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Specie mortale di Roger Donaldson

Un esperimento che unisce DNA umano e alieno dà vita ad una creatura dall'incredibile appetito sessuale e con l'unico scopo di accoppiarsi e riprodursi.
Dotata di una bellezza e un corpo da urlo l'aliena comincerà a cercare il maschio adatto lasciando dietro di sé una scia impressionante di morti.
Una squadra governativa si mette alla sua ricerca per cercare di fermarla prima che l'aliena riesca nel suo intento.
Combinazione riuscita tra fantascienza e horror per l'undicesimo film di Roger Donaldson solido mestierante che si avvale anche del contributo artistico di H.R.Giger per questa pellicola che sfrutta idee poco originali (la creatura aliena ricorda non poco l'Alien di Ridley Scott) e si muove tra ambizioni filosofico-antropologiche e dosi misurate di suspence e azione che conferiscono ritmo ed equilibrio a questo Specie mortale (Species, 1995) che riesce agevolmente a coinvolgere lo spettatore supportato comunque da uno script lineare e senza fronzoli di sorta ma che segue tutti i stereotipi del genere. Merito di ciò anche l'ottimo cast scelto per questo incalzante fanta-horror e su tutti Ben Kingsley nella parte di un ricercatore instabile; il solito Michael Madsen in quella di un killer; Forest Whitaker nell'insolito ruolo di un telepate e Natasha Henstridge in quello della famelica aliena dotata di una sensualità tale che sprizza da tutti i pori.
Gli effetti speciali sia in digitale che in lattice però non sono così ben amalgamati e spesso risultano discontinui soprattutto quelli in CGI troppo evidenti.
Species ottiene un buon successo di pubblico dando così vita a ben quattro sequel diretti da altrettanti registi.
   
a cura di Andrea Frascari