Da vedere ma senza troppe aspettative
Un nuovo inizio che presenta aspetti positivi
I Fantastici Quattro - Gli inizi (Usa, 2025)
Regia: Matt Shakman. Soggetto: dal fumetto di Stan Lee e Jack Kirby. Sceneggiatura: Eric Pearson, Jeff Kaplan, Ian Springer, Josh Friedman. Fotografia: Jess Hall. Montaggio: Nona Khodai, Tim Roche. Scenografie: Kasra Farahani. Costumi: Alexandra Byrne. Trucco: John Blake. Effetti Speciali: Alistair Williams, Scott Stokdyk, Robert Allman. Musiche: Michael Giacchino. Produttore: Kevin Feige. Produttori Esecutivi: Robert Kulzer, Grant Curtis, Tim Lewis, Louis D’Esposito. Casa di Produzione: Marvel Studios. Distribuzione (Italia): Walt Disney Studios Motion Pictures. Titolo Originale: The Fantastic Four: First Steps. Lingua Originale: Inglese. Paese di Produzine: Stati Uniti d’America, 2025. Durata: 114’. Genere: Fantastico. Interpreti: Pedro Pascal (Reed Richards / Mister Fantastic), Vanessa Kirby (Susan Sue Storm / Donna Invisibile), Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm / La Cosa), Joseph Quinn (Johnny Storm / Torcia Umana), Julia Garner (Shalla-Bal / Silver Surfer), Ralph Ineson (Galactus), Paul Walter Hauser (Harvey Elder / Uomo Talpa), Natasha Lyonne (Rachel Rozman), Mark Gatiss (Ted Gilbert)
Ho visto tutti i film dedicati ai Fantastici Quattro, il primo super gruppo Marvel dell’era moderna, uscendo sempre di sala deluso per il poco rispetto storico dei personaggi, per trame poco avvincenti e realizzazioni approssimative. Devo dire che questo nuovo inizio - pensato da Matt Shakman (regia), Eric Pearson, Jeff Kaplan, Ian Springer, Josh Friedman (sceneggiatura) - presenta aspetti positivi ma non è così soddisfacente da entusiasmare un vecchio Marvel fan. La storia lascia abbastanza a desiderare da un punto di vista della suspense e della verve narrativa, tra l’altro si racconta in poche righe, perché vede i Fantastici Quattro affrontare la minaccia di Galactus, divoratore di mondi, che vorrebbe annientare la Terra o in alternativa portarsi via Franklin, il figlioletto di Reed e Sue. Gli sceneggiatori tornano agli anni Sessanta (su Terra-882), quattro anni dopo la fatidica spedizione cosmica che ha trasformato Reed, Sue, Ben e Johnny nei quattro supereroi che conosciamo, si soffermano sulla gestione familiare e sulla vita quotidiana, quindi li fanno partire di nuovo per incontrare Galactus. Abbiamo la nascita di Franklin - abbastanza anticipata rispetto al fumetto - e l’interesse del divoratore di mondi per il piccolo, che avrebbe poteri enormi, infine usato come esca per annientare la minaccia. Gli effetti speciali sono notevoli, dall’inizio alla fine della pellicola, con un Galactus immenso, accompagnato da un araldo che non è il Silver Surfer versione maschile che conosciamo, ma Shalla-Ball, che accetta di servire il mostro per salvare il suo pianeta. Il finale apocalittico è davvero ben fatto con gli abitanti di Manhattan evacuati nel mondo sotterraneo dell’Uomo Talpa (insolitamente buono e scherzoso) e il divoratore di mondi che distrugge tutto al suo passaggio in perfetto stile Godzilla. Nel finale si vorrebbe tentare un colpo di teatro e una suspense impossibile da costruire, ma tutto sommato si cattura l’attenzione fino alla parte comica che chiude la storia con il supergruppo che - dopo aver salvato il mondo! - ha difficoltà ad agganciare il seggiolino per bambini nella Fantasticar. Attori bravi, da Pedro Pascal che impersona un Reed Richards munito di baffi (perché?) e di grande intelligenza, alla bella Vanessa Kirby come donna invisibile, passando per Ebon Moss-Bachrach che interpreta La Cosa indossando una tuta per la motion capture, e Joseph Quinn come Torcia Umana. Julia Garner è Shalla-Ball, in questa versione della storia araldo di Galactus al posto del Silver Surfer originale, sempre grazie alla motion capture. Ralph Ineson è il vampiro mangia pianeti Galactus, che sfoggia un’armatura immensa e non sarebbe cattivo, ma è soltanto obbligato a compiere il suo destino. Temi affrontati dalla pellicola: la famiglia e l’importanza di essere uniti, in fondo anche una nazione può essere una famiglia se segue unità di intenti; la forza di una madre nel difendere un figlio da tutto e da tutti, fino alla morte; l’amicizia e il gruppo che sono il motore di ogni cosa. Un film che si lascia guardare ma che pare montato in maniera troppo compassata per essere cinema di supereroi, forse 114 minuti non sono la misura giusta per apprezzare una piccola storia. La colonna sonora di Michael Giacchino è altisonante ma non fastidiosa e segue in maniera discreta l’andamento del film. Fotografia anticata e scenografie che riportano agli anni Sessanta, senza per questo costruire un film vintage. Da vedere ma senza troppe aspettative.
A cura di Gordiano Lupi
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