Weird 7

Il fantastico e lo strano in letteratura

Storie che appartengono tanto alla letteratura quanto all’inconscio collettivo

Con il settimo numero della rivista WEIRD, Dagon Press continua a coltivare la sua vocazione di “archeologia del fantastico”, riportando in superficie storie che appartengono tanto alla letteratura quanto all’inconscio collettivo. Non si tratta mai solo di riproporre testi rari, ma di restituire un certo modo di raccontare l’ignoto, quello che agisce per suggestioni, simboli e ombre.



Il numero si apre con Elinor Mordaunt e il suo Dalle paludi infestate, forse il racconto più viscerale dell’intera selezione. Ambientato nel Somerset, in un villaggio costiero avvolto da nebbie e silenzi, il testo evoca un terrore atavico, legato a un tempo primordiale. Il protagonista, Hodge, è un uomo del Miocene sopravvissuto fino ai giorni nostri, una creatura che sembra emergere direttamente dal ventre della Terra. La Mordaunt riesce a far percepire il peso di un orrore “geologico”, che precede la civiltà e le sue regole: non tanto un mostro, quanto il ritorno del rimosso preistorico. È una storia potente, quasi mitica, in cui la paura ha la consistenza della pietra. Con La Foresta degli alberi viventi di G. Ranger Wormser il tono cambia ma resta il senso di una minaccia cosmica. Qui il perturbante prende forma nella natura stessa: alberi che respirano, radici che si muovono, e un’atmosfera densa di religiosità ambigua. Il racconto si interroga apertamente sull’esistenza di un male primordiale, un male che precede le definizioni umane del bene e del peccato. C’è una tensione teologica sotterranea, come se la Wormser volesse suggerire che Dio e l’oscurità convivono nella stessa linfa. È un testo ricco di idee, forse un po’ datato nello stile, ma ancora capace di inquietare. Con La Ciguapa di Francisco Guridi ci spostiamo nel cuore del folklore dominicano, tra superstizioni, seduzioni e metamorfosi. La figura della Ciguapa - donna dalla bellezza ipnotica e dai piedi rivolti all’indietro - incarna una femminilità enigmatica e selvaggia. Guridi gioca bene con il doppio registro del mito e del racconto morale, e il risultato è una storia che si legge quasi come una leggenda narrata al chiaro di luna. Nero come la notte di Alice Farnham è invece un ritorno a un orrore più psicologico, ambientato in una vecchia tenuta isolata dove il tempo sembra essersi fermato. La protagonista vive sola con un cane dall’intelligenza sinistra, quasi umana, e la tensione aumenta pagina dopo pagina in un crescendo di sospetto e paura. La Farnham lavora per sottrazione, lasciando che il lettore avverta il male più che vederlo: una prova di scrittura sottile, con echi di Poe e Shirley Jackson. Indubbiamente di notevole interesse in questo numero La Corona Rossa. Si tratta di un inedito del celebre Mikhail Bulgakov, una ghost story che vale da sola l'acquisto della rivista. La vicenda ruota attorno alla follia di un uomo rinchiuso in manicomio, tormentato da visioni e presenze che potrebbero essere frutto della sua mente - o forse no. Bulgakov fonde ironia, tragedia e soprannaturale con la consueta maestria, e riesce a rendere i confini tra follia e realtà tanto sottili da diventare indistinguibili. È un testo che dialoga con Il Maestro e Margherita, ma anche con il grande tema della libertà interiore di fronte alla coercizione. A chiudere, Le Danze di Roberto Fustini, un racconto più intimo e crepuscolare, dove il fantastico si insinua nella memoria e nel sentimento del tempo che passa. È un bel contrappunto, che riporta il tono su registri più emotivi, quasi poetici, senza rinunciare a una sottile vena d’inquietudine.
Le consuete Schede degli Autori a cura dell'instancabile Pietro Guarriello, ormai marchio di fabbrica della rivista, completano il quadro offrendo un apparato di note e curiosità davvero utile, che non appesantisce ma arricchisce la lettura.


Weird 7
Autori vari
Editore: Dagon Press
Pag. 192
Dimensioni: 12.85 x 1.22 x 19.84 cm
ISBN: 979-8272126030
Prezzo: 13,90 €


A cura di Cesare Buttaboni


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