Commedia garbata e ironica
Dove non si ride a quattro ganasce, ma con parsimonia e in modo intelligente
Come ti muovi, sbagli (Italia, Francia 2025)
Regia: Gianni Di Gregorio. Sggetto e Sceneggiatura: Gianni Di Gregorio, Marco Pettenello. Fotografia: Maurizio Calvesi. Montaggio: Sara Petracca. Musiche: Ratchew & Carratello. Scenografia: Isabella Angelini. Costumi: Gaia Calderone, Ilenia Miggiano. Trucco: Giovanna Jacoponi. Casa di Produzione: Bibi Film Tv, Les Films du Poisson, Rai Cinema. Paesi di Produzione: Italia, Francia - 2025. Distribuzione (Italia): Fandango. Durata: 97’. Genere: Commedia. Interpreti: Gianni Di Gregorio (il professore), Greta Scarano (Sofia), Tom Wlaschiha (Helmut), Alessandro Bedetti (Antonio), Iaia Forte (Giovanna), Pietro Serpi (Tommaso), Hildegard De Stefano (Ursula), Anna Losano (Olga), Rishad Noorani (Rishad).
Gianni Di Gregorio è davvero un corpo estraneo al mercato cinematografico italiano, sembra più un regista francese visto il taglio minimalista delle sue opere, oltre al fatto che le sue piccole storie intrise di poesia non sono mai banali e non strizzano l’occhio al genere televisivo. La sua ultima idea cinematografica racconta la famiglia grazie al personaggio di un professore in pensione che vive un’esistenza tranquilla e monotona nel suo quartiere romano, tra gli amici al bar, un saggio sui Longobardi da completare e un’innamorata incompresa (Forte) che vorrebbe invitarlo a passare una domenica nella sua casa di campagna. Tutto cambia quando irrompe l’imprevista variabile di una figlia in crisi coniugale (Scarano) che con i suoi due bambini si precipita a Roma nella casa paterna, sconvolgendo la routine del professore e creando un incredibile scompiglio. Non solo, c’è anche il marito (Wlaschiha) che telefona dalla Germania confessando di aver perso la testa per una studentessa, ma ha capito di aver sbagliato e implora il perdono, al punto che - per espiare le sue colpe - viene a Roma a piedi valicando le Alpi in compagnia di un lupo. “Ci vuole tanta pazienza”, dice più volte il personaggio interpretato da Di Gregorio - onnipresente sulla scena - e lui ne ha davvero molta, comprendendo ogni disastro compiuto da un nipotino terribile e assecondando le nevrosi della figlia. Alcuni dialoghi sono desunti dalla realtà, il regista afferma di aver preso appunti nel corso di alcuni colloqui con la sua vera figlia e di averli utilizzati per scrivere la sceneggiatura del personaggio interpretato da Greta Scarano. In una piccola storia come questa lo spettatore trova tutto quel che accade in una famiglia, dalle incomprensioni ai litigi, passando per i piccoli egoismi, senza trascurare l’amore che - nonostante tutto - unisce i suoi membri. Il professore quando si troverà di nuovo solo sentirà l’esigenza di avere accanto a sé qualcuno che renda la vita meritevole di essere vissuta. La parte tecnica è pregevole, da una fotografia anticata di Maurizio Calvesi a un montaggio adeguato di Sara Petracca (97 minuti essenziali), mentre la regia segue con la macchina da presa le giornate del protagonista, sceneggiate da Di Gregorio e Pettenello. Colonna sonora inserita bene nel contesto a cura di Ratchev & Carratello. Scenografia di Isabella Angelini. Come ti muovi, sbagli - frase che Di Gregorio pronuncia al genero quando lo rivede dopo la scappatella - è il titolo adeguato per una commedia garbata e ironica, dove non si ride a quattro ganasce, ma con parsimonia e in modo intelligente. Non perdetelo!
A cura di Gordiano Lupi
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