I racconti di Dagon 2: Attraverso angoli alieni di Autori Vari

Ci sono libri che spalancano porte su universi dimenticati, che tracciano mappe di orrori celati oltre i confini della comprensione umana. I racconti di Dagon 2: Attraverso angoli alieni, antologia pubblicata dalla Dagon Press con l’introduzione di Gianfranco de Turris, è uno di questi libri. Un viaggio multiforme e inquietante, che non si limita a rievocare l’ombra di H.P. Lovecraft, ma che intreccia un dialogo corale tra scrittori americani e italiani, accomunati da una visione condivisa dell’orrore cosmico.

De Turris, con il suo consueto acume, sottolinea come questa antologia non sia un semplice tributo, ma una prova concreta dell’universalità della poetica lovecraftiana. Lungi dall’essere una “bizzarria” personale, il nuovo orrore cosmico di Lovecraft si è dimostrato una struttura narrativa robusta, capace di attraversare decenni e confini, e di alimentare nuove forme di inquietudine.

Elwin G. Powers apre la raccolta con Attraverso angoli alieni, un racconto che spinge oltre i limiti l’eredità del creatore dei Miti di Cthulhu. Gli Shoggoth tornano in scena con una potenza primordiale, protagonisti di un crescendo narrativo che culmina in un finale evocativo del “Dagon” lovecraftiano. Powers, alter ego letterario di Robert A.W. Lowndes, non si limita a ripetere i temi lovecraftiani, ma li innova, dimostrando che il canone è uno spazio vivo, aperto alla reinterpretazione. A seguire, il racconto inedito in Italia di Abraham MerrittLo stagno del dio di pietra, colpisce per il suo potere visionario. La misteriosa isola su cui il professor Marston e i suoi compagni fanno naufragio si anima di un’atmosfera tangibile di minaccia e fascinazione. L’idolo dalle ali di pipistrello, al centro della vicenda, anticipa in modo quasi profetico Il richiamo di Cthulhu e non bisogna dimenticare come Lovecraft apprezzasse MerrittMerritt non è un epigono di Lovecraft, ma piuttosto un precursore, capace di evocare suggestioni che sarebbero poi diventate colonne portanti del mito. Con Il vello di Graag di Paul Dennis Lavond – pseudonimo che cela le menti di Frederick PohlHarry Dockweiller e lo stesso Lowndes – ci immergiamo in un racconto classico ispirato ai Miti di Cthulhu. Il racconto cattura con la sua tessitura oscura e simbolica, dimostrando come il mito lovecraftiano possa essere declinato in forme polifoniche senza perdere la sua essenza. Henry Kuttner, nel suo Il divoratore di anime, mostra un lato dunsaniano e lovecraftiano che seduce per la sua atmosfera decadente e onirica. Kuttner non si limita a spaventare: conduce il lettore in un labirinto di immagini simboliche, dove l’orrore si mescola con una bellezza ineffabile. L’abominio supremo di Clark Ashton Smith e Lin Carter è un perfetto esempio di alchimia letteraria. Partendo da un frammento incompiuto di SmithCarter plasma una narrazione che cattura l’essenza dei miti di Lovecraft, portandoli verso nuove vette di orrore e meraviglia. La collaborazione tra i due autori si traduce in un racconto che è tanto un tributo quanto un contributo originale al mito.

Tra i contributi italiani, spicca Nessun dolore… del compianto Elvezio Sciallis, una figura centrale nel fandom del fantastico italiano. Questo racconto si presenta come un omaggio carico di emozione e profondità, ambientato in una Sanremo gotica che unisce il fascino della Riviera a un’atmosfera densa di mistero. Fra i protagonisti troviamo lo scultore Andrea (probabilmente Andrea Bonazzi, noto scultore e artista lovecraftiano), in una narrazione che intreccia realtà e incubo. Viene citato anche un certo Guarriello come traduttore di un tomo di magia. Sciallis dimostra una maestria unica nel fondere elementi lovecraftiani con una sensibilità tutta italiana, rendendo il racconto un tributo autentico e un contributo indelebile alla letteratura weird. Ma l’apporto italiano non si ferma qui. Marco Marra, con La cosa caduta dal cielo, costruisce un incubo che richiama per atmosfere Il colore venuto dallo spazio, pur mantenendo una sua originale peculiarità. Pietro Rotelli, con Carcosa Beach Party, ci regala una storia che unisce ironia e mistero, citando apertamente Carcosa e Hastur, e intrecciando la leggenda con una vena contemporanea. In La spiaggia di Baleia di Claudio Foti, la popolazione atterrita si confronta con conchiglie titaniche, in un crescendo di tensione che fonde l’elemento naturale con una minaccia sovrannaturale. Paco Sidney Silvestri, invece, con La via del caos, riporta al centro della narrazione il culto di Dagon, intrecciando il mito con un senso di fatalismo implacabile. Un maelstrom di orrore di Andrea Beatrice si distingue per la sua atmosfera onirica e cosmica, che richiama le suggestioni di Clark Ashton Smith. Gli enigmatici Cosmici, creature di potenza insondabile, amplificano il senso di meraviglia e terrore, facendo del racconto una perla visionaria. Flavio Deri, con Ritorno a Innsmouth, ci guida in un viaggio nella mitica città ormai diroccata e fatiscente, tra decadenza e mistero. Da Y’ha-nthlei, una sorta di nuova R’lyeh che emerge dagli abissi, si dipana una narrazione carica di fascino mitologico. Cesare Buttaboni, in Il culto del verme nero, fonde il gotico padano con l’orrore cosmico, in una storia che riecheggia antiche leggende trasfigurate in chiave lovecraftiana. La struttura di Paolo Sista si distingue per la sua vena surreale e patafisica. Dopo aver scavalcato una misteriosa struttura, il protagonista cade in un delirio visionario che esplora concetti vertiginosi come la “Cuspide Apicale della Arborescenza Inversa di Yug Sutol”. Infine, Maria Tauro, con Giochi di magia, ci regala il ritratto di un personaggio femminile complesso e recluso, i cui segreti si rivelano essere di portata cosmica.

ATTRAVERSO ANGOLI ALIENI
I racconti di Dagon 2
Autore: AA.VV.
Editore: Dagon Press
Anno: 15 dicembre 2024
Pagine: 228
Prezzo: 15,60 €
ISBN: 979-8302054043

A cura di Cesare Buttaboni

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