Speciale Tex N° 31
Capitan Jack
Testi di Tito Faraci
Disegni di Enrique Breccia
Diciamo subito che ci troviamo davanti a un grande romanzo a fumetti. Se mai fumetto si è meritato questa definizione, Capitan Jack è questo. Merito dell'ottima sceneggiatura di Tito Faraci, ma soprattutto degli immensi disegni di Enrique Breccia.
Capitan Jack
Testi di Tito Faraci
Disegni di Enrique Breccia
Diciamo subito che ci troviamo davanti a un grande romanzo a fumetti. Se mai fumetto si è meritato questa definizione, Capitan Jack è questo. Merito dell'ottima sceneggiatura di Tito Faraci, ma soprattutto degli immensi disegni di Enrique Breccia.
Credo che nessun altro disegnatore abbia dato così tanto a Tex. Neanche Magnus. Neanche Guido Buzzelli. Neppure Joe Kubert. Che pure sono stati tra i più grandi interpreti del Tex speciale.
Enrique Breccia si è ormai lasciato definitivamente alle spalle una certa produzione di serie tutte uguali. Lo so che nel frattempo lui faceva cose diverse ma al grande pubblico non arrivavano.
Invece dopo la meravigliosa finta biografia di Lovecraft a colori (discutibile solo per quanto riguarda i testi, la loro veridicità soprattutto) in cui Breccia si sbizzarrisce con le più svariate tecniche, collaborazioni con la Dc per Batman e con la DcVertigo per Swamp Thing e questo Tex speciale, Enrique Breccia riafferma la sua posizione nell'olimpo dei più grandi narratori per immagini della storia del fumetto. O delle historietas.
La trama vede Tex Willer (granitico nell'interpretazione di Breccia: un eroe tutto d'un pezzo) e Kit Carson (mefistofelico nei lineamenti, mai stato così mefistofelico, uguale al Satanasso con il cui appellativo si rivolge al suo pard) accogliere la richiesta di vendetta di un ranger in pensione, loro amico, che sta morendo. I Modoc, nativi americani ribelli della California, hanno assalito la sua fattoria e sterminato la famiglia compresa la figlia e il nipote, un bambino.
I due pards accettano di fare giustizia: porteranno davanti a un tribunale gli autori della strage. Trattasi di Hooker Jim e dei suoi accoliti. In realtà facenti parte della banda più ampia di Capitan Kack, un Modoc ribelle, leader della tribù dei Modoc, che però non si è mai macchiato di atrocità come quella della fattoria.
Ma i destini dei due nativi americani ribelli è legato dalla comune lotta contro i bianchi, che li unisce anche allo stregone. Questi, insieme a Hooker Jim, spinge in continuazione Capitan Jack a decisioni e azioni quanto mai crudeli e prive di pietà non solo verso i bianchi ma anche verso la loro stessa gente.
Ad esempio una ragazza violentata dai bianchi, dopo essere stata vendicata tramite l'uccisione dei suoi violentatori, è allontanata da Capitan Jack, istigato dallo Stregone, in quanto impura.
Verso la fine del romanzo, Tex dirà chiaramente a Capitan Jack che pur essendo il capo della sua tribù, non lo sembra affatto. In una scena molto significativa, Capitan Jack annuisce alle parole di Tex.
Torniamo indietro. Tex Willer e il suo pard Kit Carson si uniscono all'esercito che deve stanare gli indiani ribelli. Ovviamente sorgono subito gli attriti tra il Tex anarchico e i militari che rivestono un ruolo superiore all'ufficiale. Le divergenze di opinione si sprecano. In alcuni casi Tex arriva allo scontro vero e proprio con i militari. Con Kit Carson che gli viene dietro fintamente rassegnato al suo modo di fare.
L'esercito schiera un grosso numero di armi e militari ma non considera le abilità strategiche di Capitan Jack. Questi conduce la sua gente nelle Lava Beds: letti di lava. Territorio sacro dei Modoc. Quindi abitato dagli spiriti che proteggeranno i Modoc, ma soprattutto luogo impervio, difficilissimo da praticare, che include gallerie enormi dove rifugiarsi, strette vie costruite da rocce aguzze, sbalzi di numerosi metri in cui è facile cadere e altri percorsi in cui solo Capitan Jack sa condurre la sua gente. Ma gli uomini dell'esercito proprio no. E infatti sia i soldati sia Tex e Kit si accorgeranno di come sia così. QuestIo accade in un paesaggio fantascientifico che sarebbe potuto uscire dalla penna di un Moebius particolarmente ispirato. Perché adesso il fumetto subisce una metamorfosi: da western a fantascienza. Sia per l'ambientazione, sia perché i Modoc, con cui soldati, Tex e Kit intraprendono duelli secondo le regole della guerriglia, appaiono e scompaiono come alieni. Del resto sia Enrique Breccia sia Tito Faraci hanno nel loro background la fantascienza. Perciò non deve stupire questa svolta, quasi uno stravolgimento, razionale e condotto con lucidità però, nel romanzo.
Del resto tutto l'opera è impregnata di richiami a un altro genere letterario esterno al western: l'horror. Vedi gli uccelli notturni che compaiono in continuazione spesso per fare da macabro raccordo tra una scena e l'altra. Oppure la scena molto suggestiva in cui tre soldati ritornano all'accampamento militare. All'inizio sembrano vivi, ma nel corso di una pagina, ci accorgiamo che sono morti, sorretti dalle corde e con la freccia nella schiena. Più in generale una corrente di narrativa fantastica, nei testi e nei disegni, attraversa questo originale western.
Enrique Breccia colora con il bianco e nero. Alternando i neri pieni come la notte fitta e i bianchi vuoti come la luce di un giorno di sole al suo modo particolare di tratteggiare che lo porta a creare dei reticolati, delle ragnatele, una sorta di mezza tinta ottenuta, però, non con il retino o con l'inchiostro grigio, ma con un meticoloso lavoro di intreccio di tratti. Roba da non credersi. È praticamente impossibile che un disegnatore possa fare qualcosa del genere. Ebbene Breccia lo fa.
Per non parlare dei suoi flashback realizzati interamente con questo tratteggio: tavole intere in cui i personaggi appaiono veramente a tre dimensioni. Ma potremmo stare tante altre pagine a parlare dello stile di Enrique Breccia che evidentemente ha qualche formula magica dalla sua. Tramandatagli magari dal padre Alberto altro grande autore di historietas. Scherzo: nessuna formula magica. Solo talento e tanto studio e lavoro. Dall'esordio insieme al padre in una biografia di Che Guevara (a causa della dittatura in Argentina, ebbe una vita avventurosa: fu anche sotterrato prima di poter vedere la luce, passato il pericolo) ai primi fumetti di guerra realizzati per la Fleetways inglese al Tex speciale qui presente. Passando per migliaia di tavole. Alvar Major e Il Vagabondo delle stelle sono solo due delle serie più famose.
E questo Capitan Jack andrebbe proprio spedito tra le stelle come esempio della grandezza dell'arte umana.
GLI AUTORI
Enrique Breccia, figlio di uno dei più grandi artisti latino-americani di tutti i tempi, Alberto Breccia, ha realizzato il suo primo lavoro nel 1968, quando insieme al padre ha illustrato La Vida del Che, una biografia del rivoluzionario Che Guevara scritta da Héctor Germán Oesterheld. Nel 1972 inizia la sua collaborazione con la casa editrice inglese Fleetway, disegnando il fumetto Spy 13 con uno pseudonimo, e poi una serie di storie di guerra per la rivista italiana Linus.
La sua collaborazione con lo sceneggiatore Carlos Trillo è iniziata nel 1976 con il fumetto El Buen Dios, immediatamente seguito da Alvar Mayor, il suo più famoso personaggio. Ha avuto diverse altre collaborazioni di successo con Trillo, come la mini serie Robin delle stelle (El Peregrino de la Estrellas), il surreale Los Viajes del Marco Mono e El Reino del Azul. Nel 1983 ha disegnato Ibanez scritto da Robin Wood, e, l'anno seguente, El Suenero e El Cazador del Tiempo di cui ・anche sceneggiatore. Ha anche realizzato parecchi adattamenti a fumetti di romanzi famosi come L'isola del tesoro e Moby Dick. Nel 1987 ha pubblicato il romanzo grafico Lope de Aguirre.
Nel 2000 inizia la sua collaborazione con gli editori americani di fumetti, lavorando su X-Force per la Marvel, e per la DC Comics Legion Worlds e Batman: Gotham Knights. Nel 2002 ha disegnato il romanzo grafico Lovecraft, sulla vita dello scrittore H. P. Lovecraft scritto da Hans Rodionoff, per la Vertigo. Sempre per la casa editrice statunitense nel 2005 è diventato l'artista principale della serie Swamp Thing, disegnando 22 numeri fino al 2007.
Vive a Spoleto, in Italia, dove collabora con la casa editrice 001 Edizioni che pubblica le sue opere in Italia, Spagna e, prossimamente, in Francia. Importanti sono anche le sue collaborazioni per i romanzi illustrati per l'editore catalano Zorro Rojo e dell'italiana Gallucci.
Nel 2011, per il mercato francese, ha realizzato Les sentinelles, pubblicato dalle edizioni Delcourt, su testi di Xavier Dorison.
Nel 2012, per la Sergio Bonelli Editore, ha realizzato una storia di Dylan Dog pubblicata sull'ottavo volume del Dylan Dog Color Fest. Sempre per la Bonelli ha illustrato uno speciale estivo di Tex Willer (un cosiddetto Texone) intitolato Capitan Jack, su testi di Tito Faraci, pubblicato nel giugno 2016.
Tito Faraci
Emerso nella metàdegli anni novanta, è stato autore di varie storie per Topolino, PKNA, Dylan Dog, Martin Mystere, Zagor, Lupo Alberto, Diabolik, Nick Raider e Magico Vento, nonché dell'Uomo Ragno, di Devil e Capitan America (è uno dei primi scrittori italiani ad essersi confrontato con personaggi dei comic statunitensi, della Marvel Comics nello specifico).
Nel Giugno del 2015 Feltrinelli pubblica il suo romanzo La vita in generale.
Assieme a Giorgio Cavazzano (che Faraci definisce «il mio mentore») ha creato il personaggio ricorrente di Rock Sassi e realizzato, oltre a numerose storie Disney, Il segreto del Vetro (2004), una storia dell'Uomo Ragno ambientata a Venezia e prodotta in Italia dalla Panini Comics su licenza della Marvel Comics, nonché la graphic novel Jungle Town (2006) per la collana Buena Vista Lab (Disney Italia).
La casa editrice Einaudi ha pubblicato nel 2000 Topolino Noir, un'antologia delle migliori storie disneyane sceneggiate da Faraci; una simile raccolta monografica, La nera di Topolino, è stata edita dalla Arnoldo Mondadori Editore nel 2006 nei Best Sellers. La Disney Libri, invece, ha proposto in libreria Il popolo delle tenebre, un suo romanzo scritto per la collana Disney Avventura.
Nel 1999 inizia a collaborare con la Sergio Bonelli Editore, scrivendo su Dylan Dog. Per lo stesso editore crea il personaggio di Brad Barron, protagonista di una miniserie di 18 numeri (maggio 2005-ottobre 2006) e dei successivi speciali.
Nel 2006 ha sceneggiato un'altra storia con protagonisti personaggi Marvel: Devil & Capitan America: Doppia Morte, disegnata da Claudio Villa.
Sempre per la Bonelli, nell'aprile del 2007, entra a far parte dello staff degli sceneggiatori impegnati nella realizzazione delle storie di Tex, per cui realizza lo speciale estivo Capitan Jack con i disegni di Enrique Breccia.
Importante è anche il suo sodalizio con Alessandro Baricco che lo porta a realizzare l'adattamento a fumetti di Novecento e di Senza sangue: il primo con i disegni di Giorgio Cavazzano, il secondo con quelli di Francesco Ripoli.
Luca Bonatesta
(lucabonatesta71@gmail.com)