Luca Cesare Foffano, nel suo saggio La notte cala come un sipario: Temi lovecraftiani, sadismo ed incubi genetici in “Island of Lost Souls”, propone un’analisi affascinante e complessa della trasposizione cinematografica del 1932 de L’isola del dottor Moreau di H.G. Wells, nota come Island of Lost Souls. L’autore riesce, attraverso un approccio multidisciplinare, a intrecciare influenze letterarie e filosofiche di Lovecraft e del Marchese de Sade, fornendo uno sguardo critico sulle tematiche orrorifiche e sadiche che il film esplora. Foffano non si limita a contestualizzare il film come adattamento, ma lo eleva a una riflessione più ampia sulla mostruosità, la degenerazione e il sadismo in chiave moderna.
Il saggio si apre con un’idea intrigante: l’accostamento del film Island of Lost Souls a due influenze letterarie apparentemente distanti, ma entrambe cruciali per comprendere la natura dell’orrore e del degrado umano. Da una parte, Lovecraft, con il suo apprezzamento per il film e il suo interesse per il senso di terrore cosmico e di estraneità; dall’altra, Sade, simbolo del sadismo e del controllo crudele. Foffano analizza come Island of Lost Souls non solo adatti il romanzo di Wells, ma lo rielabori enfatizzando elementi di regressione, sopraffazione e ambiguità morale, aspetti che Lovecraft e Sade avevano esplorato ciascuno a modo proprio.
Un punto di partenza cruciale per Foffano è il giudizio positivo che H.P. Lovecraft espresse riguardo Island of Lost Souls, definendolo un’opera unica nel trasmettere un orrore inquietante e genuino. Questo consenso da parte di un maestro dell’horror ha spinto Foffano a indagare come il film abbia saputo espandere la mostruosità insita negli esperimenti del dottor Moreau, superando perfino quanto descritto nel romanzo. La visione di Foffano descrive una mostruosità che si esprime attraverso la creazione di un microcosmo in cui l’evoluzione è regressiva, il progresso degenerativo e le forze colonialiste si fondono in un perverso dominio. Island of Lost Souls diventa così una metafora della potenza brutale, incarnata nel dottor Moreau, che spinge al limite il corpo e la volontà umana.
Foffano esplora in profondità i temi del colonialismo e del sadismo, sottolineando come il dottor Moreau non sia solo uno scienziato folle, ma rappresenti anche un simbolo della megalomania imperialista e del controllo spietato sulle sue creature. Il sadismo, ispirato alla filosofia di Sade, si mescola con un erotismo crudele, creando un’atmosfera in cui il corpo diventa un campo di battaglia per il dominio. Island of Lost Souls quindi non è solo un horror fisico, ma anche psicologico, portando alla luce questioni morali sulla sopraffazione e sull’alienazione. Il film, come sostiene Foffano, amplifica questi temi per portare a galla l’orrore di un’identità “ibrida” e confusa, in cui umano e animale si fondono senza alcuna armonia, ma in una brutalità che aliena e distrugge.
Un altro aspetto su cui Foffano si sofferma è la tecnica narrativa e visiva del film, che sposta continuamente il punto di vista, disorientando lo spettatore e mettendo in crisi il linguaggio cinematografico convenzionale. Secondo Foffano, Island of Lost Souls è radicale proprio perché mette in discussione la coerenza narrativa e il punto di vista umano come centro stabile. Questa dislocazione è funzionale a rappresentare l’identità destabilizzata e in continua mutazione delle creature di Moreau, che vivono una condizione ibrida e incerta. Il risultato è una crisi del linguaggio cinematografico che sembra riflettere l’orrore psicologico di una realtà disumanizzante.
Interessante è anche l’ampliamento dell’analisi attraverso il confronto con altri film coevi, in particolare Murders in the Zoo (1933) e Murders in the Rue Morgue (1932). Murders in the Zoo riprende temi simili di sadismo e depravazione, rappresentando un’altra riflessione sulla violenza come espressione di un potere corrotto e maligno. Foffano suggerisce che entrambi i film condividono un’estetica e una sensibilità che li rende quasi “parenti” per tematiche e intenti. Anche Murders in the Rue Morgue affronta questioni di ibridazione uomo-animale e degenerazione, ma in un contesto pseudo-scientifico che si interroga sull’evoluzione distorta. Questi confronti permettono di vedere Island of Lost Souls come parte di una più ampia tendenza culturale dell’epoca a esplorare i limiti della natura umana e le derive violente di un evoluzionismo mal concepito.
“La notte cala come un sipario” è un saggio profondo e stimolante che aggiunge una nuova dimensione alla comprensione di Island of Lost Souls e del suo contesto culturale. Foffano, con un approccio che combina letteratura, cinema e filosofia, offre una lettura innovativa di un classico del cinema horror, enfatizzando i suoi rimandi filosofici e la sua capacità di affrontare temi universali come il controllo, la mostruosità e la degenerazione morale. Per gli appassionati di horror, Lovecraft e Sade, così come per gli studiosi di cinema, questo saggio rappresenta un contributo significativo, capace di rivelare nuovi significati e di aprire prospettive interpretative inedite.
L’AUTORE
Luca Cesare Foffano (Milano, 1969) è cresciuto attraverso gli sconvolgimenti di Sade, del surrealismo e dei Fratelli Marx. Ha quasi sempre riposto assai scarsa fiducia nel futuro e si illude di non aver avuto, almeno in questo, completamente torto.
Una lunga fedeltà lo ha indotto a raccogliere alcuni scritti nel volume “Essere giusti con Lovecraft” (Lulu, 2020).
La notte cala come un sipario
(La notte cala come un sipario: Temi lovecraftiani, sadismo ed incubi genetici in “Island of Lost Souls”)
Autore: Luca Cesare Foffano
Editore: Lulu
Anno: 2022
Pagine: 266
ISBN: 9781471664106
Costo: 16.00 € cartaceo
A cura di Cesare Buttaboni
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