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L'attacco dei giganti di Tetsurō Araki

L'attacco dei giganti
Questo Oav è un film riassuntivo di una serie televisiva omonima diretta da Tetsurō Araki  tratta a sua volta da un manga di Hajime Isayama. Il titolo è sempre L'attacco dei giganti.

In una specie di nuovo medioevo, una umanità triste vive arroccata in una città divisa in tre cerchi e fortificata da alte mura nella paura dei giganti: esseri mostruosi enormi (arrivano fino a quindici metri) che vivono al di fuori della città, nell'esterno, ma che potrebbero attaccare gli umani da un giorno all'altro.
Il protagonista (i personaggi sono numerosi), Eren Jaeger, un adolescente sui tredici anni, figlio del medico locale, si pone molti dubbi sulla natura dei giganti e sul perché gli esseri umani non li fronteggino per eliminarli.
Quando rivolge queste domande al padre, dopo aver espresso il desiderio, contrastato dalla madre, di diventare un militare esploratore, il medico dice al figlio che la ricerca della conoscenza è giusta in quanto connaturata con il genere umano e che, al suo ritorno da un viaggio di lavoro, gli mostrerà cosa tiene conservato in cantina. Felicità del ragazzo. E saluti gioiosi al padre.
Il corpo degli esploratori puntualmente ritorna dall'esterno con numerose vittime e membri mutilati. Il loro scopo è cercare di capire come distruggere i giganti ma invano.
Il ragazzo trascorre le sue giornate per lo più insieme alla sorella adottiva Mikasa Ackermann e a un loro amico, Armin Arelet, vilipeso dagli altri in quanto sognatore  ed “eretico”: immagina la realtà al di fuori della città.Un giorno i giganti attaccano. Distruggono il primo cerchio della città. La madre di Eren e Mikasa finisce nelle fauci di uno di loro. L'umanità deve ritirarsi in un cerchio interno della città fortificata.

Sono passati cinque anni.
Ritroviamo i tre ragazzi, Eren, Mikasa e Armin ormai cadetti, insieme ai loro coetanei: scelgono tutti e tre di entrare negli esploratori. Eren e Armin hanno sempre sognato il mondo esterno. Una volta, da piccoli - lo vediamo in un flash back di cui si fa largo uso - il secondo porta un libro proibito in cui la realtà esterna alle città viene descritta come una terra ricca di laghi, zone deserte, mari etc. Quello che in effetti è. Solo che l'umanità per proteggersi dai giganti ha preferito illudersi che esistono solo la città protetta dalle mura e l'esterno che gli esploratori riescono a vedere. Con la minaccia onnipresente dei giganti.

Il contenuto è un vero e proprio inno alla libertà e alla resistenza contro le forme di oppressione. Nonostante i protagonisti indossino divise, il film è animato da uno spirito anarchico. “Combattete” grida Eren “per vedere la realtà.”
E i militari tra loro si chiamano cadetti, ma anche compagni. C'è pure un ufficiale che fa la figura da scemo, subito redarguito dal colonnello che si dimostra invece saggio e capace di comprendere le strategie coraggiose e originali di Armin che ha bisogno di credere in sé, in quanto si ritiene una nullità. Invece è un ottimo stratega.
Una sorta di “cameratismo di sinistra” percorre tutto il film nell'esaltazione comunque del coraggio e dello spirito di sacrificio. Ma lo spirito anarchico si rispecchia soprattutto nel fatto che i militari protagonisti non affermino mai di lottare per una nazione o una città, sebbene proprio una città difendano. Loro combattono per l'umanità intera.

Grande attenzione è data ai combattimenti tra i giganti  e i militari, ai momenti di coraggio, magari davanti alla morte, di questi ultimi e alla loro generosità. I  militari si muovono usando il Movimento Tridimensionale cioè attraverso propulsori a gas e funi che conferiscono loro dinamicità e agilità. Sono armati di spade e carabine come samurai.
Il ritmo narrativo è ipercinetico, le inquadrature sempre ben calibrate, i disegni sono belli: circondati dal tratto nero che distingue personaggi e azioni.
Lo score alterna una tecno sinfonica a un rock epico e al rumore dei passi dei giganti. Quest'ultimo a volte è fuso con la techno sinfonica, ma spesso è isolato e risuona inquietante insieme alle enormi figure mostruose rossastre e nude.

 Luca Bonatesta
(lucabonatesta71@gmail.com)