Piove (Italia, 2022)
Regia: Paolo Strippoli. Soggetto e Sceneggiatura: Paolo Strippoli, Jacopo Del Giudice, Gustavo Hernandez. Fotografia: Cristiano Di Nicola. Montaggio: Marco Spoletini. Musiche: Raf Keunen. Scenografia: Nello Giorgetti. Costumi: Nicoletta Taranta. Produttori: Mattia Oddone, Joseph Rouschop, Gabriele Pacitto, Jean-Yves Roubin, Isabella Orsini. Produttori Esecutivi: Maria Alessandra Marzotto, Annick Mahnert. Case di Produzione: Propaganda Italia, Gap Busters, MEDIA, Lazio Cinema International, Wallimage, Shelter Prod, Polifemo, Ministero della Cultura (MIC). Distribuzione (Italia): Fandango. Lingua: Italiano. Paesi di Produzione: Belgio, Italia (2022). Durata: 95’. Genere: Horror. Interpreti: Fabrizio Rongione (Thomas), Cristiana Dell’Anna (Cristina), Francesco Gheghi (Enrico), Leon de la Vallée (Gianluca), Ondina Quadri (Alice), Orso Maria Guerrini (sig. Ferrini), Elena Di Cioccio (Marta), Nicolò Galasso (Giacomo), Federigo Ceci (Leonardo), Pietro Bontempo (padre di Giacomo), Aurora Menenti (Barbara).Piove è un film horror italiano molto originale, che si fa perdonare alcuni piccoli difetti, perché la sceneggiatura di Jacopo Del Giudice è davvero ben scritta (vince il Premio Solinas), miscela soprannaturale e realismo in dosi adeguate, tenendo lo spettatore in tensione fino all’ultima sequenza. Vediamo in breve la trama. Siamo a Roma dove due operai del comune – padre e figlio – stanno riparando un guasto all’impianto fognario, il problema è che nella capitale (quando piove) dai tombini esce una sorta di fango grigiastro che emana un vapore denso e azzurrognolo. Va da sé che non si sa da dove provenga, ma chi entra in contatto con questo vapore diventa portatore di una rabbia repressa che sfoga sulle persone più care, mettendo in luce sentimenti reconditi e paure ancestrali. La prima terribile sequenza di morte vede una resa di conti tra padre e figlio. Non vado oltre con la trama, che va assaporata in presa diretta, un puro concentrato di orrore e tensione. Film vietato in un primo tempo ai minori di anni 18, poi derubricato ai minori di anni 14, soprattutto perché presenta soltanto personaggi negativi, anche se nel finale è l’amore che trionfa, portando un soffio di speranza. Fotografia (Di Nicola) cupa e spettrale di una Roma piovosa e notturna che si alterna a gelidi pomeriggi di sole, oltre a un’intensa colorazione rosso e verde per alcuni interni che profuma di Mario Bava; montaggio sincopato di Spoletini, davvero ricco di tensione narrativa, capace di contenere in 95’ la durata della pellicola; sceneggiatura oliata alla perfezione; musiche claustrofobiche e angoscianti di Keunen, introdotte da un suggestivo brano di Sergio Endrigo che scorre sui titoli di testa; scenografia curata a dovere da Giorgetti. La regia del (per me) sconosciuto Paolo Strippoli (autore di A Classic Horror Story disponibile su Netflix) è ottima, sia come direzione di attori che come tecnica di ripresa, molte le citazioni contenute nel film, dalle soggettive alla Mario Bava e Argento, per finire con brevi inquadrature di un volto femminile che ricorda Smile e l’atmosfera inquietante dell’intera pellicola che riporta a Macchie solari di Crispino. Interpreti molto preparati, dal protagonista Fabrizio Rongione al giovane Francesco Gheghi, senza dimenticare la diligente Cristiana Dell’Anna, infine una breve apparizione di Orso Maria Guerrini ed Elena Di Cioccio nei panni di Marta. Suono in presa diretta che troppo spesso penalizza la chiarezza del dialogo. Piove è un film di genere che dimostra la vitalità del cinema italiano quando viene fatto da autori che hanno inventiva, oltre a conoscere la miglior cinematografia del passato. Il messaggio contro la violenza diffusa nelle nostre periferie è palpabile, il regista punta l’indice anche contro certi programmi televisivi pomeridiani che sono capaci soltanto di fare audience mostrando orrore e violenza. Visto su Rai 4 in Prima TV. Reperibile su Rai Play. Da vedere, se amate il cinema horror e il thriller.
A cura di Gordiano Lupi
Tutti i diritti riservati per immagini e testi agli aventi diritto ⓒ.