Il figlio di Chucky (Usa, Regno Unito, Romania 2004)
Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Don Mancini. Fotografia: Vernon Layton. Montaggio: Chris Dickens. Musiche: Pino Donaggio. Scenografia: Judy Farr. Costumi: Oana Paunescu. Produttore: David Kirschner. Produttore Esecutivo: Guy J. Louthan. Casa di Produzione: Rogue Pictures. Distribuzione (Italia). Universal Pictures. Titolo Originale: Seed of Chucky. Lingua Originale: Inglese. Paese di Produzione: Stati Uniti d’America, Regno Unito, Romania. Anno: 2004. Durata. 87’. Genere: Horror comico. Interpreti: Jennifer Tilly (se stessa), Redman (se stesso), Hannah Spearritt (Joan), John Waters (Pete Peters), Steve Lawton (Stan), Beans El-Balawi (Glen), Kristina Hewitt (Glenda), Nadia Dina Ariqat (Britney Spears).
La saga di Chucky comincia nel 1988, tutto parte da un’idea di Don Mancini – per la regia di Tom Holland – che s’inventa la storia di un serial killer capace di trasferire la sua anima assassina in un orribile pupazzo. Una sorta di slasher-movie con un pupazzo che agisce in maniera grottesca insieme ad attori in carne e ossa, la bambola che segue un bambino e miete vittime a più non posso. Il grande successo del primo film genera diversi sequel, persino una recente serie televisiva e un reebot nel 2019, oltre a un merchandising infinito. I titoli: La bambola assassina (1988), La bambola assassina 2 (1990), La bambola assassina 3 (1991), La sposa di Chucky (1998), Il figlio di Chucky (2004), La maledizione di Chucky (2013), Il culto di Chucky (2017), La bambola assassina (2019, il reebot).
Abbiamo visto Il figlio di Chucky, film scritto e – per la prima volta – diretto dal creatore del personaggio, che in seguito dirige anche La maledizione e Il culto, oltre alla serie TV (2021 – 2024). Da regista Mancini si è occupato solo di film legati al personaggio ideato, così come da sceneggiatore quasi sempre ha pensato a sviluppare la sua intuizione di successo. In questo quinto capitolo Chucky è sposato con Tiffany, il loro figlio (Glen / Glenda) è indeciso sul fatto di essere maschio o femmina, anticipando le tematiche odierne legate alla disforia di genere. Il figlio di Chucky viene chiamato Faccia di Merda ed è usato come pupazzo da un ventriloquo, ma quando viene a sapere che stanno girando un film sui suoi genitori scappa a Hollywood e li resuscita, per conoscerli meglio. Il film ha un taglio horror trash, molto black comedy, vero e proprio cinema dell’orrore comico, a tratti persino farsesco, nonostante tutti gli schizzi di sangue tipici dello slasher. Il figlio di Chucky ha un’indole molto buona, nonostante sia tormentato da incubi che gli fanno vedere scene orribili di uccisioni, così quando conosce i genitori non comprende perché siano così perfidi. Tiffany cerca di smettere con gli omicidi – come se fossero una dipendenza – ma non ci riesce; Chucky, invece, è orgoglioso di essere un bambolotto assassino, non vorrebbe diventare umano, cosa che a suo parere porterebbe solo problemi. Al tempo stesso il genitore è sconvolto dal fatto che il figlio non abbia alcuna attitudine al crimine, cerca di portarlo con sé e vorrebbe trasmettere la sua arte scellerata, pare non riuscire nello scopo, ma alla fine resterà sorpreso. Un film che si guarda più come una commedia, resta un lavoro divertente una volta superato lo scoglio degli sbudellamenti e delle violenze gratuite, pensato soprattutto per un pubblico di teenager. Due citazioni restano memorabili: la scena della doccia con l’omicidio dietro la tenda che riporta a Psycho e la porta abbattuta a colpi d’ascia che suggerisce Shining, anche se a Chucky non viene la battuta a effetto. Fotografia cupa e angosciante di Vernon Layton; montaggio rapido ed essenziale di Chris Dickens che ha il gusto della suspense e condivide con il regista la voglia di spaventare lo spettatore e di disturbarlo. Inutile dire che la tecnica di regia prediletta è la soggettiva dell’assassino (in questo caso del bambolotto) capace di mostrare gli omicidi in primissimo piano e dal punto di vista di chi li compie. Pino Donaggio (Io che non vivo senza te, proprio lui!), grande compositore per il cinema, è l’autore della colonna sonora, non invasiva, coordinata al genere. Girato tra Los Angeles e la Romania (Castel Film Studios). Il figlio di Chucky è un horror comico dotato di tensione narrativa e di trovate a effetto, consigliato per chi ama il genere. Il film produce due sequel (La maledizione e Il culto) e tutta la serie televisiva del 2021 – 2024, diretti da Don Mancini. Rivisto grazie al canale Horror Mediaset 2.
A cura di Gordiano Lupi
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