Ghost Pebidus di Marco Ravelli

Consigliato per un pubblico che apprezza il realismo sporco

Un romanzo breve che lavora con costanza sul confine tra psicosi e sovrannaturale

[…] Seduta sul sedile passeggero, c’era una bambina. Rob non avrebbe saputo dire l’età, ma aveva qualcosa di terribilmente sbagliato. La pelle tirata, quasi trasparente, e due buchi neri al posto degli occhi, scavati. Nessun suono usciva dalla sua bocca, aperta in un ghigno che sembrava congelato a metà strada tra una risata e un urlo. Sembrava aspettare qualcosa. O qualcuno. Eppure, nessuno intorno a loro pareva accorgersi di quella scena assurda. I clacson continuavano a suonare, mentre le auto li sorpassavano in un flusso che non si curava di quella strana realtà intrappolata in una
vecchia Uno verde ferma in mezzo alla strada. […]


Ghost Pebidus a opera di Marco Ravelli, edito da Delos Digital per la collana Innsmouth, al numero 200 a cura di Luigi Pachì.
È un romanzo breve che si propone di indagare la colpa, la paternità, la mascolinità in crisi, e lo fa in modo dichiaratamente autocritico e spietato. C'è molto di Houellebecq e di Ligotti, come idea cardine, non tanto nei contenuti quanto nella sensazione di ineluttabilità e condanna cosmica.
Nel romanzo c’è una particolare componente weird, ma manca un impianto coeso e, soprattutto, una ricaduta narrativa. Il perturbante è più esibito che vissuto, più simbolico che cosmico. Ghost Pedibus risulta quindi più psico-grottesco che può piacere o meno - anche se ho molto apprezzato il simbolismo sulle porte medievali della città come soglie per altri piani di realtà, e che determinati luoghi (es. il semaforo) diventino passaggi verso livelli inferiori dell’esistenza.
Ravelli ha una voce riconoscibile e una penna cinica e affilata. Il tono disilluso, sarcastico e carico di frustrazione è perfettamente coerente con il protagonista di questa sua opera e il mondo che abita. Il romanzo lavora con costanza sul confine tra psicosi e sovrannaturale e la struttura episodica intervallata dalla favola di Giacomino funziona sia come allegoria sia come ritmo narrativo.
Però lo stile è iper-carico: il testo gronda bile. Frasi spezzate, aggettivazioni ossessive, uso e abuso di volgarità. Questo è un marchio dell’autore, ma alla lunga - almeno per me - ne compromette la leggibilità e produce una sorta di inflazione emotiva.
L’idea di raccontare un percorso casa-scuola come un viaggio infernale mi è molto piaciuta e i “fantasmi” del protagonista sono caratterizzati in modo credibile, ognuno portatore di una colpa precisa, e c’è un uso interessante del doppio (il Rob alternativo).
Un romanzo breve potente ma sbilanciato, che punta tutto sull’intensità, ma rischia di soffocare il lettore nel proprio cinismo. Decisamente consigliato per un pubblico che apprezza il realismo sporco, il weird urbano e la narrazione borderline.

L’AUTORE:
Marco Ravelli, 40 anni, è la voce di un podcast quotidiano che racconta l’attualità con uno sguardo diretto e incisivo. Tuttavia, è nei suoi racconti che Ravelli rivela la sua anima più profonda: storie intrise di ironia e black humor, animate da protagonisti cinici e disillusi. Tra colpa, redenzione e tormento interiore, costruisce un universo narrativo dove il grottesco e il tragico si fondono, trasformando ogni riflessione in un ritratto spietato e tagliente della condizione umana.

Ghost Pebidus
Autore: Marco Ravelli
Editore: Delos Digital
Pagine: 50
ISBN: 978-8825432404
Costo: 3,00 € Ebook


A cura di Flavio Deri


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