La casetta degli orrori (Usa, 1987)
Regia: Richard Friedman. Genere: orrore, commedia. Paese di produzione: Stati Uniti d’America. Titolo originale: Doom Asylum. Anno: 1987. Durata: 77′. Interpreti: Patty Mullen (Judy LaRue / Kiki LaRue), Ruth Collins (Tina), Kristin Davis (Jane), William Hay (Mike), Kenny L. Price (Dennis), Harrison White (Darnell), Dawn Alvan (Godiva), Farin (Rapunzel).
Mitch e Judy sono una coppia di amanti che durante una fuga d’amore in auto, a causa di una distrazione al volante da parte di lui, finiscono fuori strada perdendo la vita. Durante l’autopsia Mitch si risveglia e realizzando che la sua Judy non è più in vita uccide due dottori. Nell’arco di dieci anni l’ospedale dove fu portato Mitch è diventato un luogo abbandonato, e un gruppo di cinque amici si recano lì per fare un pic-nic, dove incontreranno un trio di ragazze punk molto aggressive che erano lì per fare le prove per il loro concerto. Ma Mitch è ancora in quei corridoi in preda a sanguinosi istinti omicidi e metterà a dura prova gli istinti di sopravvivenza dei malcapitati ragazzi.
Doom Asylum (questo il titolo originale) è un film diretto da Richard Friedman (Scared Stiff, Diario di un Fantasma, Dark Wolf, Born) del 1987 di genere horror-comedy ma anche etichettato come trash. Infatti presenta tutte le caratteristiche tipiche di questo aspetto, ovvero protagonisti idioti ed iper-stereotipati, che fanno cose idiote, prendono decisioni idiote che si ritorceranno automaticamente su di loro (praticamente la morte se la vanno a cercare) e pronunciano battute banali e scontate (con un discutibile doppiaggio) ed effetti splatter casarecci. In aggiunta a tutto ciò troviamo un villain il quale, nella scena dell’autopsia, si risveglia (sottoforma di zombi o altro mostro non identificato) e spinto da istinti omicidi (non avendo metabolizzato la perdita della sua adorata Judy) compie una vera e propria strage con l’uso di strumenti chirurgici, facendo di quel luogo (ospedale o manicomio non si capisce molto) la sua fissa dimora, vagando per quei corridoi con un camice insanguinato e tanto di valigetta da dottore (nella quale tiene i suoi strumenti per uccidere) e pronunciando battute ad effetto al termine di ogni omicidio dando così quel tocco comedy al film. L’ambientazione del manicomio abbandonato e fatiscente che fa da cornice alla vicenda ben si presta allo svolgersi degli eventi, nel suo essere labirintico pone lo spettatore sempre sul “chi va là” in quanto l’assassino può sbucare in qualsiasi momento e da qualsiasi parte. Il cast con la loro scarsità di interpretazione contribuisce ad arricchire la componente trash del film, tra cui si segnala la prima apparizione della star di Sex and The City Kristin Davis (che interpreta Jane, una componente dei ragazzi che fanno il pic-nic). C’è anche spazio per un momento di serietà nel finale ma sempre con una discutibile interpretazione, giusto così per non distaccarsi troppo dalla qualità del film
Un prodotto scalcinato come le mattonelle dei corridoi del luogo dove è ambientato, senza alcuna logica nelle azioni e nella sceneggiatura quasi da sembrare un prodotto Troma, ma con un unico intento, quello di far divertire lo spettatore… e in questo ci riesce alla perfezione. Un trashone che per i fan del genere è un appuntamento da non perdere!
A cura di Marco Scognamiglio
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