Longlegs di Oz Perkins

Longlegs (Usa, 2024)

Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Oz Perkins. Fotografia: Andrés Arochi. Montaggio: Graham Fortin, Greg Ng. Musiche: Zilgi. Scenografia: Danny Vermette, Trevor Johnston. Costumi: Mica Kayde. Produttore: Nicolas Cage, Dan Kagan, Brian Kavanaugh-Jones, Dave Caplan, Chris Ferguson. Produttore Esecutivo: Lawrence Minicone, Christian Parkes, Tom Quinn, Jesse Savath, Teddy Schwarzman, Jason Wald, Sean Krajewski, Laura Austin-Little, Fred Berger, Andrea Bucko, Jason Cloth, Liz Destro, Ronnie Exley, John Friedberg, David Gendron. Casa di Produzione: C2 Motion Picture Group, Saturn Films. Distribuzione (Italia). Be Water Film, Medusa Film.  Lingua Originale: Inglese. Paese di Produzione: Stati Uniti d’America. Anno: 2024. Durata. 101’. Genere: orrore, thriller, poliziesco. Interpreti: Maika Monroe (agente FBI Lee Harker), Nicolas Cage (Longlegs/Dale Ferdinand Kobble), Blair Underwood (agente speciale FBI Carter), Alicia Witt (Ruth Harker), Michelle Choi-Lee (agente speciale FBI Browning), Lauren Acala (Lee Harker a 9 anni), Kiernan Shipka (Carrie Anne Camera), Ava Kelders (Ruby Carter), Jason Day (Sig. Camera).

Io sento il nome Nicolas Cage e già sono contento. È passato dall’essere un grande attore a un’icona del trash e un ibrido delle due cose. La sua stessa vita è quasi un film tra il drammatico e il comico. Inoltre il film è un horror, il mio genere preferito, come non approfittarne?

È difficile riassumere la storia rimanendo sul vago. Tutto ruota attorno a una indagine dell’FBI sulle tracce di un serial Killer che si firma “Longlegs”. L’agente Harker, sotto la guida del suo supervisore Carter, indaga anche in virtù di alcuni suoi, millantati e latenti, poteri psichici che le dovrebbero dare qualche intuizione in più. Questo anche perché gli omicidi paiono avere qualcosa di sovrannaturale dacché, in realtà, sono tutte stragi di famiglia dove un membro ne uccide tutti gli altri. Eppure ognuno di questi massacri ha in comune una data e una firma estrosa da parte di questo presunto mandante. Mano a mano che Harker si calerà nelle indagini scoprirà qualcosa di oscuro che ha radici profonde, forse nelle vite di ognuno dei partecipanti alla storia.

Perkis non è un regista molto noto, ma ha collaborato alla scrittura di molte opere acclamate (l’ultimo dei quali Nope, tanto per dirne uno). Dirige un horror disturbante, con tempi molto lunghi e un colore che spesso vira al seppiato. Tutto nel film è voltato al farlo sembrare particolarmente vecchio, contestualizzato agli anni ’70 nel quale è ambientato. La storia è interessante, ma lascia dei punti bui o semplicemente alla fine rende tutto fin troppo semplice (un po’ come in un fantasy dove la risposta a tutto viene riassunta in: “magia”). Il colpo di scena finale c’è e viene introdotto poco per volta, ma la vera causa non è così fenomenale. Cage è famoso per la sua recitazione sopra le righe e qui, nell’interpretare un serial killer psicopatico, sembra quasi contenuto. Non è che lo faccia male, anzi, ma gli abbiamo fatto/visto fare di peggio. Di contro la sua minutatura è abbastanza limitata.

Sebbene il film sia solido e intrattenga, ammetto che la noia dei suoi tempi morti non viene bilanciata da un finale così appagante. Avrei preferito un guizzo in più, addirittura uno spiegone più didascalico ancora. Peccato.

A cura di Marco Molendi





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