker senza nome si pongono, ma ancora peggiori potrebbero rivelarsi le risposte che si annidano nei bui antri di un pianeta alla deriva.
Il Crisantemo Nero, anno: 2015, pagine: 268, codice isbn: 978-88-98435-27-2, editore: Apollo Edizioni.
Un assaggio del libro
A Megan ritornò subito in mente la celeberrima distruzione di Londra a causa di un gigantesco tamponamento a catena che coinvolse più di un milione di automobili e metà delle linee della metropolitana. All’inizio si era parlato di attentato terroristico, data la velocità dello svolgersi degli eventi. Alcuni treni impazziti erano persino sbucati dal sottosuolo come – giusto per non abbandonare l’atmosfera – zombie. Tube-zombie.
Megan aveva provato a ricostruire, o perlomeno immaginare, l’avvilupparsi della storia ripetute volte. Un clan di hooligans che faceva a botte con i tifosi di un team rivale all’interno di una piccola e buia birreria; una di quelle che stanno sottoterra, di quelle la cui insegna è l’unico dettaglio che ne testimonia la presenza sulla strada. Era bastato un solo infetto all’interno della rissa per diffondere quella cosa a tutti quanti: probabilmente un ragazzotto atterrato la sera prima a Southend dopo una trasferta estera della squadra. Era tutto sudato, ansimava e aveva una cera orribile. Quelle vesciche, poi, gli butteravano il volto come fosse stato investito da uno scroscio d’acqua bollente. Piccoli rivoli di sangue gli scendevano dal naso e agli angoli della bocca, ma vista la situazione quel dettaglio poteva dirsi normale. Innaturale invece era il suo comportamento: nonostante il caos della rissa, un paio di bellicosi ragazzi si erano chiesti come mai quello sciroccato, anziché menar le mani, mordeva tutti come un cane rabbioso.
Il titolare del pub, preso dal panico, aveva chiamato gli sbirri. Tre pattuglie stavano sopraggiungendo, annunciate da quelle petulanti sirene, al ché tutta la tifoseria era sgattaiolata fuori dall’angusto locale e si era riversata in strada. Pioveva parecchio, e diversi hooligans erano un po’ acciaccati dalla scazzottata. Quindi, una decina di giovani si era infilata nei taxi parcheggiati nei dintorni, e tutti gli altri si erano fiondati nella metro.
La trasformazione era stata rapidissima, il contagio a macchia d’olio. Alcuni, in preda alle contrazioni e ai crampi, azzannarono al collo i rispettivi autisti, dando il via al più esteso e devastante incidente della storia. In tre ore, in tutto il periplo londinese non esisteva più una vetrina intatta, e dall’alto si potevano quasi contare i diecimila incendi scoppiati a causa di impatti ed esplosioni, i lumini perpetui di quell’immenso cimitero che era rapidamente diventata la città.
L'AUTORE
Alex Faccio nasce il 14 aprile 1989 a Spinimbecco, località della bassa Veronese. Fin dall’infanzia è votato all’arte, passando dalla musica (ha studiato per un po’ tastiere e sassofono) alla recitazione in vari spettacoli amatoriali.
La sua avventura come scrittore inizia nel 2007 con Ultimo Atto, racconto horror che nel tempo è stato rivisto e ampliato, trasformandosi nel romanzo Il Crisantemo Nero. La sua prima pubblicazione è l’e-book La Leggenda di Rudi Rogačëv, breve storia noir con venature splatter.
Nel 2010, dopo una lunga pausa, torna a recitare con il gruppo parrocchiale del suo paese, e dal 2012 si dedica anche alla sceneggiatura, rivisitando la Natività con A celestial tale! e La strada di Avigayl, e il Triduo Pasquale con Dayenu Adonai, controversa rappresentazione in cui un ruolo di rilievo è riservato alla figura del Demonio. Nel 2013 si esibisce con l’ensemble The Trip, formazione poetico-musicale in cui interpreta poesie di altri autori, curando introduzioni, commenti e interludi recitati. Nello stesso anno entra in una compagnia teatrale amatoriale, ribattezzata poi Gruppo Kairos, sceneggiando e co-dirigendo The pROCKdigal son, musical rock debuttato a giugno 2014, il quale ha avuto sei repliche ed è tuttora in tournée.
Dopo l’estate 2013, omaggia uno dei luoghi misteriosi della sua zona scrivendo e dirigendo La leggenda delle 500 reliquie, opera dai tratti visual kei che mescola lettura, musica, video e mimica in costume. In quasi ogni spettacolo si concede un ruolo (preferibilmente da antagonista) per dar sfogo alla sua indole attoriale, talvolta cantando e ballando.
Fra il 2014 e il 2015 prende in carico anche la stesura e la messa in scena di rievocazioni storiche, con canovacci atti ad animare presentazioni di libri a sfondo storico e giornate a tema.
Nel frattempo ha coltivato la sua vena narrativa: ha in cantiere nuovi concept, ha sceneggiato un nuovo spettacolo teatrale nonsense che debutterà entro la fine del 2015 e sta forgiando una raccolta di novelle di stampo new weird, a suo dire adatte per accompagnare le notti insonni.