Dopo tutti questi anni e Non disperdetevi di Michele Anelli

MICHELE ANELLI – “Dopo tutti questi anni” + “Non disperdetevi”

Due album per festeggiare i sessant’anni di questo artista italiano dal nome Michele Anelli. Due album interessanti perchè suonano davvero bene e live, e non poteva essere altrimenti, dato che sono stati registrati dal vivo negli studio personali dello stesso Michele. Si intrecciano sonorità alternative rock e accenni di sperimentazione e progressive. La base sembra essere quella del cantautorato italiano, ma anche la lezione degli anni Novanta di band come Afterhours o Marlene Kuntz sembra aver avuto il suo peso.

In questo caso però il sound proposto è un po’ più mite rispetto agli artisti citati finora, il cantato è in italiano e abbiamo in totale circa un’ora di grande musica rock tipicamente italiana. Michele Anelli è abile nel non scadere mai nel banale e si avvale di validi musicisti per dar vita ad un album scoppiettante e vario. L’artwork è di Vanessa Cirillo, poi abbiamo Cesare Nolli alle chitarre elettriche, Paolo Legramandi al basso elettrico e Nik Taccori alla batteria e percussioni. La voce è ovviamente di Michele. Gli album sono supportati dalla fanzine Wolvernight e pubblicati per la storica etichetta Fandango rec. con la distribuzione digitale a cura della Delta records & promotion.

I pezzi sono veri e sinceri, molto rock e richiamano sicuramente una poesia che si cela soprattutto dietro splendidi testi. Ottimo davvero il lavoro del bassista Paolo Legramandi, come si può ad esempio sentire in “A cantare si resta un po’ soli” e soprattutto in “Un deserto chiamato mare”, pezzi nei quali si sentono anche echi di mostri sacri come The Clash e Police. In generale l’album è accattivante proprio perchè di canzone in canzone non si sa bene cosa aspettarsi e si rimane piacevolmente stupiti, quindi tutti i musicisti meritano un applauso. Anche il secondo album non delude, con perle quali la ballad “Dopo tutti questi anni” o la quasi bluesy “Non sono nessuno”.

Un doppio album che farà felici i seguaci del rock italiano insomma, con elementi sicuramente già espressi da altri, ma comunque sempre piacevoli da riascoltare, se proposti con tutti i crismi, come in questo caso. Consigliato.

A cura di Knife