I libri di Miriam Ballerini mi sorprendono sempre piacevolmente per il
loro messaggio fiducioso nell’uomo e nella sua natura, una fiducia che
trova radice non in un ambiente sereno e normale, quanto nel
disadattamento e fragilità dei personaggi scelti e trovati, ad esempio,
tra gli anziani di una casa di riposo o tra persone che cercano (o non
cercano) di sfuggire alle proprie paure e alienazioni mentali.
Dopo
l’antologia di poesie e di racconti intitolata “Bassa Marea”, ricca di
un’umanità povera, “bassa”, apparentemente inferiore, e che pure si fa
scoprire degna e positiva (come cantava il grande De André: “dai
diamanti non nasce niente/ dal letame nascono i fiori”), la penna di
Miriam ci ha lasciati per troppo tempo privi di nuove opere. Meglio:
privi di un nuovo libro, perché questo periodo è stato per lei
ricchissimo di riconoscimenti e premi, mietuti ovunque e con regolarità
impressionante con poesie di grande impatto come “Vecchio”, “Tizio” e
“Prigione”. Il grande lavoro che Miriam ha fatto in questo periodo è
stato di ricerca e documentazione sulla vita carceraria. Uno studio che
non si è fermato davanti a nulla, conoscendo e dialogando con tutte le
realtà tragiche, disturbanti, difficili, che vivono in tale ambiente.
Responsabili del carcere, agenti di custodia, parenti e carcerati sono
stati contattati, seguiti, studiati con uno zelo che purtroppo sempre
manca in chi, politici e giornalisti, di questa realtà si occupano solo
quando qualche fatto grave di cronaca fa accendere i microfoni e le
telecamere.Non volendo anticipare troppo, mi limito a riportare un brano
dell’articolo che la prof. Maria Chiara Sibilia ha letto il giorno
della presentazione del libro “Fiori di serra”: Il romanzo è
ambientato tra le mura di una casa circondariale, il “Bassone” di Como.
Il carcere è come una serra, dove i fiori vengono grandi e belli lo
stesso.La formula descrittiva è originale. E’ un abbinamento tra
reportage e romanzo in cui descrive le sue esperienze di osservatrice
diretta della vita carceraria, intrecciate alla trama del romanzo che si
sviluppa attorno alla figura della protagonista, Gloria Tassi, in
carcere per aver ucciso accidentalmente un uomo durante una rapina.
I libri di Miriam Ballerini non deludono mai, è anche questa volta la sua analisi e la sua denuncia arrivano a segno, con una forza e una lucidità che fa aprire gli occhi anche a chi preferisce, davanti a certe situazioni, la comoda vigliaccheria di volgere lo sguardo altrove.
I libri di Miriam Ballerini non deludono mai, è anche questa volta la sua analisi e la sua denuncia arrivano a segno, con una forza e una lucidità che fa aprire gli occhi anche a chi preferisce, davanti a certe situazioni, la comoda vigliaccheria di volgere lo sguardo altrove.
Fiori di serra di Miriam Ballerini - Serel International-Editrice
a cura di Marco Salvario